Intervista con Miguel Ángel Zotto e Daiana Guspero, in scena con “Tango. Historias de Astor” al Teatro Manzoni di Milano: “Il tango è uno stile di vita, un modo di essere, è un abbraccio che avvicina le persone”
Le leggende del tango argentino Miguel Ángel Zotto e Daiana Guspero portano in scena dal 23 al 25 maggio al Teatro Manzoni di Milano “Tango. Historias de Astor”, un evento di grande intensità emotiva e artistica, che omaggia Astor Piazzolla, a 104 anni dalla nascita, e i quaranta anni di carriera del Maestro Zotto.
Lo spettacolo è stato rappresentato per la prima volta a Trani nel 2021, in occasione del centenario della nascita del musicista. Scritto, coreografato, diretto e interpretato da Zotto, è un viaggio che parte dalle radici italiane della famiglia Piazzolla, prosegue con l’infanzia tra Argentina e New York, attraversa l’amicizia con Carlos Gardel e l’epoca d’oro delle grandi orchestre e giunge fino alla rivoluzione del nuevo tango, le polemiche e infine la consacrazione, raccontando non solo l’uomo e l’artista, ma anche una parte profonda della società argentina e delle sue contraddizioni. Un racconto guidato dalla figura poetica di un “angelo del tango” a cui Astor affida la sua memoria.
Oltre a Zotto e alla sua compagna artistica Daiana Guspero, si esibiscono altre quattro coppie di ballerini professionisti della compagnia Tango X2: Gonzalo Cuello e Andrea Kuna, Ludovica Antonietti e Cristian Luna, Matteo Antonietti e Ravena Abdyli, Suria Lopez Echeverria e Mauro Rodriguez. La musica dal vivo è affidata alla prestigiosa Tango Sonos Orquesta, composta da Antonio Ippolito (bandoneón), Nicola Ippolito (pianoforte), Alessio Menegolli (contrabbasso) e Simone Rossetti Bazzaro (violino).
A dare voce al repertorio di Piazzolla, ma non solo, sarà Luca Gaudiano, vincitore di Sanremo Giovani 2021 nella sezione Nuove Proposte, mentre il racconto sarà guidato da un “angelo del tango”, interpretato dall’attrice e cantante Jessica Lorusso.
In programma, i capolavori di Piazzolla: da Libertango a Adiós Nonino, da Triunfal a Milonga del Ángel, fino a Quejas de Bandoneón prendono nuova vita in un intreccio perfetto tra danza e musica, in cui ogni passo, ogni gesto, ogni nota raccontano la passione, la nostalgia e la forza di una tradizione che continua ad evolversi.
In questa intervista Miguel Ángel Zotto e Daiana Guspero ci hanno raccontato com’è nata l’idea di “Tango. Historias de Astor”, cosa rappresenta per loro questo ballo e i ricordi legati all’incontro speciale con Papa Francesco.
Siete in scena al Teatro Manzoni di Milano dal 23 al 25 maggio con “Tango. Historias de Astor”, com’è nata l’idea di questo spettacolo, che è un doppio omaggio, poiché celebra i quaranta anni di carriera del Maestro Zotto e i 104 anni dalla nascita di Astor Piazzolla?
Miguel Angel Zotto: “L’idea è nata da una lettera che mi ha scritto Horacio Ferrer, che era il compositore della musica di Astor Piazzolla. Ho pensato quindi di omaggiare il grande musicista con questo spettacolo, che è stato rappresentato per la prima volta a Trani, essendo io e Daiana direttori artistici del Festival del tango, nel 2021, in occasione del centenario della sua nascita. Ho conosciuto Astor nel 1989 a Parigi, tramite un amico comune, José Pons, così è nata un’amicizia, tanto che poi mi ha affidato le coreografie dell’allestimento di Broadway di Maria de Buenos Aires e da quel momento ho iniziato a documentarmi per conoscere la musica di Piazzolla e la sua storia. Inoltre sono quaranta anni da quando ho firmato il mio primo contratto nel 1985, anche se ballavo già da prima. Quindi è una doppia festa”.
Questo spettacolo è un viaggio emotivo e artistico che parte dall’Italia per poi arrivare all’Argentina…
Miguel Angel Zotto: “Dopo Milano, faremo tappa in Sardegna, poi al Teatro Romano di Verona, mentre in agosto, approfittando delle vacanze estive delle nostre figlie, andremo in Argentina a festeggiare i miei quaranta anni di carriera”.
Il tango è passione, è nostalgia, è sogno, emozione. Che cosa rappresenta per voi?
Daiana Guspero: “Per me è anche uno stile di vita, un modo di essere, un riflesso della tua personalità. Il tango mi ha dato un’identità che inconsapevolmente cercavo e che ho scoperto e creato realmente attraverso questo ballo, avendo ovviamente al mio fianco il maestro Zotto che mi ha aiutato tantissimo”.
Miguel Angel Zotto: “Un altro aspetto da considerare è che con l’avvento della tecnologia la coppia tende ad allontanarsi, mentre la gente vuole abbracciarsi. L’abbraccio nel tango è molto importante, perché puoi fare amicizia, puoi innamorarti. Se con la pandemia le persone si sono allontanate ancora di più, con il tango possono avvicinarsi”.
In “Tango. Historias de Astor” ci sono musica, parole, tango e anche storia, perché il 25 maggio, giorno in cui voi sarete in scena al Manzoni, è anche una data simbolica per l’Argentina, essendo il Dìa de la patria, in cui si commemora la Rivoluzione di maggio del 1810, primo passo verso l’indipendenza argentina …
Daiana Guspero: “È un giorno molto importante per noi argentini, in cui c’è stato il primo governo, e viene festeggiato alla presenza di tutte le autorità. Quindi siamo felici di festeggiarlo sul palco con il nostro spettacolo, diffondendo il tango che ci rappresenta in tutto il mondo”.
Avete danzato il tango per Papa Francesco, che ricordo conservate di quel momento?
Miguel Angel Zotto: “E’ una lunga storia quella con Papa Francesco. Prima di aprire la nostra Academy in via Watt a Milano, avevo trovato un posto che non sapevo essere della Chiesa. Ero andato a vederlo diverse volte e un giorno un sacerdote mi ha detto che Francesco, che in quel periodo era arcivescovo di Buenos Aires, era molto contento che noi fossimo lì. Nel 2000 l’avevo incontrato alla Casa Rosada in Argentina, e quando dopo diversi anni abbiamo ballato per lui in Vaticano e l’abbiamo salutato si ricordava di noi”.
Daiana Guspero: “E’ stato Papa Francesco a invitarci in Vaticano e ballare per lui è stata un’emozione unica, che porterò per sempre nel cuore. Quando siamo andati a salutare il Papa gli ho detto: “Santo Padre, quanto mi piacerebbe darle un abbraccio tanguero”. E lui mi ha risposto: “E a me quanto piacerebbe ballare un tango con te”. In quel momento ho toccato il cielo con le dita. I cardinali presenti sorridevano e invitavano Papa Francesco a fare un passo di tango. Ovviamente non si poteva, perché doveva ancora salutare tante persone, ma è stato un giorno davvero emozionante”.
di Francesca Monti
Si ringraziano Manola Sansalone e Claudia Zambianchi
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