Per una reale decarbonizzazione dell’ex Ilva serve l’idrogeno verde, approvato l’odg L’Abbate

Agosto 4, 2025 - 20:00
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Per una reale decarbonizzazione dell’ex Ilva serve l’idrogeno verde, approvato l’odg L’Abbate

In un’epoca segnata dalla crisi climatica e dalla necessità di riconvertire l’industria pesante, l’idrogeno verde si impone come risorsa strategica per la decarbonizzazione e per il rilancio occupazionale. L’Italia, e in particolare la Puglia, può giocare un ruolo chiave nella filiera dell’idrogeno, offrendo un’opportunità concreta per coniugare ambiente, lavoro e innovazione. Un esempio emblematico è rappresentato dall’acciaieria ex Ilva di Taranto, oggi tra i maggiori impianti siderurgici d’Europa, ma da tempo al centro di controversie ambientali e sociali.

L’idrogeno verde è il combustibile per la svolta, per poter eliminare le fonti inquinanti, quindi decarbonizzare: viene prodotto attraverso l’elettrolisi dell’acqua alimentata da energia rinnovabile, senza emissioni di CO₂. Secondo Irena (International renewable energy agency), entro il 2050 l’idrogeno potrebbe coprire fino al 12% della domanda energetica globale. In Italia, il Piano nazionale per l’idrogeno stima la creazione di oltre 200.000 nuovi posti di lavoro diretti e indiretti entro il 2050, con investimenti strategici nei settori della mobilità, dell’industria e della generazione di calore. Ma deve essere sostenuto da questo Governo, che mostra invece di volere procedere dalla parte opposta continuando ad utilizzare gas e carbone.

La filiera dell’idrogeno ha un impatto positivo sull’occupazione locale, specie in regioni come la Puglia, dove si incrociano le esigenze di riconversione industriale e la disponibilità di risorse rinnovabili, come il sole e il vento. Secondo il Politecnico di Bari, un impianto di elettrolisi da 100 MW può generare fino a 250 posti di lavoro diretti, oltre a migliaia nell’indotto e nella fase di costruzione.

Tornando all'Ilva, la riconversione passa attraverso l’adozione di tecnologie come il Dri (Direct reduced iron), che consente di produrre preridotto utilizzando anche idrogeno, al posto del gas naturale o del carbone. Questa tecnologia è già in uso in progetti pilota in Svezia (Hybrit), Germania (Thyssenkrupp e Salzgitter) e Austria (Voestalpine), dove sono stati avviati impianti alimentati a idrogeno verde con il supporto di fondi pubblici e privati.

In Svezia, il progetto Hybrit ha già avviato la produzione di acciaio green senza l’uso di combustibili fossili, con il coinvolgimento diretto di Ssab, Vattenfall e Lkab. Un esempio che Taranto potrebbe seguire, conservando i posti di lavoro e tutelando la salute dei cittadini, potrebbe inoltre posizionare l’Italia come leader della siderurgia verde in Europa.

Un passo significativo verso questa visione è arrivato con l’ordine del giorno che ho presentato e che è stato accolto dal Governo nel contesto dell'ennesimo decreto Ilva. Il testo impegna l’esecutivo su tre fronti cruciali: continuare l’opera di bonifica e di risanamento ambientale-sanitario delle aree industriali interessate dall’ex Ilva; continuare a salvaguardare la continuità produttiva e occupazionale degli impianti siderurgici ex Ilva, assicurando il pieno coinvolgimento delle parti sociali e degli enti locali interessati; promuovere la filiera di produzione dell’idrogeno verde nel Sud Italia e, in particolare, nella regione Puglia, in coerenza con gli impegni europei in materia di transizione energetica e neutralità climatica.

La decarbonizzazione della siderurgia è essenziale per raggiungere gli obiettivi del Green deal europeo e per questo ho chiesto di reinserire esplicitamente il vincolo dell’uso di idrogeno da fonti rinnovabili nella produzione di preridotto, dopo che la versione precedente del decreto aveva eliminato tale riferimento anche con il passaggio dei fondi dal Pnrr al Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). La Puglia, già tra le prime regioni italiane per produzione di energia da fonti rinnovabili, può diventare il baricentro della nuova economia dell’idrogeno. Alcuni progetti in sviluppo fra Bari, Brindisi e presso il porto di Taranto mirano a creare hydrogen valley e impianti di elettrolisi alimentati da fotovoltaico.

Il rilancio dell’ex Ilva con tecnologie verdi, accompagnato da una filiera dell’idrogeno locale, significherebbe non solo risanare un territorio devastato dall’inquinamento, ma offrire lavoro stabile e qualificato a migliaia di persone. È una sfida che richiede visione, investimenti pubblici e privati, ma soprattutto coraggio politico. La direzione è tracciata, ma bisogna crederci e porre come priorità la salvaguardia della salute dei cittadini e il mantenimento dei livelli occupazionali.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia