Scalata di Mediobanca, indagati a Milano Caltagirone, Milleri e Lovaglio: nel mirino il “patto segreto” dietro l’operazione
È dalla Procura di Milano che viene sganciata la “bomba” sul risiko bancario degli scorsi mesi, che aveva portato Monte dei Paschi di Siena a conquistare il controllo di Mediobanca.
L’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, immobiliarista romano ed editore dei quotidiani Il Messaggero e Il Mattino, il presidente di Luxottica e della sua controllante lussemburghese Delfi Francesco Milleri, e l’amministratore delegato di MPS Luigi Lovaglio, sono indagati dalla Procura di Milano per le ipotesi di reato di aggiotaggio e di ostacolo alle autorità di vigilanza,.
Secondo gli inquirenti i tre avrebbero concordato l’Ops (offerta pubblica di scambio, ndr) da oltre 13 miliardi di euro con la quale Monte dei Paschi di Siena, di cui il governo era primo azionista dopo il salvataggio dell’istituto di credito senese a rischio crack per i prodotti finanziari derivati nel 2008-09, tra gennaio e ottobre 2025 ha conquistato il controllo di Mediobanca. Una mossa attraverso la quale Caltagirone e Luxottica-Delfin avevano ottenuto anche le quote della banca d’affari milanese in Generali, di cui Mediobanca è prima azionista col 13,2% e in cui possiedono già corpose quote.
Operazione, benedetta dal governo Meloni, con cui Caltagirone e MIlleri avevano non solo conquistato piazzetta Cuccia, ma di fatto ridisegnato la mappa del credito e del potere in Italia.
A rivelare i dettagli dell’indagine milanese è il Corriere della Sera, che sottolinea come lo stesso gruppo Caltagirone e Delfin siano indagate come persone giuridiche nell’inchiesta condotta dal pool economico del procuratore aggiunto Roberto Pellicano.
Secondo le indagini sviluppate dal Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e coordinate dai pm Luca Gaglio e Giovanni Polizzi, Caltagirone avrebbe taciuto al mercato il concerto tra il suo gruppo e la Delfin, guidata dal manager Milleri, che gestisce Luxottica e la holding dopo la morte nel 2022 del patron Leonardo Del Vecchio.
Tra Caltagirone, Milleri e Lovaglio vi sarebbe stato un “accordo segreto”: i tre avrebbero deciso di operare congiuntamente sugli stessi prodotti per arrivare alla conquista di Mediobanca. In particolare l’alleanza avrebbe iniziato a muovere i primi passi a fine 2024, con l’acquisto coordinato di una quota di azioni Mps cedute dal ministero del Tesoro quando il dicastero era primo azionista dell’istituto creditizio senese. L’azione parallela è continuata sugli acquisti delle azioni di Mediobanca tramite Opas (Offerta pubblica di acquisto e scambio), violando l’obbligo di lanciare un’Opa non appena hanno raggiunto una quota congiunta del 25% delle azioni di Mediobanca.
L’accordo non dichiarato al mercato, in violazione delle regole, sarebbe stato celato in particolare alla Consob, l’autorità di vigilanza sulla Borsa, alla Banca centrale europea, vigilante sul sistema creditizio, e all’Ivass, vigilante sul mondo delle assicurazioni.
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