Al confine tra comunità e imprese, Visconti: «Un legame da ripensare»

Fare impresa vuol dire costruire relazioni col territorio e le persone che vi vivono, e il territorio genera ricchezza grazie alle sue imprese. Ma come è cambiato il rapporto tra imprese e comunità nel tempo? E quando il legame col territorio può diventare un ostacolo alla crescita? Ne ha parlato Federico Visconti, presidente della Fondazione Comunitaria del Varesotto e docente di Economia dell’Università Cattaneo di Castellanza, in occasione del Festival della Meraviglia, in corso a Laveno Mombello tra il 16 e il 18 maggio. Scopri il programma del festival
«In Italia – spiega Visconti – il legame che unisce imprese e società ha una storia lunghissima. È proprio quella tradizione di idee e di risorse generate e custodite dalle comunità nel corso degli anni che ha permesso la nascita delle prime aziende e alimentato la formazione dei più importanti poli manifatturieri del nostro Paese».
Ma col tempo il contesto economico è cambiato e le condizioni di oggi sono molto da quelle che videro nascere le più grandi aziende italiane. Nonostante ciò, Visconti è convinto che il legame forte che esisteva tra comunità e imprese vada ancora custodito. «L’impresa – sottolinea infatti Visconti – è il primo posto dove si creano posti di lavoro e benessere. È necessario ripensare il rapporto tra aziende e comunità, ma il concetto di impresa deve essere sempre legittimato. Allargare un’azienda, e generare più posti di lavoro, vuol dire trovare nuove idee, creare nuovi prodotti, stipulare accordi. È un lavoro complesso e che richiede molto impegno, soprattutto per le aziende più piccole».
Ci sono comunque delle situazioni in cui è proprio il legame con il territorio ad ostacolare la crescita di un’impresa. «Rivolgersi esclusivamente al proprio territorio può diventare una condanna – aggiunge Visconti -. Al contrario, esistono piccole aziende che sono diventate leader delle proprie nicchie di mercato perché si sono avventurate in un contesto europeo. Allo stesso modo, un’università che vuole crescere e diventare più prestigiosa, deve riuscire ad attirare studenti provenienti anche da lontano. In altre parole, bisogna evitare l’autoreferenzialità del proprio territorio».
«Abbattere i confini e cambiare punto di vista», si accende il Festival della Meraviglia a Laveno
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