Legge sul Fine vita, la Consulta rinnova l’appello al Legislatore

Maggio 21, 2025 - 16:30
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Legge sul Fine vita, la Consulta rinnova l’appello al Legislatore

La Corte Costituzionale rinnova l’appello al Legislatore sulla legge sul Fine vita. La Corte ha rammentato che costituisce preciso dovere della Repubblica garantire “adeguate forme di sostegno sociale, di assistenza sanitaria e sociosanitaria domiciliare continuativa, perché la presenza o meno di queste forme di assistenza condiziona le scelte della persona malata e può costituire lo spartiacque tra la scelta di vita e la richiesta di morte”.

La Consulta ha inoltre “ribadito con forza l’auspicio” che “il legislatore e il Servizio sanitario nazionale intervengano prontamente ad assicurare concreta e puntuale attuazione a quanto stabilito dalla sentenza n. 242 del 2019, ferma restando la possibilità per il legislatore di dettare una diversa disciplina nel rispetto delle esigenze richiamate ancora una volta dalla presente pronuncia”. 

Fine vita, cosa dice la Costituzione italiana

La Corte Costituzionale conferma che il requisito del trattamento di sostegno vitale non é in contrasto con la Costituzione. Nell’ordinanza numero 66, depositata oggi, si legge che la Corte “dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 580 del codice penale, sollevate, in riferimento agli articoli 2, 3, 13, 32, secondo comma, e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale ordinario di Milano”.

La Consulta ha ricordato quanto già stabilito con la sentenza numero 135 del 2024: non è necessario che il paziente sia tenuto a iniziare un trattamento di sostegno vitale “al solo scopo di essere aiutato a morire”.

Il requisito che il paziente dipenda da un trattamento di sostegno vitale “è integrato già quando vi sia l’indicazione medica della necessità di un tale trattamento allo scopo di assicurare l’espletamento delle sue funzioni vitali, in particolare ogni qualvolta si debba ritenere che l’omissione o l’interruzione di tale trattamento determinerebbe prevedibilmente la sua morte in un breve lasso di tempo, e sussistano tutti gli altri requisiti sostanziali e procedurali indicati dalla sentenza numero 242 del 2019″. 

Fine vita, le leggi regionali 

La Sardegna, intanto, potrebbe essere la seconda Regione italiana ad approvare una legge sul fine vita. È iniziato infatti in Consiglio regionale il cammino verso lo status di legge, della proposta dell’Associazione Luca Coscioni sul suicidio medicalmente assistito, fatta propria nell’Isola dal campo largo. Questa mattina via alle audizioni sul testo della proposta di legge 59 nella sesta commissione Sanità presieduta da Carla Fundoni (Pd), a partire da quella della segretaria nazionale dell’associazione, Filomena Gallo. La proposta dell’Associazione Luca Coscioni è stata presentata in tutte le Regioni italiane, ma solo in Toscana è diventata legge, impugnata dal governo, mentre la Sardegna ne ha avviato l’iter legislativo. Il testo intende dare piena attuazione al diritto al suicidio medicalmente assistito, riconosciuto dalla corte costituzionale nel 2019, che aveva sollecitato senza esito un intervento legislativo da parte del Parlamento. 

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Redazione Redazione Eventi e News