Come nasce la fumata bianca: il significato, la tradizione e come si produce

Ogni volta che un nuovo Papa viene eletto, migliaia di occhi si alzano verso un comignolo in cima alla Cappella Sistina, dentro il Vaticano. È da lì che, dopo votazioni segrete e intense discussioni tra cardinali, si leva il segnale che tutto il mondo aspetta: una fumata bianca. Ma come nasce questo fumo simbolico, che trasforma una manciata di carta bruciata in un annuncio planetario?
Il significato e la tradizione della fumata
La tradizione delle fumate risale al 1878, ma è dal 1903 che si è consolidata come segnale ufficiale dell’elezione papale. Il colore del fumo indica il risultato della votazione: fumata nera se non è stato raggiunto il quorum dei due terzi richiesto per eleggere il nuovo Pontefice; fumata bianca se invece un cardinale è stato eletto Papa.
Come si produce la fumata bianca (e quella nera)
Il fumo che esce dal comignolo è il risultato della combustione delle schede elettorali votate. Per decenni si è cercato di distinguere i due colori usando semplicemente diversi materiali: ad esempio, canfora o paglia umida per rendere il fumo più chiaro. Ma i risultati non erano sempre affidabili.
Dal conclave del 2005, il Vaticano ha adottato un sistema più tecnologico: accanto alla stufa tradizionale dove vengono bruciate le schede, ne è stata installata una seconda, elettrica, che utilizza cartucce chimiche. Queste contengono una miscela appositamente studiata per produrre fumo chiaramente bianco o nero, così da eliminare ogni dubbio. Quando il Papa viene eletto, le schede vengono bruciate con una cartuccia che produce una densa fumata bianca, mentre le campane di San Pietro suonano a festa, confermando l’annuncio.
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