Anno record per il Gruppo San Donato, Marco Centenari è il nuovo Ad

Giugno 4, 2025 - 08:00
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Anno record per il Gruppo San Donato, Marco Centenari è il nuovo Ad

Il Gruppo San Donato completa la semplificazione dell’assetto societario e della governance, con un unico Cda per tutte le controllate e Marco Centenari designato come nuovo Amministratore delegato. Sono le principali novità emerse durante la conferenza stampa del Gruppo alla presenza del presidente Angelino Alfano. Con 5,8 milioni di pazienti trattati nell’ultimo anno, in 161 strutture sanitarie di cui 58 in Italia, con oltre ottomila posti letto, 11 mila medici che gestiscono tra l’altro 250 mila accessi in Pronto Soccorso, Gruppo San Donato si conferma tra i maggior gruppi ospedalieri europei, grazie anche alle recenti acquisizioni dei due gruppi polacchi, American Heart of Poland e Scanmed. Sono alcuni dei numeri diffusi dal Gruppo San Donato durante la conferenza stampa di presentazione della nuova corporate governance, dei dati del bilancio consolidato 2024 e dei progetti futuri del Gruppo San Donato in Italia e all’estero avvenuta oggi all’Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano. In particolare, è stato spiegato, l’Ircss Ospedale San Raffaele, con 1771 ricercatori, 3414 pubblicazioni scientifiche, 762 brevetti, cento laboratori high-tech e 1.364 esperimenti clinici è al primo posto in Italia per Impact factor medio, numero di brevetti e ammontare di finanziamenti Ue. Anche l’Università Vita–Salute San Raffaele svetta nelle classifiche internazionali: 26esima al mondo per The young university ranking 2022, con la facoltà di Medicina e chirurgia, considerata dal Censis, nella classifica 2022, la prima in Italia tra le università non statali. Il focus continuo sulla ricerca e l’esplorazione della scienza più avanzata hanno permesso al Gsd di concentrarsi sullo sviluppo di alcune aree particolarmente all’avanguardia, quali l’intelligenza artificiale, le neurotecnologie, le terapie cellulari innovative e l’aging.

Il vicepresidente del Gruppo San Donato Paolo Rotelli, intervenendo alla presentazione, ha annunciato che “siamo nella top 10 per la qualità della ricerca e ringrazio Trump per aver cancellato i finanziamenti a tanti istituti stranieri”, cosicché “possiamo fare la lista della spesa e da Harvard portare tanti ricercatori al San Raffaele. Abbiamo già tre o quattro nomi su cui stiamo puntando”. Rotelli, rispondendo a una domanda su come attrarre studenti dagli Stati Uniti, ha aggiunto che “l’azione del governo è molto importante. Grazie al governo precedente e a quello attuale, abbiamo un limite di tasse per chi rientra dall’estero. Vogliamo usare l’attrazione fiscale italiana per chi rientra oltre al fatto che hanno tagliato i fondi agli stranieri in America”. Negli ultimi anni il Gruppo ha raddoppiato la propria dimensione, crescendo all’estero e divenendo una vera e propria “multinazionale della salute”. La semplificazione organizzativa ha cambiato del tutto l’assetto delle società del Gruppo: oggi la Papiniano S.p.A. custodisce la totalità della Gruppo San Donato S.p.A., che a sua volta detiene la totalità delle società operative italiane e controlla con il 51 per cento, le società operative polacche.

Anche la governance aziendale è stata snellita e semplificata al fine di ottimizzare l’efficienza decisionale e rafforzare la coerenza strategica, in linea con le nuove esigenze su scala globale. Tutti i consigli di amministrazione delle società operative sono stati sostituiti da amministratori unici. Il Consiglio di amministrazione della Gruppo San Donato S.pA. è invece così composto: presidente, Angelino Alfano; vice presidenti, Paolo Rotelli, Marco Rotelli e Kamel Ghribi. La funzione strategica di Amministratore delegato viene affidata a Marco Centenari, manager cresciuto all’interno del Gruppo, che ha maturato un’esperienza ventennale di gestione ospedaliera e già amministratore delegato dell’Ospedale San Raffaele. I consiglieri di amministrazione sono Augusta Iannini e Nicola Grigoletto. Angelino Alfano, presidente del Gruppo San Donato, ha spiegato che “oggi il Gruppo San Donato mira alla riduzione significativa dell’incidenza delle malattie e a democratizzare l’accesso alla salute e al benessere, rendendoli più facilmente accessibili a tutti, attraverso soluzioni innovative e sostenibili nel settore sanitario. Questo è il nostro purpose, grazie al quale creiamo valore per il Paese, con le nostre risorse e il nostro know-how, guidando il cambiamento e investendo nel futuro”. Kamel Ghribi, vice presidente del Gruppo San Donato, ha aggiunto che “Esportare il know-how sanitario italiano è una missione in cui credo profondamente. Parliamo di un sistema fondato su competenze mediche d’eccellenza, capacità gestionale e valori umani. Condividerlo con altri Paesi, soprattutto in aree come il Medio Oriente, significa promuovere non solo benessere, ma anche stabilità, cooperazione e diplomazia. La sanità può essere uno strumento di soft power e l’Italia ha un ruolo chiave da giocare su questo fronte”.

