AI più amica del pianeta? Il nuovo sistema FCI promette il 45% in meno di emissioni

Novembre 28, 2025 - 15:03
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Ormai i data center crescono a ritmo vertiginoso e il consumo energetico dell’AI pesa sempre di più sulle reti elettriche globali, ma un gruppo di ricercatori dell’Università della California, Riverside ha proposto una soluzione diversa dalle strategie finora utilizzate. Secondo il team non si tratta semplicemente di spostare i carichi di lavoro nelle ore in cui l’elettricità proviene da fonti più pulite, ma di ripensare il modo stesso in cui le operazioni dell’AI vengono distribuite all’interno delle infrastrutture digitali.

Il sistema sviluppato, chiamato Federated Carbon Intelligence (FCI), si basa sull’idea che le emissioni collegate all’intelligenza artificiale non dipendono solo dalla fonte energetica, ma anche dallo stato fisico delle macchine che eseguono i calcoli. Con l’invecchiamento, l’aumento della temperatura interna e lo stress operativo, i server consumano di più e generano maggiori quantità di CO2. Secondo lo studio, ignorare questa componente significa perdere un margine significativo di riduzione delle emissioni.

FCI monitora in tempo reale età, temperatura, usura e condizioni operative delle macchine, affiancando questi dati alle informazioni sull’intensità carbonica dell’elettricità disponibile. Il risultato è una sorta di “navigatore” che indirizza ogni processo AI verso il server più efficiente in quel dato momento, evitando quelli in fase di deterioramento o troppo caldi.


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Redazione Redazione Eventi e News