Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei, Cei: “Radicati nella stessa benedizione”

Dicembre 15, 2025 - 20:00
 0
Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei, Cei: “Radicati nella stessa benedizione”

“Uniti nella stessa benedizione”. è il titolo del messaggio della Conferenza episcopale italiana per la 37esima Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, il 17 febbraio 2026. Riportiamo il testo integralmente. Lo scopo del documento è porre alcune punti fermi del rapporto tra cristiani ed ebrei, chiarire i fraintendimenti e stimolare il confronto.

È meraviglioso ricordare, soprattutto in questi tempi, che – come cristiani e come ebrei – siamo dentro la medesima benedizione. Un cammino diverso, ma radicati nella stessa benedizione. Abramo parte, lascia la sua terra, cammina verso un paese che non conosce. Avanza trepidante verso una terra straniera, cammina incerto verso un futuro sconosciuto, affronta i pericoli e le crisi del viaggio. Ma è fondato su una certezza: la benedizione di Dio. È così avviene nella storia per tutti i suoi discendenti: ebrei, cristiani, musulmani. Diversi, a tratti distanti, a volte in conflitto. Eppure, raccolti dentro la stessa benedizione. Tale benedizione esprime una relazione di Alleanza. Pertanto, siamo raccolti dentro la medesima Alleanza. Alleati dello stesso Alleato. Che benedice, cioè, fa vivere. Dunque, dobbiamo sempre ripartire da questa certezza, anche dopo le crisi, anche nei momenti di crisi. Abbiamo da poco concluso il sessantesimo anniversario della dichiarazione Nostra Aetate, in cui si legge: “Il Sacro Concilio ricorda il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo” (n. 4). In tale anniversario abbiamo guardato con gratitudine al cammino percorso in questi anni nel dialogo ebraico-cristiano. Negli ultimi tempi si sono vissuti momenti di tensione a causa di discorsi o iniziative non in sintonia con l’interlocutore o contenenti affermazioni ambigue. Non sono mancate, purtroppo, prese di posizione che hanno fomentato rigurgiti di antisemitismo. Desideriamo, pertanto, esprimere una posizione comune e condivisa della Chiesa cattolica italiana in merito al rapporto con le comunità ebraiche che sono in Italia. L’intento è quello di riaffermare “il vincolo” ricordato da Nostra Aetate, chiarire i fraintendimenti, stimolare il confronto nel territorio fra le comunità cristiane e quelle ebraiche e porre alcuni punti fermi del rapporto ebraico-cristiano.

