Fatal Fury City of the Wolves Recensione


Fatal Fury City of the Wolves è la nuova installazione della leggendaria saga di SNK, che faceva sentire la sua mancanza fin dal lontano 1999. I combattenti abituali di questo universo narrativo sono stati presi in prestito nel frattempo da diversi altri picchiaduro di successo in qualità ospiti.
Gli stessi Terry Bogart e Mai Shiranui appaiono sotto forma di DLC in Street Fighter 6 e lo stesso Terry aveva fatto il suo trionfale ingresso sui ring dello Smash Bros. di Masahiro Sakurai. Fatal Fury avrà superato la prova del tempo? Scopriamolo insieme.
Ambientato dopo la caduta del perfido Geese Howard (anche lui comparso come personaggio a pagamento nel Tekken 7 di Harada), propone timidamente in una Story Mode stringatissima a narrarne il continuo diretto.
Fatal Fury City of the Wolves Recensione
L'amore per il genere picchiaduro sprizza da tutti i pori in Fatal Fury: City of Wolves. Abbiamo tra le mani una piccola perla dalla qualità indiscutibile, che sa prendere spunto dai picchiaduro 2D moderni senza snaturare la sua anima. Diamo il benvenuto al REV Meter, una barra che parte allo 0% e ci permette di eseguire fin da subito delle special potenziate. Attenti a non raggiungere il 100%, pena uno stato di depotenziamento del proprio personaggio, in grado di subire perfino un guard break.

4 bottoni e il tasto REV
Lo schema di comandi di Fatal Fury City of The Wolves si traduce in una mappatura a 4 bottoni: 2 calci e 2 pugni. Gli attacchi cambiano singolarmente a seconda della distanza dal nemico (normal di prossimità), in un titolo che prevede un costante confermare colpi che possono essere convertiti in special. A loro volta le Special possono essere cancellate in altre Special potenziate, fin quando la barra di Rev ce lo permette. Le special a loro volta possono essere cancellate sul nascere tramite il spracitato tasto REV (o altri input), proponendo un gioco di stringhe avanzato.
L'elefante nella stanza
Come di certo saprete, insieme al gioco base e gli storici lottatori di SNK sono andati ad aggiungersi al lancio il calciatore Cristiano Ronaldo e il DJ Salvatore Ganacci. Inutile negare che degli inserti dal mondo reale stonino parecchio in una saga storica come Fatal Fury.
Contenuti offline
Per il giocatore che cerca contenuti single player e non vuole cimentarsi nella mischia dell'online fin da subito, FATAL FURY: City of the Wolves ha veramente poco da offrire e questo è l'aspetto più deludente del titolo. Oltre alla classica Arcade Mode, dove cimentarci contro una serie di avversari, inframezzati da brevissimi filmati a figure immobili, avremo accesso alla modalità Episodes of South Town. Che si può tradurre in una mappa isometrica nella quale selezionare dei punti di interesse per combattere e avanzare nella "trama".
Fatal Fury City of The Wolves Recensione - Conclusioni
Se da una parte abbiamo una modalità single player asciuttissima e ridotta all'essenziale, dall'altra abbiamo un picchiaduro 2D divertente e profondo, del quale sentivamo davvero la necessità. Uno schema di comandi semplificato è disponibile in funzione di un'esperienza plug and play del neofita. Le animazioni dei modelli 3D non riesco a competere con la fluidità e la bellezza delle animazioni di Street Fighter 6 o rivaleggiare con i modelli di Tekken 8, donando un'estetica funzionale a un titolo che oltre ad invitare delle guest dal mondo reale, non fa nient'altro per attirare nuovi giocatori verso di sé. Nonostante tutto, Fatal Fury: City of the Wolves riesce a brillare di una strabiliante luce propria e spero davvero rappresenti un saldo punto di reinserimento nel palinsesto videoludico di una saga della quale si era sentita enormemente la mancanza. https://www.youtube.com/watch?v=lHjjlpCoBOQ&ab_channel=SNKOFFICIALL'articolo Fatal Fury City of the Wolves Recensione proviene da GameSource.
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