Per il Gruppo il 2024 si è chiuso con ricavi pari a 2,57 miliardi di euro, in crescita di quasi il 30 per cento rispetto agli 1,978 registrati l’anno precedente e un Ebitda di 323 milioni, in aumento di circa il 40 per cento su base annua. Numeri definiti “record” dal Gruppo che evidenzia un trend, ovvero che la crescita dei ricavi e della marginalità è stata guidata principalmente dall’incremento della quota di fatturato relativa ai pazienti solventi, dalle acquisizioni in Polonia, dalla piena operatività dei due nuovi poli ospedalieri – l’Iceberg del San Raffaele e il nuovo Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio -, dalla gestione degli ospedali in Iraq e dalle attività di efficientamento operativo e organizzativo, tramite la centralizzazione di attività trasversali e lo snellimento della governance. Il vicepresidente Paolo Rotelli ha aperto alla possibilità di una futura apertura del capitale: “Per noi non è una cosa nuova parlare con fondi o con altri gruppi ospedalieri. Incontriamo fondi, investitori e potenziali partner ogni settimana. Per noi è una cosa normale, quando troveremo il partner perfetto allora apriremo il capitale”.

Sul fronte internazionale, oltre alla Polonia, il Gruppo guarda a nuove opportunità in Europa, in particolare in Romania, dove già fattura 10 milioni di euro. “Siamo fiduciosi, il mercato è positivo, le opportunità ci sono e andremo a coglierle tutte. Stiamo anche valutando di continuare l’espansione, al momento in Europa, quindi guardiamo ad altri Paesi come per esempio la Romania dove a oggi fatturiamo già circa 10 milioni di euro l’anno e quindi pensiamo sempre di più che oltre a un ufficio, sarebbe interessante acquisire una struttura o un gruppo importante”, ha puntualizzato Rotelli . “Oggi abbiamo un’organizzazione chiara, semplice e trasparente. Dove vogliamo andare? C’è un’azienda che si chiama UnitedHealth in America che è la decima più grande azienda al mondo, il connubio fra assicurazioni e ospedali”, ha proseguito Rotelli, sottolineando che “noi crediamo che i gruppi attivi in campo scientifico in Italia debbano seguire la via di Fca e di Luxottica quindi diventare delle grandi aziende quotate e internazionali. In sanità questo vuol dire un giorno creare un’azienda quotata che sia un connubio fra un’assicurazione e un enorme gruppo ospedaliero europeo. In Europa “oggi c’è ancora tantissimo spazio per fare concentrazioni”, ha osservato il vicepresidente, auspicando che “noi vorremmo essere nei prossimi anni l’attore che crea un grande gruppo ospedaliero europeo da un lato, e dall’altro che poi va a cercare un’assicurazione o un’altra grande realtà complementare, ad esempio nell’health tech”. Rotelli ha anche lanciato un appello al governo: “Per ridurre le liste di attesa servono 30 miliardi in più nel Fondo Sanitario Nazionale. Francia e Germania investono il 9-10 per cento del PIL in sanità, l’Italia solo il sette per cento. Non serve cambiare modello: il nostro sistema Beveridge è tra i migliori. Ma va finanziato: servono risorse per la salute, non per i missili”.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo in videocollegamento, ha sottolineato che “ci troviamo ad affrontare una sanità che cambia. È una popolazione, quella italiana, sempre più longeva, che richiede un’assistenza più attenta ai bisogni sociali oltre che sanitari. Le innovazioni tecnologiche e la ricerca ci permettono cure sempre più avanzate, una qualità della vita migliore per i pazienti. Tutto questo però necessita di un rinnovamento anche del Servizio sanitario nazionale”. Grazie ai fondi del Pnrr “stiamo investendo sull’assistenza territoriale domiciliare, sul processo di modernizzazione e digitalizzazione della sanità”. Al contempo, ha spiegato il ministro, assieme alle Regioni, “lavoriamo per abbattere le liste d’attesa, che oggi sono forse il problema più sentito dai cittadini. Abbiamo davanti a noi sfide complesse, ma anche grandi opportunità per migliorare la qualità del nostro Servizio sanitario nazionale, che resta uno dei beni più preziosi della nostra nazione. Stiamo costruendo la sanità del terzo millennio in un contesto che cambia”, ha aggiunto . Secondo Schillaci, infine, “servono anche alleanze virtuose tra pubblico e privato convenzionato, capaci di valorizzare le risorse, integrare i servizi, garantire equità e accessibilità delle cure ad ogni cittadino in ogni territorio”.

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