Leone XIV: “Coltivare nel cuore il seme del Vangelo”

Affacciandosi dal Palazzo Apostolico per la recita domenicale dell’Angelus, Papa Leone XIV ha rivolto un forte appello ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro, invitandoli a riscoprire la propria vocazione missionaria. Commentando il Vangelo del giorno, il Pontefice ha sottolineato l’urgenza di essere “operai” autentici per la messe abbondante del Signore: non cristiani occasionali, ma discepoli innamorati, pronti a portare il Vangelo nella vita quotidiana. Il Santo Padre ha esortato alla preghiera e all’impegno concreto, ricordando che la missione nasce sempre da una relazione viva con Dio.
Le parole del Santo Padre
Il Vangelo di oggi ci ricorda l’importanza della missione, a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo la propria vocazione e nelle situazioni concrete in cui il Signore lo ha posto. Gesù invia settantadue discepoli. Questo numero simbolico indica come la speranza del Vangelo sia destinata a tutti i popoli: proprio questa è la larghezza del cuore di Dio, la sua messe abbondante, cioè l’opera che Egli compie nel mondo perché tutti i suoi figli siano raggiunti dal suo amore e siano salvati. Allo stesso tempo Gesù dice: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque, il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Da una parte Dio, come un seminatore, con generosità è uscito nel mondo a seminare e ha messo nel cuore dell’uomo e della storia il desiderio dell’infinito, di una vita piena, di una salvezza che lo liberi. E perciò la messe è molta, il Regno di Dio come un seme germoglia nel terreno e le donne e gli uomini di oggi, anche quando sembrano travolti da tante altre cose, attendono una verità più grande, sono alla ricerca di un significato più pieno per la loro vita, desiderano la giustizia, si portano dentro un anelito di vita eterna.
Riconoscere con gli occhi di Gesù
Dall’altra parte, però, sono pochi gli operai che vanno a lavorare nel campo seminato dal Signore e che, prima ancora, sono capaci di riconoscere, con gli occhi di Gesù, il buon grano pronto per la mietitura. C’è qualcosa di grande che il Signore vuole fare nella nostra vita e nella storia dell’umanità, ma pochi sono quelli che se ne accorgono, che si fermano per accogliere il dono, che lo annunciano e lo portano agli altri.
Coltivare il seme del Vangelo
Cari fratelli e sorelle, la Chiesa e il mondo non hanno bisogno di persone che assolvono i doveri religiosi mostrando la loro fede come un’etichetta esteriore; hanno bisogno invece di operai desiderosi di lavorare il campo della missione, di discepoli innamorati che testimoniano il Regno di Dio ovunque si trovano. Forse non mancano i “cristiani delle occasioni”, che ogni tanto danno spazio a qualche buon sentimento religioso o partecipano a qualche evento; ma pochi sono quelli pronti a lavorare ogni giorno nel campo di Dio, coltivando nel proprio cuore il seme del Vangelo per poi portarlo nella vita quotidiana, in famiglia, nei luoghi di lavoro e di studio, nei vari ambienti sociali e a chi si trova nel bisogno. Per fare questo non servono troppe idee teoriche su concetti pastorali; serve soprattutto pregare il padrone della messe. Al primo posto, cioè, sta la relazione col Signore, coltivare il dialogo con Lui. Allora Egli ci renderà suoi operai e ci invierà nel campo del mondo come testimoni del suo Regno. Chiediamo alla Vergine Maria, che ha offerto con generosità il proprio “eccomi” partecipando all’opera della salvezza, di intercedere per noi e accompagnarci nel cammino della sequela del Signore, perché anche noi possiamo diventare operai gioiosi del Regno di Dio.
L’appello
Il Santo Padre, dopo la recita dell’Angelus, ha rivolto un pensiero e una preghiera alle vittime dell’alluvione in Texas e ha esortato tutti a pregare per la pace nel mondo.
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