Beppe Sala resta e lancia la fase 2 per Milano: “Le mie mani sono pulite”. Si dimette l’assessore Tancredi

Va avanti il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, anche dopo l’indagine a sua carico nelle inchieste sull’urbanistica. E dopo giorni bui di riflessione, sofferenza, dubbi, ha rilanciato l’azione politica sua e della giunta per la città di Milano, come gli aveva chiesto anche il Pd, il partito di maggioranza relativa che lo sostiene.
Ha fatto invece un passo indietro, come atteso, l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune Giancarlo Tancredi, per cui la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari. Per lui mercoledì ci sarà l’interrogatorio di garanzia davanti al gip.
Le parole di Beppe Sala in Consiglio comunale
Le prime parole, attesissime, del sindaco davanti all’aula del Consiglio comunale sono state di difesa della sua integrità morale per il lavoro portato avanti sempre nell’interesse della città: “In tutto ciò che ho compiuto nel mio mestiere di sindaco – ha rivendicato – non esiste una singola azione che possa essere attribuita a un mio personale vantaggio. Le mie mani sono pulite”. Non ha voluto dare giudizi Sala sull’operato della magistratura, ma nel discorso ha ripercorso le accuse che gli sono state rivolte, punto per punto, rigettandole e puntualizzando ancora una volta che ha saputo di essere indagato dai giornali.
Lo scontro tra Sala e Marcora di Fratelli d’Italia
Mentre il primo cittadino parlava in aula, fuori da Palazzo Marino sono andate in scena le proteste, anche con momenti di tensione con le forze dell’ordine, di Cambiare rotta, Potere al popolo, Rifondazione comunista per chiedere le dimissioni della giunta.
Momenti di tensione non sono mancati nemmeno in aula con un botta e risposta tra Sala e il consigliere di Fratelli d’Italia, Enrico Marcora, che alcuni giorni fa aveva postato una foto del sindaco in divisa da carcerato, con la palla al piede e i calzini colorati che spesso Sala indossa: “Per contribuire ad amplificare la sua fama ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito – ha spiegato Sala -, nella fattispecie al Presidente del Consiglio e al Presidente del Senato. Non si preoccupi, non c’è bisogno che mi ringrazi”.
Sala ha proseguito: “Se la forza politica a cui lei ha aderito, anzi l’ennesima forza politica a cui lei ha aderito le farà fare carriera, vorrà dire che condivide e appoggia il suo comportamento”. Il primo cittadino ha fato riferimento al passato politico di Marcora, che in precedenza aveva figurato nella lista dello stesso Sala.
Il consigliere, da parte sua, ha immediatamente contestato l’intervento del primo cittadino, accusandolo di lanciare velate minacce e definendolo “un piccolo sindaco”. Durante il dibattito, il consigliere ha interrotto più volte Sala, ricevendo anche un richiamo ufficiale dalla presidente dell’Aula, Elena Buscemi.
Sala e il rilancio di Milano
Urbanistica, piano straordinario per la casa, trasporto pubblico, verde, cura della città sono i punti su cui il sindaco fonda il rilancio, senza dimenticare la partita delle partite, quella della vendita dello stadio di San Siro e della aree a Inter e Milan, su cui c’è l’accordo con il Pd.
L’operazione non si farà più entro la fine di luglio, ma slitta a settembre con l’obiettivo però di rispettare i tempi, perché il 10 novembre scatta il vincolo sul secondo anello e da quel momento il Meazza non si potrà più abbattere. “Se su queste basi la maggioranza che mi sostiene c’è, e c’è coraggiosamente, io ci sono – ha rivendicato Sala -. Io ci sono con tutta la passione, con tutta la voglia, con tutto l’amore per questa città di cui sono capace”. “Apriamo una fase nuova e non vivacchiamo”, ha rimarcato il Pd in aula.
Le dimissioni di Giancarlo Tancredi
La giunta va avanti però senza l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, che prima da dirigente del Comune e poi da membro della giunta ha seguito tutte le più importanti operazioni dell’Urbanistica in città. “La mia coscienza è pulita – ha spiegato l’assessore in aula commosso, dopo avere ricevuto gli abbracci dei colleghi di giunta -. Questo mio gesto spero sia di aiuto per una maggiore serenità, e per giungere il prima possibile ad una dimensione di chiarezza e giustizia”. Per lui le dimissioni sono una decisione “sofferta” a cui si aggiunge la delusione e lo sconforto per la posizione “di alcune forze di maggioranza”, cioè il Pd, che si è limitato “a chiedere le mie dimissioni, senza avere contezza di quanto sia realmente accaduto”.
Tancredi è il secondo esponente della giunta che si è dimesso in pochi mesi per le inchieste sull’urbanistica. Prima di lui aveva lasciato, anche se non indagato, l’assessore alla Casa Guido Bardelli.
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