Richiedenti asilo, la Corte Ue: “Soddisfare in ogni caso le esigenze essenziali”. Sui Paesi sicuri richiamo all’Italia

Agosto 2, 2025 - 09:00
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Richiedenti asilo, la Corte Ue: “Soddisfare in ogni caso le esigenze essenziali”. Sui Paesi sicuri richiamo all’Italia

Bruxelles – Soccorso e Paese terzo sicuro: il primo non va negato mai, i secondi vanno verificati e designati solo a determinate condizioni. Con due sentenze diverse la Corte di giustizia dell’Ue prova a mettere ordine nella gestione dei flussi migratori per quanto riguarda gli aspetti giuridici della questione. Nel primo pronunciamento i giudici di Lussemburgo affermano la supremazia della tutela dei diritti fondamentali del richiedente asilo quando stabiliscono che “uno Stato membro non può invocare un afflusso imprevedibile di richiedenti protezione internazionale per sottrarsi all’obbligo di soddisfare le esigenze essenziali dei richiedenti asilo“. Tradotto: una crisi migratoria come un elevato afflusso di cittadini stranieri non può essere motivo di trattamento irrispettoso e lesivo della dignità, né giustificare mancato accesso ai servizi di base.

Violare questo obbligo di accoglienza minima nelle sue forme di servizi, strutture e diritti, “può far sorgere la responsabilità dello Stato membro interessato”, sostiene la Corte Ue. Questo vuol dire per i governi nazionali la possibilità di procedure d’infrazione per mancato rispetto della direttiva sulle norme di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, secondo cui gli Stati membri debbano “soddisfare, in ogni caso, le esigenze essenziali delle persone interessate, conformemente all’obbligo di rispettare la dignità umana sancito dalla Carta dei diritti fondamentali”.

Questa precisazione di diritto interessa soprattutto i Paesi di primo arrivo come l’Italia, quei Paesi cioè più esposti ad eventuali arrivi massicci come quello già sperimentato nel 2015. Anche in virtù della crisi passata l’attuale governo italiano presieduto da Giorgia Meloni ha stretto un accordo con l’Albania per ospitare nel Paese balcanico centri di accoglienza temporanei dove processare le richieste di asilo in Italia ma senza che i richiedenti asilo mettano piede su suolo italiano. Proprio in Albania, in applicazione di questo accordo, due cittadini del Bangladesh hanno chiesto protezione all’Italia, respinta perché il Paese di origine è considerato sicuro.

L’Ue propone una lista di 7 Paesi d’origine sicuri. Ci sono Bangladesh, Egitto e Tunisia

Con sentenza, la Corte di giustizia dell’Ue stabilisce che il diritto dell’Unione non impedisce a uno Stato membro di designare come ‘sicuro’ un Paese terzo di origine mediante un atto legislativo. Tuttavia tale designazione deve “possa essere oggetto di un controllo giurisdizionale effettivo”. Nel caso di specie sembra che il decreto legislativo dell’11 ottobre 2024 sull’ingresso in Italia  non precisa le fonti di informazione sulle quali il legislatore italiano si è basato per valutare la sicurezza del paese. In ogni caso, “uno Stato membro non può, tuttavia, includere un paese nell’elenco dei paesi di origine sicuri qualora esso non offra una protezione sufficiente a tutta la sua popolazione”, sottolinea ancora la Corte. 

L’Italia, dunque, potrebbe aver agito troppo precipitosamente. Sandro Gorzi, europarlamentare di Re, attacca: “La Corte Ue boccia il governo Meloni. Ol protocollo Italia-Albania è un flop anche giuridico, oltre che un accordo inutile e pericoloso, buono solo per la propaganda a uso interno”.

(ha collaborato Emanuele Bonini)

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