Virus West Nile, ecco l'informativa del Ministro Schillaci sulle misure di prevenzione

Agosto 8, 2025 - 06:30
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Virus West Nile, ecco l'informativa del Ministro Schillaci sulle misure di prevenzione

lentepubblica.it

Il virus West Nile è ormai endemico in molte aree del Paese, con un’impennata di casi soprattutto nel Lazio e in Campania: per questo il Ministro Schillaci ha di recente rilasciato un’informativa dedicata alle misure di prevenzione e di contrasto a questa infezione virale.


Il Ministero della Salute aggiorna il quadro epidemiologico e sottolinea l’importanza della prevenzione.

Negli ultimi anni, l’Italia sta assistendo a una diffusione sempre più capillare di infezioni virali trasmesse da vettori come zanzare e zecche, in particolare durante i mesi caldi. Tra queste, le cosiddette arbovirosi — un gruppo di oltre cento virus che comprende agenti come West Nile, Chikungunya, Dengue, Zika e Usutu — rappresentano una crescente minaccia per la salute pubblica. Alcuni di questi virus sono ormai stabilmente presenti sul territorio nazionale, mentre altri sono generalmente importati ma possono comunque dare origine a focolai locali.

Il Ministero della Salute, in un recente aggiornamento di agosto 2025, ha tracciato un quadro dettagliato della situazione epidemiologica, focalizzandosi in particolare sul virus West Nile, oggi considerato endemico in diverse regioni italiane.

Il West Nile in Italia: un virus sempre più diffuso

Il virus West Nile (WNV) si trasmette principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare quelle del genere Culex, la cosiddetta zanzara “comune”. Il contagio avviene quando l’insetto punge uccelli infetti — veri e propri serbatoi del virus — per poi pungere l’uomo o altri mammiferi. In casi più rari, l’infezione può avvenire anche attraverso trasfusioni di sangue o trapianti di organi.

I primi casi italiani di infezione autoctona risalgono al 2008 in Emilia-Romagna. Da allora, la circolazione del virus si è estesa, con una presenza costante nei mesi estivi e una concentrazione maggiore nelle aree pianeggianti e umide del Nord e Centro Italia, ambienti favorevoli alla proliferazione delle zanzare.

I numeri del 2025: Lazio e Campania sotto osservazione

Secondo i dati aggiornati dall’Istituto Superiore di Sanità, nel corso del 2025 sono stati segnalati finora 145 casi confermati di infezione da virus West Nile nell’uomo. Tra questi, 59 hanno sviluppato forme neuro-invasive come encefaliti e meningiti, mentre 12 sono i decessi registrati, con la Campania e il Lazio che risultano le regioni più colpite.

Questa la distribuzione regionale dei casi:

  • Lazio: 93

  • Campania: 24

  • Veneto: 14

  • Piemonte: 4

  • Lombardia: 3

  • Emilia-Romagna: 4

  • Sardegna: 2

  • Puglia: 1

Attualmente, il virus è stato rilevato in 37 province distribuite su 10 regioni. Un dato che conferma la diffusione capillare dell’infezione, sebbene l’intensità possa variare notevolmente da un anno all’altro.

Sintomi e rischi: quando preoccuparsi?

Nella maggior parte dei casi, l’infezione da West Nile decorre senza sintomi. Solo circa una persona su cinque manifesta sintomi lievi come febbre, mal di testa o dolori muscolari. In rari casi (circa 1 su 150), possono comparire complicanze gravi a carico del sistema nervoso centrale. Le forme più severe si registrano soprattutto negli anziani o nei soggetti con un sistema immunitario compromesso. La mortalità per queste manifestazioni gravi rimane contenuta, inferiore al 10%.

Anni precedenti: meno allarme, più contagi

Curiosamente, gli anni con il maggior numero di casi e vittime non hanno suscitato particolare attenzione mediatica. Nel 2018, sono stati documentati 618 casi e 49 decessi, mentre nel 2022 si è toccato il picco di 728 casi e 51 morti. Nel 2024, dopo una partenza lenta (solo 28 casi al 31 luglio), il numero è salito fino a 484 casi e 36 decessi entro la fine di novembre.

Questi dati mettono in evidenza quanto l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media non sempre segua l’effettiva gravità della situazione.

Il ruolo del clima nella diffusione

A influenzare la circolazione del virus non è solo la presenza del vettore, ma anche l’andamento climatico stagionale. Temperature elevate, piogge irregolari e condizioni ambientali favorevoli possono incentivare la sopravvivenza e la riproduzione delle zanzare, oltre ad anticipare l’arrivo degli uccelli migratori, fondamentali nel ciclo del virus. Al contrario, estati più fresche e instabili, come quella registrata nel Nord Italia nel 2025, possono temporaneamente limitare l’espansione del contagio.

Il cambiamento climatico sta modificando in profondità gli equilibri ecologici. La distribuzione di insetti e zecche si sta espandendo verso nuove aree geografiche, mentre anche la fenologia — ovvero i tempi di sviluppo e riproduzione — sta cambiando. Questo contribuisce a creare nuovi scenari epidemiologici, rendendo necessaria una costante attività di monitoraggio.

Come proteggersi: la prevenzione resta la chiave

Non esiste al momento un vaccino disponibile per la popolazione generale contro il West Nile virus. Per questo motivo, la prevenzione individuale gioca un ruolo essenziale. Alcuni comportamenti raccomandati includono:

  • utilizzare repellenti e indossare abiti chiari e coprenti all’aperto;

  • evitare ristagni d’acqua vicino alle abitazioni (vasi, tombini, sottovasi);

  • proteggere porte e finestre con zanzariere;

  • favorire campagne locali di disinfestazione nelle aree a rischio.

Il Ministero della Salute ribadisce che un’informazione corretta, accessibile e tempestiva è il primo strumento per contenere la diffusione delle arbovirosi. Conoscere i rischi, evitare allarmismi e adottare precauzioni efficaci può fare la differenza, soprattutto in un contesto in cui fattori climatici e ambientali stanno cambiando con sempre maggiore rapidità.

Virus West Nile: l’informativa del Ministro Schillaci

Qui il documento completo.

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