Col riscaldamento del mare, le fioriture di alghe rischiano di soffocare la biodiversità

Agosto 2, 2025 - 05:30
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Col riscaldamento del mare, le fioriture di alghe rischiano di soffocare la biodiversità

Il Mar Mediterraneo, Mare Nostrum per gli antichi romani, è un bacino molto peculiare per caratteristiche biologiche, ecologiche e oceanografiche. Ed è, oramai, sotto la lente di ingrandimento da parte degli scienziati per i veloci cambiamenti che sta subendo. I cambiamenti sono rapidi, spesso localmente improvvisi e drastici, al punto tale da creare allarmismi nella popolazione.

Il nostro mare, dunque, non sta bene: è diventato vulnerabile, ma non è il solo. Spostandoci dall’altra parte del globo, troviamo una regione biogeografica che somiglia molto all’area mediterranea, l’Australia sud-occidentale.

In questa regione, i ricercatori segnalano da circa quattro mesi una fioritura algale anomala che interessa la costa meridionale e che, per portata, gravità, diffusione e durata, non ha precedenti in quell’area. La specie interessata è un dinoflagellato, Karenia mikimotoi, un’alga microscopica che non possiamo vedere ad occhio nudo. Il piccolo “killer” sta praticamente causando la morte di pesci, crostacei, molluschi, compresi i cefalopodi (polpi e seppie, per intenderci).

Si sta assistendo a una morìa di massa a causa di un'ondata di calore, amplificata dal protrarsi di mare calmo e dal ritardo dell'avvio dell’inverno, oltre che dall’eccessivo apporto di nutrienti sotto costa dovuto a un'alluvione avvenuta circa un anno fa.

Tutte cause che insieme determinano effetti negativi sugli ecosistemi marini costieri e che si manifestano in eventi poco controllabili dall’uomo. Di conseguenza, l’azione più fattibile è il monitoraggio.

In Australia sono gli stessi cittadini che stanno registrando questa improvvisa e imponente mortalità attraverso la documentazione fotografica di squali, stelle marine, polpi spiaggiati, mentre la pesca commerciale segnala un calo totale delle catture. Dall’analisi delle informazioni dall’app iNaturalist del progetto SA Marine Mortality Events 2025, gli scienziati hanno registrato oltre 15.000 osservazioni di quasi 500 specie di animali marini morti.

Il progetto utilizza l’approccio della citizen science e si basa sulla raccolta dati effettuata da semplici cittadini che osservano una sconvolgente biodiversità marina riversata sulle coste dell'Australia meridionale.

Nei casi di esplosione di fioriture algali gli animali possono morire per effetto dell’azione tossica dei veleni o per asfissia, a causa della riduzione di ossigeno consumato dalle stesse microalghe per accrescersi.

Le microalghe fotosintetiche, in condizioni normali, contribuiscono alla salute degli ecosistemi marini e costituiscono la base della catena alimentare, fissando il carbonio e producendo ossigeno. Tuttavia, in circostanze alterate, alcune specie hanno la capacità di formare proliferazioni cellulari ad alta biomassa anche tossiche. Queste microalghe, principalmente dinoflagellati, possono causare danni alla flora e alla fauna, ma anche agli esseri umani attraverso l'esposizione diretta alle tossine presenti nell'acqua o il consumo dei frutti di mare che le ingeriscono.

Il Mar Mediterraneo è un bacino oligotrofico, povero di nutrienti, dunque particolarmente sensibile all’arrivo improvviso di una grande disponibilità di cibo per questi microrganismi che di conseguenza proliferano. Alcune fioriture possono essere causate da specie algali che producono tossine (ad esempio Ostreopsis ovata), mentre altre causano fioriture non tossiche raggiungendo una elevata biomassa (ad esempio Alexandrium taylorii).

Una ulteriore minaccia è oggi rappresentata dalle microalghe nocive presenti nelle zone tropicali che si stanno espandendo nelle regioni temperate. In Mediterraneo, è stato osservato che molte fioriture di microalghe aliene coesistono con fioriture di specie autoctone, e i meccanismi sono ancora poco conosciuti.

Sebbene le specie autoctone di fitoplancton mediterraneo abbiano sempre manifestato fioriture, le specie aliene rappresentano un nuovo allarme.

A causa della complessità dei meccanismi che scatenano i bloom algali, prevederli non è semplice. In alcuni casi il telerilevamento satellitare, combinato con sensori in situ e modelli matematici, può stimarne la predittività utilizzando la concentrazione di clorofilla. Tuttavia, si tratta di un fenomeno che compare a causa di fattori di diversa natura, meteorologici e idrologici, senza grandi possibilità di previsione, se non di mitigazione.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia