Superman Recensione

Agosto 2, 2025 - 00:30
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Superman Recensione

Superman RecensioneC'è qualcosa di profondamente confortante e "caldo" nel Superman di James Gunn: in mezzo a palazzi che crollano e minacce astronomiche, c'è un messaggio - come in fondo ci si aspetta da un film di supereroi - ed è questo messaggio ad aver infastidito la frangia più ottusa della società di oggi, un messaggio potentissimo nella sua semplicità: l'empatia non è un errore, ma un modo di vivere legittimo quanto il - se non di più del - vivere senza fidarsi di nessuno e guardando solo alla via più breve fra due punti, in un certo senso. Esiste un bene assoluto ed esiste un male assoluto, ed è ora che, in un periodo storico di oscurità e "noi contro voi", si torni a guardare... in alto, come i bambini che con il torcicollo seguono il fluttuare di Superman nei cieli di Metropolis. Perché la cosa più importante è cercare sempre di fare la migliore delle scelte che ci troviamo davanti. [caption id="attachment_1102130" align="aligncenter" width="800"]Guarda verso l'alto Guarda verso l'alto[/caption]

In media... Lex

Il primo impatto con il film di Gunn è da subito positivo e straniante, perché inizia con delle spettacolari inquadrature dell'Antardide e qualche riga di testo che riassume, senza perdere troppo tempo, gli eventi necessari a far partire il film di corsa: esistono i Metaumani, tutti con poteri assurdi; Kal-el è stato mandato sulla terra 30 anni prima per proteggerla e 3 anni fa si è presentato al mondo come Superman per la prima volta; e infine 3 mesi fa è intervenuto in un conflitto fra 2 nazioni per evitare spargimenti di sangue, gestendo a suo modo il presidente della nazione con il coltello dalla parte della lama, fra le due (Israele, diciamocelo). Questo suo intervento ha smosso equilibri geopolitici piuttosto fragili - e fumosi - ed è da un combattimento fra Superman e il Martello di Boravia che il film parte, con Superman momentaneamente sconfitto e tornato alla fortezza della solitudine per guarire al volo e tornare a Metropolis a combattere il supercattivo. La potenza del film è chiara fin da subito, e la non-necessità di doversi sorbire un'ennesima origin story è liberatoria e crea da subito un'atmosfera di gran respiro, con un parallelo piuttosto marcato alle linee narrative più interessanti dei fumetti di Supes - fra tutte, All Star Superman - che, esse stesse, partono appunto... in corsa. [caption id="attachment_1102124" align="aligncenter" width="1200"]Il conflitto fra Superman e Lex è prima morale poi quasi etico Il conflitto fra Superman e Lex è prima morale poi quasi etico[/caption] Da qui in poi toccherò solo tangenzialmente la trama, ma ti basti sapere che questo Superman è sicuramente un film concentrato sulla parte più umana del supereroe, cosa che, forse più di tutti gli altri supereroi se non Batman, è parte integrante del DNA dell'uomo in calzamaglia. Non fraintendermi, il 95% del tempo a schermo di David Corenswet - che veste con assoluta facilità il doppio ruolo di Clark Kent e Superman -  è nel ruolo di Superman, ma non è la sua superforza o il suo sguardo laser ad essere al centro del palcoscenico narrativo del film di Gunn, ma i momenti che rendono Superman, essenzialmente... umano. Ci sono due fasi di dialogo indelebilmente memorabili, nel film, che servono a inquadrare non solo Superman di per sé, ma anche a tracciarne una linea di demarcazione da Lex Luthor - un Nicholas Hoult che porta a schermo forse il miglior Luthor di sempre - e, stranamente, da Lois Lane - una Rachel Brosnahan a suo agio e onestamente bellissima. Il supereroe con la S sul petto avrà sì tutti i poteri che conosciamo, ma è il fatto che li usi per il bene, che lo contraddistingue. Avrebbe il potere di schiacciarci come formiche e di appallottolare la terra in una briciola, ma ci salva ancora, e ancora, e ancora. La scena nella quale vola per salvare uno scoiattolo da dei pesanti detriti che stanno per schiacciarlo farà sorridere alcuni, ma è narrativamente ed emotivamente significativa: la vita è importante, per Clark. Alcune rivelazioni sulla sua vera missione - o meglio, la vera ragione per la quale i suoi genitori l'hanno spedito sulla Terra prima della distruzione di Krypton - sottolineano ancora di più quanto il fare del bene, l'essere un faro di umanità ed empatia e gentilezza, sia per Kal-el prima di tutto una scelta, più che una vocazione o un destino. È ciò che facciamo, che ci definisce, in fondo, non ciò che siamo. [caption id="attachment_1102126" align="aligncenter" width="1200"]Il Daily Planet è toccato solo in un paio di situazioni, ma anche qui il cast si dimostra perfetto Il Daily Planet è toccato solo in un paio di situazioni, ma anche qui il cast si dimostra perfetto[/caption]

Orgoglio o gentilezza

Il confronto con Lois di cui parlavo prima è una finestra nel modo di pensare ed essere di Superman: "della gente stava per morire" è l'unica giustificazione del superuomo verso le sue azioni nel conflitto fra le due nazioni di cui parlavo ad inizio recensione. E non c'è bisogno di altre ragioni, a dirla tutta. "Della gente stava per morire", e intervenire per fermare chi sta puntando l'arma verso l'altro non dovrebbe essere una scelta ragionata, motivata da ragioni politiche o economiche: deve essere istintivo, perché è la cosa giusta da fare. La gentilezza è davvero punk rock, oggigiorno, e James Gunn dimostra sensibilità nell'averlo capito "in anticipo" e forza nel mettere a schermo una lezione di vita che oggi va ricordata, perché la natura del mondo in cui viviamo ci spinge a dimenticarlo di continuo. È però il confronto dialettico e morale con Lex quello che ho trovato più interessante. Prima parlavo del miglior Luthor a schermo finora, e lo dimostra il fatto che non ricordo un Lex così efficace. Per tre quarti del film Lex è perfettamente in controllo della situazione, addirittura anticipando le mosse di Superman e nascondendo allo spettatore stesso alcuni dettagli del suo piano. Sono chiaramente i suoi Ultraman e Ingegnere ad essere essenziali nel piano di voler uccidere Superman, ma Hoult porta a schermo un villain piena dimostrazione del fatto che il cervello sa essere ben più potente della forza bruta. Il conflitto con Superman si manifesta sì come un conflitto di forze, inarrestabili e contrarie grazie all'ossessione di Lex per il supereroe e per il suo profondo desiderio di liberarsi del kryptoniano, ma la maschera di conflitto morale che il film tiene per gran parte della sua durata - e che avrei altrimenti trovato piuttosto standardizzata come origine e come messa in scena - con Kal-el e Lex ai poli opposti di una bilancia morale chiara, come in molti fumetti che vedono il supereroe al loro centro, scompare con due frasi di Lex. [caption id="attachment_1102127" align="aligncenter" width="1200"]Corenswet è un Superman perfetto Corenswet è un Superman perfetto[/caption] La forza di Superman dimostra quanto deboli siamo come umani. L'ottimismo e l'umanità di Superman dimostrano quanto disumani e sfiduciosi verso il prossimo sappiamo essere come razza. Certo, per sua stessa ammissione Superman è umano come tutti gli altri, ha paura, si sveglia ogni giorno non sapendo cosa fare ma va avanti lo stesso, cercando di fare la scelta migliore ogni volta, ed è questa la sua forza più grande. È questo che lo rende umano. Il fatto che persino un superuomo capace di fermare un palazzo in caduta libera con due mani sia in grado di fallire e lo faccia di continuo, dà speranza a noi. Persino fallendo, Superman ci dà speranza. Un messaggio davvero potentissimo, non ho altro modo di dirlo.

