Fumo di sigaretta e tumori alla vescica: la scienza non ha dubbi

Maggio 24, 2025 - 07:30
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Fumo di sigaretta e tumori alla vescica: la scienza non ha dubbi
danni del fumo

Il tumore della vescica è una delle neoplasie urologiche più diffuse, che rappresenta circa il 7% di tutte le nuove diagnosi di tumore. Il principale fattore di rischio per il tumore della vescica è il fumo di sigaretta

Fumo di sigaretta: l’impatto non riguarda solo polmoni, ma anche la vescica. Un recente studio, presentato al congresso europeo di radioterapia oncologica, ha dimostrato come il fumo di sigaretta sia molto spesso causa di danni, leggi tumori, alla vescica.

Il tumore della vescica è una delle neoplasie urologiche più diffuse e ogni anno colpisce oltre 29.000 persone in Italia, come riferiscono i dati rilasciati da Airo, Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica, che ha fiducia in un nuovo modo di trattare il carcinoma muscolo-infiltrante della vescica.

Il principale fattore di rischio per il tumore della vescica, che rappresenta circa il 7% di tutte le nuove diagnosi, è il fumo di sigaretta. Altri fattori includono l’esposizione professionale a sostanze chimiche impiegate in settori industriali come la lavorazione della gomma, dei coloranti e dei tessuti, l’assunzione prolungata di alcuni farmaci, infezioni urinarie croniche o parassitarie e una dieta ricca di grassi.

La prevenzione primaria, attraverso l’adozione di stili di vita sani, è fondamentale per ridurre l’incidenza della malattia. La diagnosi precoce rappresenta invece lo strumento più efficace per aumentare le possibilità di guarigione, perché sintomi come la presenza di sangue nelle urine (ematuria), anche se non associati a dolore, devono sempre essere segnalati al medico.

Secondo Ciro Franzese, coordinatore del gruppo di studio uro-oncologico di Airo, l’associazione tra nivolumab e radiochemioterapia, dimostra risultati particolarmente incoraggianti sia in termini di controllo locale della malattia, sia per le potenzialità di preservazione vescicale.

I trattamenti conservativi (come la terapia trimodale, che combina resezione transuretrale del tumore, radioterapia e chemioterapia), rappresentano oggi un’alternativa consolidata.

Le tecnologie più avanzate, come la radioterapia a intensità modulata (Imrt) e la radioterapia adattativa permettono di somministrare dosi molto precise al tumore, risparmiando al massimo i tessuti sani circostanti, come l’intestino e il retto.

Ciò consente, oltre a preservare la vescica, di ridurre gli effetti collaterali, migliorare la tollerabilità del trattamento e mantenere una buona qualità della vita.

Crediti immagine: Depositphotos

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