Ciò che ci unisce

Gesù Cristo ci lega al popolo ebraico. L’identità cristiana profonda non può fare a meno del popolo ebraico, della sua storia e della sua spiritualità. Sono i nostri fratelli maggiori. Siamo in debito verso di loro. Siamo rami diversi che spuntano dalla stessa radice santa: “La posta in gioco non è semplicemente la continuazione vitale di un dialogo, bensì l’acquisizione della coscienza, nei cristiani, dei loro legami con il gregge di Abramo e le conseguenze che ne derivano” (C.M. Martini, Israele, radice santa, Vita e Pensiero, Milano 1993); conseguenze che il cammino percorso ha inesorabilmente tracciato per entrambe le realtà. Il Concilio Vaticano II aveva abbozzato la strada da seguire nei rapporti ebraico-cristiani. Sono occorsi anni di paziente lavoro, di gesti simbolici forti, di riflessioni e testi sempre più raffinati perché le due comunità riuscissero ad affrontare temi più delicati: l’incontro tra il popolo di Dio dell’Antica Alleanza, da Dio mai revocata (Rm 11,29), e quello della Nuova Alleanza; l’incontro tra le Chiese cristiane e l’odierno Popolo dell’Alleanza conclusa con Mosè. È ancora più importante avviare una riflessione teologica sul rapporto tra il cristianesimo, nella sua forma attuale, e l’ebraismo così come esiste oggi, quale portatore di una tradizione di fede e di pensiero che si sono sviluppati negli ultimi due millenni sul fondamento talmudico. Ciò che si profila all’orizzonte è una migliore comprensione della missione della Chiesa in relazione alla missione del Popolo ebraico, considerati entrambi nell’orizzonte dell’unica Promessa di cui sono eredi indivisi. Desideriamo continuare a camminare con i nostri cari fratelli ebrei, con stima e riconoscenza. Ci impegniamo a studiare le Sacre Scritture e a lasciarci aiutare da loro in questo studio. Desideriamo mantenere uno stretto legame per imparare da loro e con loro l’arte di mantenerci popolo in cammino, popolo in attesa, popolo capace di speranza. Desideriamo lottare con forza contro ogni tipo di antisemitismo e di antigiudaismo. Facciamo nostre le parole di Papa Leone XIV: “La Chiesa, memore del patrimonio che essa ha in comune con gli Ebrei, e spinta non da motivi politici, ma da religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell’antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque’ (NA 4). Da allora (cioè, dalla pubblicazione di Nostra Aetate, ndr) tutti i miei predecessori hanno condannato l’antisemitismo con parole chiare. E così anch’io confermo che la Chiesa non tollera l’antisemitismo e lo combatte, a motivo del Vangelo stesso” (Udienza Generale, 29 ottobre 2025). Per questo motivo riteniamo fondamentale il comune lavoro sulle “16 schede per conoscere l’ebraismo” e la sua continuazione con ulteriori approfondimenti, per creare una corretta conoscenza dell’ebraismo. Riteniamo altresì cruciale la Giornata del 17 gennaio, la diffusione delle “16 schede”, favorendo così la formazione permanente specie di insegnanti e responsabili di gruppi e associazioni, così come il testo Decostruire l’antigiudaismo cristiano, recentemente tradotto in italiano per volontà della CEI. Auspichiamo e ci impegniamo a promuovere, a livello territoriale, ulteriori momenti di confronto e di studio. Decisamente intendiamo continuare gli incontri nazionali con i leader religiosi presenti in Italia per costruire una “via italiana” di dialogo interreligioso.

Ciò che ci distingue

È fondamentale continuare il dialogo fondato sulla comune radice santa, senza nascondere le ovvie differenze. Come diceva Schalom Ben Chorin, rabbino riformato tedesco, “la fede di Gesù ci unisce, la fede in Gesù ci divide” (Fratello Gesù, p. 28). Gesù per noi è il Messia: come per ogni ebreo la fede di Gesù si fonda sullo Shemà e, secondo l’intuizione di David Flusser, sentiamo questo fondamento imprescindibile e “sarebbe un grande evento cristiano se molti riconoscessero che la fedeltà di Gesù al popolo ebraico, l’ardore con cui ha condiviso le sofferenze ebraiche e la sua speranza ebraica possono far parte per il cristiano dell’imitatio Christi” (in C. Thoma, Teologia cristiana dell’ebraismo, 1983, XXXXI). Quest’affermazione che Gesù è il Messia genera diversità nel modo di leggere le Scritture, nel modo di leggere la storia, nel modo di guardare il mondo. Ci impegniamo a rispettare lo sguardo del popolo ebraico e a vederlo come complementare e non antitetico. Garantiamo una vicinanza carica di affetto. Nello stesso tempo, chiediamo il rispetto del nostro sguardo. Siamo differenti, ma fratelli e sorelle nell’unico Dio. Come tali desideriamo rispettarci e riconoscerci nelle nostre identità. Anzi, ci proponiamo di collaborare sempre più con i fratelli ebrei per arricchire la comune tradizione dei figli di Abramo, sperando di farlo a tre, insieme con l’altra voce della fede abramitica. Ci impegniamo a lavorare perché le identità diventino generative per noi e per la società Questo discorso vale anche per la lettura del contesto attuale. Ribadiamo e difendiamo il diritto degli ebrei ad avere uno Stato in cui poter vivere in sicurezza e serenità. Ovviamente ciò non toglie che l’approccio alla teologia della terra nella tradizione cristiana non coincida con quello ebraico. Ci riserviamo d’altronde la libertà e la possibilità di esercitare uno sguardo critico sulle scelte dei governi israeliani, come peraltro facciamo con i governi di altri Paesi e verso il nostro stesso governo. In questa luce, nel cammino verso una “via italiana del dialogo” è sempre più urgente interrogarci a proposito del giusto rapporto fra religione e spazio pubblico.

