Goa Gajah, circondata da acque sacre che custodiscono segreti millenari

Se c’è un luogo capace di regalare suggestioni uniche, questo è proprio Goa Gajah, un tempio risalente all’IX secolo che conquista chiunque lo visiti. Qui l’atmosfera è pacifica, ma velata di mistero e intrisa di storia. Per accedervi bisogna varcare l’incredibile ingresso di una grotta scavata nella roccia: un volto demoniaco scolpito nella pietra, come a custodire antichi segreti. All’interno regna un silenzio quasi sacro e le statue millenarie vi faranno sentire in contatto con qualcosa di più grande.
I giardini circostanti e le fontane di pietra, perfetti nella loro armonia, completano l’incanto, offrendo lo scenario ideale per immergersi nella calma. Chi si trova in Indonesia, nei dintorni di Ubud, non dovrebbe lasciarsi sfuggire questa esperienza.
La storia e i misteri di Goa Gajah
Sebbene le sue origini restino in parte avvolte nel mistero, si ritiene che il tempio sia stato costruito nel IX secolo, durante la dinastia Warmadewa, un’epoca in cui le influenze indù e buddiste cominciavano a fondersi a Bali. Tra i luoghi sacri più antichi dell’isola, Goa Gajah fu un centro di meditazione per i monaci: al suo interno, buio e silenzioso, si trovano una statua di Ganesha e i simboli del lingam-yoni, testimonianza dell’incontro tra le due tradizioni spirituali.
Il nome del tempio sembra legato all’ingresso della grotta, scolpito con un’enorme e inquietante faccia: per alcuni raffigura un elefante, per altri un demone, e serviva a tenere lontani gli spiriti maligni. Accanto, una vasca con sei figure femminili in pietra che versano acqua era probabilmente utilizzata per la purificazione rituale, pratica tipica delle cerimonie indù.
Rimasto per secoli nascosto dalla vegetazione, il sito fu riscoperto negli anni ’20 da un team di archeologi olandesi. Tra le rovine emersero incisioni, statue di divinità e creature mitiche, prova che Goa Gajah fu un luogo sacro per generazioni e che, per molti, lo è ancora oggi.

Come scoprire il tempio di Goa Gajah
Arrivati al tempio, entrate nella grotta attraversando l’ingresso scolpito, un volto massiccio e inquietante. All’interno verrete avvolti da un’atmosfera fresca, buia e silenziosa, con una statua di Ganesha e gli antichi simboli del lingam-yoni. Sembra un rifugio sacro, perfetto per immergersi nelle vibrazioni del IX secolo: qui è facile immaginare i monaci che, secoli fa, meditavano al suo interno.
Uscite dalla grotta e raggiungete la vasca per i bagni rituali: vedrete sei statue in pietra raffiguranti delle donne che versano acqua, usate per antichi riti di purificazione. La zona è verde e serena, perfetta per scattare foto o semplicemente rilassarsi vicino alle fontane. Potete passeggiare nei giardini circostanti, dove troverete sculture in pietra ricoperte di muschio, piccoli santuari e sentieri nella giungla.
Dove si trova e come arrivare
La grotta di Goa Gajah, nota anche come Grotta dell’Elefante, si trova nel villaggio di Bedulu, nella reggenza di Gianyar. Dista circa 5 chilometri (10 minuti in auto o scooter) a sud-est dal centro di Ubud ed è facilmente raggiungibile tramite Jalan Raya Ubud o Jalan Raya Goa Gajah. Il tempio sorge in una zona verdeggiante circondata da risaie e giungla, vicino ad attrazioni come l’Ubud Monkey Forest e Yeh Pulu.
Prima di entrare, ricordatevi di indossare un sarong perché il tempio è attivo e utilizzato per le preghiere.
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