Kedgeree: il piatto anglo-indiano tra storia e brunch
Colazione inglese con un tocco di spezie indiane? Non stiamo parlando di un nuovo trend fusion, ma di uno dei piatti più iconici e sottovalutati della cucina britannica tradizionale: il Kedgeree.
Sconosciuto ai più, ma amatissimo dagli chef storici del Regno Unito, questo piatto rappresenta un perfetto punto d’incontro tra il passato coloniale britannico e la creatività gastronomica.
Oggi viene riscoperto nei brunch di Londra, nelle cucine degli hotel e nei ristoranti che rendono omaggio alla cucina d’epoca con un tocco moderno.
Le origini del Kedgeree: dall’India al cuore dell’Impero
Il Kedgeree affonda le sue radici nel periodo in cui il Regno Unito dominava l’India, dando vita al cosiddetto Raj britannico.
Nasce dalla reinterpretazione di un piatto popolare indiano chiamato khichdi – una semplice miscela di riso e lenticchie, spesso servita ai bambini e ai malati per la sua digeribilità.

Kedgeree in versione tradizionale: riso al curry, filetti di haddock affumicato e uova sode, serviti in un piatto semplice ma ricco di storia coloniale e sapori anglo-indiani.
Ma gli ufficiali britannici, abituati a colazioni abbondanti, ne modificarono la struttura: al posto delle lenticchie, introdussero pesce affumicato (soprattutto eglefino, o haddock), uova sode e un tocco di curry e prezzemolo fresco.
Il risultato fu un piatto ricco ma delicato, che divenne un must delle colazioni vittoriane, specie nelle case dell’alta società, nei treni a lunga percorrenza e nei grandi alberghi dell’Impero.
La sua diffusione nel Regno Unito, secondo gli storici della gastronomia, risale agli anni 1830, con la codificazione di una prima vera ricetta pubblicata nel celebre “The Art of Cookery Made Plain and Easy” di Hannah Glasse.
Ingredienti e struttura: perché il Kedgeree funziona
Un piatto semplice, ma dalla struttura complessa. Il Kedgeree classico include:
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Riso basmati leggermente speziato e cotto separatamente
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Filetti di haddock affumicato, sbollentati in latte o acqua
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Uova sode affettate
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Prezzemolo fresco, burro, limone, sale, pepe
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Un pizzico di polvere di curry o garam masala, per il tocco speziato
Il tutto viene mescolato in una padella, fino a ottenere una consistenza cremosa ma granulosa, capace di sostenere il sapore forte del pesce e delle uova.
La bellezza del Kedgeree è la sua versatilità: può essere servito sia come colazione sostanziosa che come pranzo leggero o brunch domenicale.
La ricetta tradizionale della BBC Good Food è un ottimo punto di partenza per chi vuole provare a cucinarlo in casa.
Il Kedgeree a Londra oggi: dove provarlo
Nonostante le sue origini coloniali, oggi il Kedgeree sta vivendo una seconda giovinezza, specialmente nei contesti in cui la cucina british classica viene riscoperta.
A Londra, diversi locali lo propongono nel menu del brunch o della colazione calda:
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The Wolseley: istituzione della colazione inglese, il Kedgeree viene servito con pesce di altissima qualità e uova perfettamente cotte.
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Dishoom: catena ispirata ai vecchi caffè di Bombay, offre una versione moderna con spezie più accentuate.
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St. John Bread and Wine: celebri per la cucina “nose to tail”, servono anche un Kedgeree molto fedele alla ricetta originale.
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Rochelle Canteen: propone piatti stagionali in chiave rustica, incluso un Kedgeree rinnovato con salmone affumicato.
Inoltre, sempre più food blogger e chef lo riportano in auge nei social come esempio di comfort food britannico con identità storica.
Le varianti moderne del Kedgeree: tra salute e innovazione
Oggi esistono numerose varianti, pensate per adattarsi a esigenze alimentari differenti. Tra le più comuni:
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Kedgeree con salmone affumicato: più grasso ma delicato, amato dai brunch gourmet.
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Versione vegetariana: con uova e tofu affumicato, oppure lenticchie beluga e verdure grigliate.
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Con riso integrale o quinoa: per chi cerca fibre e un tocco salutare.
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Aggiunte moderne includono peperoncino fresco, spinaci, capperi o limone grattugiato.
Alcuni chef propongono anche un Kedgeree di mare, con frutti di mare, oppure uno stile nordico, con erbe aromatiche e senape.
Il significato culturale del Kedgeree: colonialismo e contaminazione
Il Kedgeree è molto più di un piatto: è uno dei primi esempi documentati di cucina fusion nella storia occidentale.
Rappresenta il contatto (e scontro) tra due culture: quella britannica ottocentesca e quella indiana. Il piatto nacque proprio dalla necessità di adattare sapori e ingredienti locali ai gusti dei coloni.
Eppure oggi viene celebrato non come simbolo di dominazione, ma come esempio di contaminazione positiva, un ponte gastronomico tra due mondi.
Non a caso, diverse mostre dedicate al cibo coloniale (come quelle del Museum of London) includono il Kedgeree come elemento chiave nella narrazione della storia culinaria britannica.
Una curiosità regale: Kedgeree per la Regina
Secondo alcune fonti storiche, la Regina Vittoria era solita mangiare Kedgeree durante la sua residenza a Osborne House. Amava i piatti esotici, ma con un gusto familiare.
In molte biografie si riporta che la regina lo preferiva con meno curry e con un tocco di limone fresco, per mantenere la leggerezza del riso e del pesce.
Anche nelle colazioni ufficiali di corte del XIX secolo, il Kedgeree era spesso presente come alternativa ai piatti a base di carne.
Il Kedgeree nei libri e nei film
Non mancano le citazioni letterarie e cinematografiche. È apparso:
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in diverse opere di P.G. Wodehouse, come simbolo dell’upper class inglese
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in film ambientati nel periodo coloniale, come The Jewel in the Crown
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in serie TV come Downton Abbey, dove il cuoco lo serve agli ospiti in soggiorno
Nel linguaggio popolare britannico, viene persino usato in espressioni come:
“as mixed up as a plate of Kedgeree” – per indicare qualcosa di confuso ma saporito.
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