I dazi pesano sull’automotive: General Motors perde 1,1 miliardi di dollari di utile netto

Il colosso statunitense delle auto General Motors (Gm) ha perso 1,1 miliardi di dollari di utile operativo nel secondo trimestre del 2025, in gran parte a causa dell’impatto dei nuovi dazi imposti sui componenti importati dall’amministrazione del presidente Donald Trump. Lo ha comunicato lo stesso gruppo oggi, 22 luglio. L’utile netto è sceso a 1,8 miliardi di dollari, in calo del 35 per cento rispetto ai 2,9 miliardi registrati nello stesso periodo del 2024. Le vendite al dettaglio sono cresciute, ma non hanno compensato il peso dei dazi. La società ha mantenuto invariate le previsioni di utile per l’intero 2025, ma ha avvertito che l’impatto più significativo dei dazi si farà sentire nel terzo trimestre. In primavera Gm aveva già rivisto al ribasso le sue previsioni annuali. “La nostra priorità è posizionare l’azienda per un futuro redditizio e duraturo, mentre ci adattiamo a nuove politiche commerciali e fiscali e a un panorama tecnologico in rapida evoluzione”, ha scritto l’amministratrice delegata Mary Barra in una lettera agli azionisti.
Secondo gli analisti citati dal “Wall Street Journal”, i risultati migliori del previsto nelle operazioni internazionali, in particolare in Cina, e l’effetto dei cambi hanno in parte compensato le perdite della divisione nordamericana. Tuttavia, Gm ha confermato che molti dei provvedimenti per attenuare l’impatto dei dazi, come la rilocalizzazione produttiva, non sono ancora pienamente operativi. Il gruppo ha stimato che i dazi imposti quest’anno aggiungeranno fra i 4 e i 5 miliardi di dollari di costi, pari a circa un terzo del suo utile prima delle imposte del 2024. L’azienda conta di compensare il 30 per cento di tali costi riorganizzando la produzione, come dimostra la decisione di trasferire l’assemblaggio del Suv a benzina Chevrolet Blazer dal Messico allo stabilimento di Spring Hill, in Tennessee. Nonostante il comparto dei veicoli elettrici rappresenti ancora una quota limitata delle vendite complessive, Gm ne ha raddoppiato i volumi rispetto allo scorso anno. Tuttavia, ha annunciato un investimento di 900 milioni di dollari per riconvertire uno stabilimento di motori elettrici nello Stato di New York alla produzione di motori V8, segnalando – secondo Barra – che il business dei motori a combustione “ha ora un orizzonte temporale più ampio”.
L’azienda non ha ancora applicato aumenti generalizzati dei prezzi, ma non li ha esclusi, sottolineando che manterrà la competitività sul mercato. Stando ai dati, Gm ha registrato un incremento delle vendite del 12 per cento nella prima metà dell’anno, rispetto al +7 per cento dell’intero settore automobilistico statunitense. Tuttavia, i volumi all’ingrosso verso i concessionari sono calati del sette per cento nel secondo trimestre, e i ricavi complessivi sono diminuiti di circa il due per cento. I dazi del 25 per cento imposti da Trump ad aprile sulle auto e sui componenti importati sono stati in parte attenuati da esenzioni per pezzi provenienti da Canada e Messico, e da meccanismi che applicano le tariffe solo alla quota non statunitense dei veicoli assemblati nei due Paesi. Gm importa circa la metà delle auto vendute negli Usa, incluse utilitarie prodotte in Corea del Sud e pick-up e veicoli elettrici assemblati in Messico e in Canada. Secondo l’azienda, alcuni modelli – come il Suv compatto Chevy Trax – restano comunque redditizi anche con l’aggiunta dei dazi.
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