Facebook accede alle foto private: come bloccare Meta subito

Facebook può accedere alle foto del telefono, anche se non sono state condivise. Non solo quelle che si postano, ma anche gli screenshot imbarazzanti, le foto sfocate, i selfie scartati. Meta ha introdotto silenziosamente i “suggerimenti per la condivisione del rullino fotografico“, una funzione che analizza tutto il contenuto della galleria fotografica per proporre collage e album tematici. Il problema? Molti utenti stanno scoprendo che questa opzione è già attiva senza che ricordino di averla autorizzata.
Meta accede alle foto private senza permesso, cosa fare
Meta sostiene che questi suggerimenti basati sull’AI sono opzionali e non abilitati di default. Eppure sui social e nei forum si moltiplicano le segnalazioni di utenti che trovano l’impostazione già attiva. Com’è possibile?
Probabilmente durante uno dei tanti aggiornamenti dell’app, nascosta tra decine di notifiche che accettiamo senza leggere. O magari attivata “temporaneamente” per testare una nuova funzione e poi mai disattivata. Il risultato è lo stesso: Meta ha accesso a foto che si pensava fossero private.
Cosa vede esattamente Facebook?
Quando questa funzione è attiva, l’algoritmo di Meta scansiona l’intera galleria fotografica del telefono. Analizza volti, luoghi, oggetti, testo nelle immagini. Costruisce un profilo dettagliato dei tuoi viaggi, delle persone che frequenti, dei posti che visiti, anche senza aver mai condiviso nulla di tutto questo online.
L’azienda promette che usa questi dati solo per suggerirti cosa condividere, ma sappiamo tutti come funziona con Meta. I dati raccolti per uno scopo finiscono sempre per essere utilizzati per altro. Pubblicità mirata, profilazione, addestramento di modelli AI.
Come verificare e disattivare l’accesso
- Aprire l’app Facebook;
- Toccare le tre linee orizzontali in basso a destra;
- Selezionare “Impostazioni e privacy” (icona ingranaggio);
- Toccare “Impostazioni”;
- Scorrere il menu fino a trovare “Suggerimenti per la condivisione del rullino fotografico”;
- Tocca per aprire le preferenze;
- Si vedranno due interruttori separati. Se sono blu, Meta sta accedendo alle foto. Disattivare entrambi toccandoli (diventeranno grigi).
Il trucchetto delle autorizzazioni progressive
Questa situazione rivela una tattica sempre più comune delle big tech: l’erosione progressiva della privacy. Prima chiedono il permesso di accedere alle foto per “permetterti di condividerle”. Poi aggiungono la possibilità di “suggerire” cosa condividere. Infine analizzano tutto l’archivio fotografico per “migliorare l’esperienza”.
Ogni passaggio sembra innocuo, persino utile. Ma il risultato finale è che un’azienda privata ha accesso completo alla propria vita digitale più intima. Perché Meta vuole le nostre foto private? Semplice, sono una miniera d’oro di informazioni. Rivelano dove andiamo, con chi usciamo, cosa compriamo, dove viviamo, dove lavoriamo. Meta può dedurre lo stato economico dalle location, le relazioni dalle persone nelle foto, gli interessi dagli oggetti che fotografiamo.
Questi dati valgono miliardi. Permettono pubblicità iper-targettizzata, previsioni comportamentali, sviluppo di nuovi prodotti. E ora, con l’esplosione dell’AI, servono anche per addestrare modelli sempre più sofisticati di riconoscimento e generazione di immagini.
Qual è la tua reazione?






