Ununica molecola per schermi brillanti e diagnosi meno invasive
E se fosse possibile ottenere una molecola organica capace di svolgere un doppio compito finora considerato quasi incompatibile, ossia emettere luce con altissima efficienza per i display OLED e, allo stesso tempo, assorbire luce in modo ottimale per l’imaging medico dei tessuti profondi? Un team di scienziati dell’Università di Kyushu sembra esserci riuscito.
Il cuore della scoperta è CzTRZCN, una molecola che combina un’unità di carbazolo ricca di elettroni con un nucleo di triazina povero di elettroni, arricchita da gruppi ciano che modulano la disposizione orbitale. Questa architettura consente alla molecola di comportarsi come un “interruttore” molecolare: in fase di assorbimento mantiene una configurazione planare favorevole all’assorbimento a due fotoni (2PA), utile per l’imaging a bassa invasività; una volta eccitata, cambia struttura e adotta un assetto più “torsionato” che favorisce la fluorescenza ritardata attivata termicamente (TADF), il meccanismo chiave per rendere più luminosi ed efficienti gli OLED.
L’idea alla base è la convergenza di due proprietà solitamente opposte: la TADF, usata per migliorare l’efficienza dei display OLED convertendo calore in luce visibile, richiede strutture molecolari con orbitali separati; il 2PA, invece, funziona meglio con orbitali sovrapposti e strutture planari. La soluzione del gruppo giapponese è stata progettare una molecola capace di passare da una configurazione all’altra in base alla fase del processo ottico.
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