Nel segno della speranza

Rinnoviamo la nostra ferma e decisa condanna al terrorismo in ogni sua forma. Ribadiamo la nostra ferma e decisa condanna dell’atto terroristico e ignobile del 7 ottobre 2023. Siamo vicini alle vittime del popolo ebraico e a quelle del popolo palestinese nella tragedia Gaza e auspichiamo una soluzione che consenta a entrambi, come anche agli altri gruppi presenti in quei territori, una convivenza pacifica. Siamo vicini a tutte le persone che soffrono a causa del conflitto in atto. Invitiamo, una volta di più, tutti i cattolici che sono in Italia a ripudiare ogni antisemitismo e ogni espressione violenta contro il popolo ebraico. Invochiamo la pace, con le parole del salmo 122 [121],6-9: “Chiedete pace per Gerusalemme:/ vivano sicuri quelli che ti amano;/ sia pace nelle tue mura,/ sicurezza nei tuoi palazzi./ Per i miei fratelli e i miei amici/ io dirò: ‘Su te sia pace’/ Per la casa del Signore nostro Dio,/ chiederò per te il bene”. Invochiamo la pace con le parole di Papa Leone XIV dette all’inizio del suo pontificato: “Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente”. Invochiamo la pace con le parole del Card. Matteo Zuppi: “Ci domandiamo con inquietudine: cosa possiamo fare di più per la pace? Chiediamo: cessi il rumore delle armi in nome del rispetto per l’inviolabile dignità della persona umana, di ogni persona; siano protetti i civili da ogni forma di violenza fisica, morale e piscologica; sia garantita a ciascuno la libertà di decidere dove e come vivere nel rispetto dell’altro e in fraternità” (Introduzione al Consiglio Permanente, 22 settembre 2025). Auspichiamo dunque la continuazione del dialogo franco, leale e costruttivo. Un dialogo nella verità e nella carità, con la ferma volontà di riconoscerci fratelli, sempre e comunque. Con la ferma volontà di non abbandonare mai il dialogo, per nessun motivo. La fraternità sta a fondamento del rapporto che sussiste fra noi, come base e come prospettiva. Siamo dentro la medesima benedizione. Le differenze non la cancellano e non la cancelleranno. Radicati in questa certezza desideriamo continuare a costruire le nostre relazioni. Il dialogo tra noi è anche un servizio per il dialogo fra le religioni e, soprattutto, un servizio verso questo nostro mondo, sempre più lacerato e diviso. Non possiamo privare il mondo di questo dono. Nella consapevolezza che tutte le religioni sono chiamate, con coraggio e urgenza, ad affrontare la sfida del dialogo. Ne va della loro stessa identità. “Le diverse religioni, a partire dal riconoscimento del valore di ogni persona umana come creatura chiamata ad essere figlio o figlia di Dio, offrono un prezioso apporto per la costruzione della fraternità e per la difesa della giustizia nella società. Il dialogo tra persone di religioni differenti non si fa solamente per diplomazia, cortesia o tolleranza” (Lettera enciclica “Fratelli tutti” n. 271). Ci auguriamo che in ogni territorio le nostre comunità dedichino tempo a riflettere sulla situazione attuale secondo lo stile di questo messaggio. Soprattutto le invitiamo a confrontarsi con le comunità ebraiche per rinsaldare i rapporti e per testimoniare, nella nostra società, la vocazione delle religioni a creare dialogo e coesione sociale. Ci auguriamo, alla luce della situazione geo-politica, che si possano vivere nei vari territori momenti di incontro tra cristiani, ebrei e musulmani. Per offrire alla
società, nella concretezza dei rapporti, la testimonianza di una vera ricerca di pace. Una via italiana del dialogo interreligioso. Auspichiamo gesti concreti di vicinanza fra comunità cristiane e comunità ebraiche. Invitiamo le comunità cristiane a usare le “16 schede” e a creare momenti di confronto sul testo Decostruire l’antigiudaismo cristiano.

The post Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei, Cei: “Radicati nella stessa benedizione” appeared first on In Terris.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia