Cancro al pancreas, al San Camillo trial internazionale per sperimentare radioterapia interna

I risultati della sperimentazione clinica di fase 2 rivolta a pazienti con carcinoma pancreatico localmente avanzato e non operabili saranno disponibili nei prossimi 12 mesi. I dati raccolti indicano un’eccellente tollerabilità della procedura, senza complicanze rilevanti per i pazienti. Il cancro del pancreas è considerato un vero e proprio “big killer”, la quarta causa di morte per tumore nel mondo occidentale
Il tumore al pancreas, come noto, è uno dei meno curabili, soprattutto se la diagnosi arriva tardi, come avviene nella maggior parte dei casi. Una speranza arriva dallo studio internazionale Tripp-Ffx, una sperimentazione clinica di fase 2 rivolta a pazienti con carcinoma pancreatico localmente avanzato e non operabili, che ha testato un device da impiantare per via endoscopica con l’effetto di una radioterapia interna.
«Un passo concreto verso trattamenti più efficaci contro il cancro al pancreas»
L’azienda ospedaliera capitolina San Camillo Forlanini è stata una delle strutture protagoniste del trial, seconda al mondo per numero di pazienti reclutati. «Un passo concreto verso trattamenti sempre più efficaci e personalizzati contro il tumore al pancreas – riferisce l’Ao – e allo stesso tempo la conferma di come un grande ospedale pubblico può fare la differenza nella ricerca clinica».
Lo studio ha coinvolto 15 ospedali in Europa e in Australia, per un totale di 84 pazienti. Il primo è stato inserito il 26 aprile 2023 e il 23 luglio scorso, dopo 2 anni, il trial è stato chiuso. Il San Camillo ha arruolato 13 pazienti, secondo solo a un ospedale inglese, riporta una nota.
Per la prima volta impianto dispositivo nel letto tumorale
La sperimentazione ha testato per la prima volta l’impianto di un dispositivo, denominato OncoSil, direttamente nel letto tumorale in associazione alla chemioterapia. Il device rilascia micro-particelle radioattive al Fosforo-32; viene impiantato nel pancreas per via endoscopica, quindi senza intervento chirurgico, e funziona come una vera e propria radioterapia interna. Solo dopo l’impianto OncoSil comincia a emettere radiazioni che danneggiano le cellule tumorali da dentro.
Un aspetto particolarmente significativo dello studio è stato l’approccio multidisciplinare adottato, che ha visto il coinvolgimento attivo e coordinato di diverse figure professionali (chirurghi, oncologi, radiologi, medici nucleari, gastroenterologi, fisici sanitari, anatomopatologi, farmacisti e data manager), a conferma della qualità e complessità di una ricerca clinica di alto livello. I risultati sull’efficacia del trattamento saranno disponibili nei prossimi 12 mesi. Nel frattempo, i dati raccolti indicano “un’eccellente tollerabilità della procedura, senza complicanze rilevanti per i pazienti”.
«Questo studio dimostra che anche nelle grandi strutture pubbliche si può fare ricerca clinica avanzata, rigorosa e innovativa – dichiara Carlo Garufi, direttore dell’Oncologia medica del San Camillo Forlanini -. Il nostro coinvolgimento nello studio è motivo di grande orgoglio per l’ospedale e per tutto il team. È solo grazie alla competenza e alla sinergia tra professionisti che si possono raggiungere traguardi di questo livello, offrendo nuove speranze ai pazienti affetti da patologie complesse come il tumore del pancreas».
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