La Gang della giustizia

Guardando quindi Superman come l'umano che dichiara di essere, è la sua rete sociale quella che lo aiuta ad essere sé stesso, e gli dà una motivazione per continuare a combattere con il bene. Se il team al Daily Planet non ha troppo modo di brillare, tolto Jimmy Olsen (Skyler Gisondo) e la stessa Lois Lane, il gruppo funziona con un equilibrio che spero i prossimi film siano maggiormente in grado di esplorare. Dalla sua, il kryptoniano ha però altri supereroi pronti ad aiutarlo: la Gang della Giustizia, con a capo Guy Gardner, aka uno dei Lanterna Verde (Nathan Fillion), affiancato da Hawkgirl (Isabela Merced) e Mister Terrific (Edi Gathegi). Questi hanno fortunatamente molto più tempo a schermo, ponendosi prima come "alternativa" meno delicata a Superman (il combattimento con un bestione gigante in città vede Kal-el cercare di neutralizzarlo per poterlo portare in uno zoo spaziale e studiarlo, mentre la Gang vuole solo farlo fuori il più velocemente possibile) e poi come forza di supporto al kryptoniano. [caption id="attachment_1102125" align="aligncenter" width="1200"]La Gang della Giustizia funziona ed è un piacere da vedere in azione La Gang della Giustizia funziona ed è un piacere da vedere in azione[/caption] Tutti e 3 i membri della Gang brillano a schermo e funzionano a livello di chimica, peccato solo per il poco tempo passato con Hawkgirl, forse dovuto ai diversi impegni di Isabela Merced soprattutto con la seconda stagione di The Last of Us HBO. Ovviamente non posso avvicinarmi alla fine di questa recensione senza parlare di un "personaggio" che ruba la scena in ogni momento in cui è a schermo: Krypto. Il cane di Kal, o meglio il cane di sua cugina Kara Zor-el, è l'equivalente DC di un diavolo della tasmania: porta costantemente dinamismo e caos in ogni scena, e rappresenta l'ennesimo segnale di un Superman che vuole farci sperare e sorridere, più che incupirci. Krypto è anche la punta di diamante di una CGI utilizzata bene - più di quanto abbia visto fare dall'MCU di recente - che ti immerge nelle vicende a schermo in un modo che solo i cinecomic ben fatti sono in grado di fare. Si va in posti molto assurdi, in questo Superman, da paesaggi artici, a brecce dimensionali, a universi tascabili, e CGI e musica tengono botta con bravura e capacità. Va un particolare plauso a David Fleming e John Murphy per la colonna sonora, capace di rievocare l'indimenticabile tema di John Williams - e persino rendergli omaggio a fine film - ma anche di ritagliarsi una sua identità definita. [caption id="attachment_1102129" align="aligncenter" width="1200"]Partendo in media res, non c'è il peso di un'altra origin story a rallentare il moto del film Partendo in media res, non c'è il peso di un'altra origin story a rallentare il moto del film[/caption]

Superman Recensione - Conclusioni

Superman è il film di cui sentivo il bisogno. Al tempo ero stato un fan del Superman di Snyder e della curva più moody e cupa dell'universo supereroistico DC, ma per come sto ora, per come il mondo sta ora, la sensazione - anzi, l'illusione - di poter alzare la testa e veder passare Superman, invece che dover guardare in alto per capire dove le bombe che stanno lanciando atterreranno, è il tipo di ottimismo di cui abbiamo bisogno. Superman, come eroe e come film, ci fa alzare la testa e guardare in alto, sperando in un salvatore che sì mostri poteri straordinari ma che non lasci mai indietro - e che ci ricordi costantemente - di quanto la spinta ad aiutare il prossimo sia profondamente umana, come lo è l'incespicare nel tentare di fare la cosa giusta. Il mondo oggi è già abbastanza oscuro così, e i nostri supereroi, oggi, devono riflettere una Terra migliore: il film di Gunn lo fa, partendo da un mondo verosimile e mettendo al centro la parte più umana di un supereroe che con la sua umanità... è straordinariamente punk rock.

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