Asia: gli economisti prevedono un calo delle esportazioni per effetto dei dazi Usa

Le politiche tariffarie imprevedibili del presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno spinto numerosi esportatori asiatici – dai produttori di chip a quelli di giocattoli – ad anticipare le spedizioni verso i porti nordamericani per evitare l’aumento dei dazi. Ma secondo gli analisti, questo effetto di “front-loading” che ha spinto al rialzo l’export asiatico potrebbe esaurirsi presto, con un conseguente calo netto delle esportazioni verso gli Usa nei prossimi trimestri. L’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti potrebbe ridurre la spesa dei consumatori e limitare il margine della Federal Reserve (Fed) per tagliare i tassi d’interesse, aggiunge il quotidiano giapponese “Nikkei”. Una minore domanda interna negli Stati Uniti si tradurrebbe in un calo delle importazioni, con possibili ripercussioni sulle economie asiatiche, costrette ad aumentare lo stimolo fiscale o tagliare i tassi prima della Fed.

Secondo la National Retail Federation, le importazioni nei porti statunitensi sono cresciute del 2,1 per cento su base annua a luglio, ma si prevede un crollo a partire da agosto, fino a toccare il minimo da aprile 2023 con 1,7 milioni di container a novembre. Intanto, i costi di spedizione tra Shanghai e Los Angeles sono crollati del 55 per cento in poco più di un mese, segnalando una domanda in calo. Il fenomeno ha colpito in particolare il settore dell’elettronica, con un’impennata di importazioni da Taiwan, Corea del Sud e Giappone. Ma dopo mesi di corse alle spedizioni, anche i principali operatori logistici notano un rallentamento: secondo Jimmy Ting di Great World Logistics, gli invii accelerati si sono “in parte attenuati” dopo l’introduzione dei dazi “reciproci” annunciati da Trump.

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