Auto elettriche usate, non solo risparmio: valore residuo, costi e sostenibilità ambientale

Dicembre 11, 2025 - 20:00
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Auto elettriche usate, non solo risparmio: valore residuo, costi e sostenibilità ambientale

Con il mercato dell’auto elettrica usata in aumento e il valore residuo dei Bev che comincia a stabilizzarsi, il 2026 potrebbe essere l’anno giusto per chi valuta un acquisto attento tra risparmio e sostenibilità

Secondo lo studio Una scelta elettrica oggi. Una scelta di valore domani – realizzato da Motus-E e Quattroruote Professional – pubblicato a inizio 2025, nel nostro Paese le quotazioni delle auto elettriche usate scontano una limitata conoscenza del prodotto.

Da qui un mercato dell’usato che in questo anno ha stentato a decollare… tuttavia lo scenario potrebbe cambiare, grazie a una cresciuta comprensione della tecnologia elettrica.

Il mercato delle elettriche usate prende quota

Infatti, negli ultimi mesi il mercato italiano dell’usato elettrico ha registrato una significativa crescita. Secondo dati recenti, si arriva a circa 5.000 passaggi di proprietà di veicoli elettrici al mese, cifra che pur restando modesta in termini assoluti – circa l’1% del totale delle trasferenze – segna comunque una svolta rispetto agli anni precedenti.

Questo aumento coincide con una maggiore offerta di modelli usati, spesso con chilometraggi moderati e in condizioni accettabili, grazie alla giovane età del parco circolante elettrico.

Alcuni esempi diffusi sul mercato mostrano modelli come la Kia e-Niro o la Cupra Born proposte intorno ai 20-22.000 euro con decine di migliaia di km; oppure modelli entry-level come la Dacia Spring venduti sotto i 10.000 euro.

Questo contesto – maggiore offerta, prezzi ridotti, domanda in crescita – rende il 2026 un anno potenzialmente favorevole per chi valuta un usato elettrico, anche come prima auto elettrica.

Valore residuo e costi di possesso: l’usato elettrico inizia a stabilizzarsi

Un elemento chiave per valutare la convenienza dell’usato elettrico è il valore residuo. Lo studio di Motus-E e Quattroruote evidenziava già a inizio anno che molte Bev mantengono oggi una buona quota del loro valore originario: secondo i dati, un’auto elettrica di un anno con circa 15.000 km vende in media con il 67,5% del prezzo di listino attualizzato.

Questo allevia una delle principali perplessità nel comprare elettrico: la paura di un deprezzamento rapido. Se a questi si aggiungono i costi di esercizio significativamente più bassi – energia, manutenzione e assenza di molte componenti meccaniche soggette a usura – il bilancio economico a medio termine inizia a essere competitivo.

Secondo analisi recenti, una parte consistente di auto elettriche usate risulta già a costo totale di proprietà (Tco) inferiore rispetto a equivalenti auto termiche, quando i chilometri percorsi e le condizioni d’uso sono adeguati.

Dal confronto emergono i profili di utenti per i quali un Ev di seconda mano può rappresentare un’ottima scelta:

  • chi percorre chilometraggi medio-alti: il risparmio su carburante ed energia si ripaga più rapidamente
  • chi dispone di ricarica domestica o facilmente accessibile: riduce sensibilmente i costi energetici rispetto al rifornimento fossile
  • chi cerca un’auto urbana o comunque per spostamenti quotidiani: autonomia modesta, ma sufficiente per uso quotidiano
  • chi punta su un orizzonte di medio termine (5-7 anni): valore residuo più stabile, costi gestionali ridotti, usura inferiore

In questi casi l’usato elettrico rappresenta un buon compromesso tra budget, sostenibilità e praticità quotidiana. Tuttavia, non si deve pensare che sia tutto rose e fiori. Alcuni elementi restano ancora fragili:

  • l’nfrastruttura di ricarica non omogenea: in molte zone – specialmente fuori dalle grandi città – la rete di colonnine resta scarsa o poco affidabile. Ciò limita la convenienza se non si dispone di ricarica privata
  • il deprezzamento e le incertezze sul valore futuro: nonostante la stabilizzazione, il mercato Ev è ancora giovane e soggetto a evoluzioni rapide. Nuovi incentivi, modi di uso, evoluzioni tecnologiche possono influenzare le quotazioni
  • le condizioni della batteria e la manutenzione futura: anche se studi recenti sull’usato mostrano che molte batterie mantengono buona capacità, l’usura e il degrado sono variabili critiche
  • i costi fissi e assicurativi: in alcuni casi sono superiori rispetto a veicoli tradizionali, specialmente su modelli premium o con componentistica più costosa

In conclusione, però, valutare nel 2026 l’acquisto di un’auto elettrica usata è un’opzione credibile, seppur vada fatta con consapevolezza: valore residuo, costi operativi, offerta ampia e maggior fiducia del pubblico fanno crescere l’attrattiva.

Ma la convenienza non è automatica, dipende fortemente dal profilo dell’acquirente, dall’uso che farà del veicolo e dalle condizioni infrastrutturali.

Comprare un Ev usato potrà essere conveniente – calcolando bene consumi, ricariche e stile di vita – e potrà rappresentare un passo concreto verso una mobilità più sostenibile ed economica, senza gli eccessi di prezzo del nuovo e con rischi ragionati.

Crediti immagine: Depositphotos

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