La Croce che da 100 anni veglia dal Resegone



Da un secolo veglia sulla città di Lecco la Croce in cima al Resegone. Proprio il 30 agosto 1925, infatti, sulla punta Cermenati, a 1875 metri d’altezza, veniva inaugurata la grande croce, in occasione del Giubileo indetto da Pio XI – Achille Ratti, il papa alpinista – dedicato alla pace, tema tornato tragicamente d’attualità anche ai nostri giorni.
Per festeggiare questo centenario, sabato 30 agosto, sfidando il tempo non proprio “sereno”, in cima al Resegone sono saliti più di trecento escursionisti, che hanno partecipato alla Messa celebrata dal prevosto di Lecco, monsignor Bortolo Uberti, alla presenza del sindaco Mauro Gattinoni. Nell’occasione è stata collocata sulla vetta una riproduzione della statua della Madonna Addolorata della Cornabusa, proveniente dal santuario di Sant’Omobono Imagna, che da secoli guarda verso la montagna “cantata” da Manzoni dal versante bergamasco.
Fu don Gian Battista Penco, direttore dell’Opera Cardinal Ferrari, a proporre di collocare una Croce sul Resegone: l’idea venne subito accolta con entusiasmo dai lecchesi, che avviarono una sottoscrizione per raccogliere i fondi necessari a sostenere il progetto. Realizzata dai giovani della scuola di ferro battuto dell’Opera, la Croce – alta 10 metri e unita con 10mila bulloni – fu benedetta dall’arcivescovo di Milano, cardinale Eugenio Tosi e collocata sulla cima il 14 agosto 1925: due settimane dopo, appunto, avvenne l’inaugurazione ufficiale.
Nel 1925 culminavano anche le celebrazioni per il centenario della nascita dell’abate Antonio Stoppani, lecchese, sacerdote ambrosiano ed eminente geologo. Per questo sulla Croce venne posto anche un medaglione con il suo ritratto, in cima a quel Resegone che aveva così approfonditamente studiato. Ma insieme al suo, anche i ritratti del cardinale Andrea Ferrari (arcivescovo di Milano dal 1894 al 1921, patrono dell’Opera a lui intitolata) e dello stesso papa Pio XI, oltre ai simboli della Passione.
Al centro della struttura, inoltre, fu incastonata una piccola croce di legno d’ulivo del Getsemani, portata da Gerusalemme dai giovani dell’Opera Cardinal Ferrari. Da un secolo, così, la grande Croce in cima al Resegone è meta di migliaia di turisti tutto l’anno: «Alle genti lombarde simbolo benedicente in perpetuo», come si legge ancora oggi nell’iscrizione dedicatoria.
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