Dalle dive del muto a Madonna, da Cher a Bella Hadid: storia degli abiti più trasgressivi di sempre

Agosto 16, 2025 - 09:30
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Dalle dive del muto a Madonna, da Cher a Bella Hadid: storia degli abiti più trasgressivi di sempre

Scandalo al sole. Non parliamo di un vecchio film con Sandra Dee, ma della reazione che tanti abiti diversi, nel corso dei secoli, hanno suscitato in chi li guardava. Una trasparenza di troppo, una scollatura troppo generosa, uno spacco che si apriva in modo imprevisto, uno strappo al dress code: non c’è red carpet che si rispetti senza un pizzico di scandalo. Che poi, spesso, altro non é che una ghiotta occasione di marketing…

Cannes, vedo non vedo: tendenza trasparenze sul red carpet

Perché gli abiti sono fonte di scandalo

Cos’è che rende un abito scandaloso? Né la lunghezza dell’orlo, probabilmente, né la quantità di pelle esposta, ma il contesto in cui appare. Le caviglie sono state considerate a lungo fonte di scandalo, e all’inizio del Novecento le donne si bagnavano nel mare coperte da abiti in lana e calze.

L’emancipazione nei costumi, in una certa misura, è passata attraverso continue trasgressioni di ciò che veniva comunemente accettato: le sottovesti delle flapper, che mostravano braccia e gambe, i capelli corti, le donne in pantaloni e poi, molto più tardi, gli uomini con la gonna o con i tacchi. E ancora: l’invenzione della minigonna, il nude look, il bikini, l’enfasi sull’ombelico, sul seno o sull’assenza di reggiseno. L’abito, del resto, è il confine tra noi e il mondo, tra il corpo e la società: un confine che spesso è stato (e continua ad essere) un campo di battaglia.

Anna Wintour e Florence Pugh alla sfilata di Valentino Haute Couture Fall/Winter 22/23 a Roma. (Photo by Jacopo Raule/Getty Images)

C’è poi il discorso del contesto politico e della sensibilità collettiva. Sydney Sweeney ha suscitato un’enorme polemica per alcune foto in cui indossa dei semplicissimi jeans. Gli scatti della discordia però fanno parte di una controversa campagna pubblicitaria con slogan accusati di razzismo.

Molte star hanno usato il red carpet per mandare messaggi politici, e, più di recente, per prendere posizione sui conflitti in corso, a volte spaccando l’opinione pubblica. Bella Hadid, ad esempio, al Festival di Cannes 2024 ha espresso solidarietà alla Palestina con l’abito kefiah.

Le dive più trasgressive del Novecento

Se si parla di scandali, Hollywood ha certamente dato il suo contributo alla causa. Prima dell’introduzione del codice Hays – che tirava il freno agli eccessi dell’industria cinematografica – Clara Bow bucò la pellicola con un abito semi trasparente sullo schermo. Dopo di lei, attrici come Mae West e Jean Harlow avrebbero spinto l’asticella della seduzione un passo in avanti.

Dall’altra parte dell’oceano, Josephine Baker faceva sognare Parigi danzando con un gonnellino di banane: una libertà che sarebbe stata impensabile altrove. A proposito di libertà: tra le star che hanno cambiato le regole del red carpet (anche a suon di scandali) c’è sicuramente Cher, sapientemente vestita da Bob Mackie di piume, cristalli e poca stoffa.

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Bella Hadid al Festival di Cannes nel 2017

Spacchi e trasparenze

I suoi look abbaglianti e seducenti hanno aperto la strada a molte dive, da Jennifer Lopez a Rihanna, che nel 2014 anticipò l’attuale tendenza degli abiti trasparenti, fino a Miley Cyrus. Prima di vincere un Grammy e di diventare una leggenda Disney, la cantante ha sollevato qualche sopracciglio per aver twerkato in diretta sul palco con un reggiseno e un paio di shorts color carne.

C’è poi la lotta dei centimetri: quanto si può scoprire, e dove? E se non sono gli orli a rivelare troppo, magari lo è il tessuto. Vedi alla voce: trasparenze. Il seno è da sempre oggetto di dibattito, nonostante l’invasione di abiti vedo-non-vedo e della tendenza No Bra. Lo sa bene Florence Pugh, criticatissima per un abito Valentino fucsia che lasciava intravedere troppo petto, secondo i detrattori. Per tutta risposta, l’anno successivo ha scelto un altro abito Valentino – stavolta celeste – ancora meno coprente.

Ma non è solo l’allusione sessuale a essere condannata: anche un abito da sposa può essere scandaloso. Soprattutto se viene indossato per cantare una canzone intitolata “Like A Virgin” da un’artista che si chiama Madonna.

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Rihanna con un abito trasparente nel 2014

Come nasce uno scandalo: per caso o con intenzione?

Ci sono rischi calcolati, poi, e calcoli andati male. Lo vediamo spesso sui red carpet quando un abito un po’ troppo stretto o troppo disinvolto si muove, si sfila, si strappa, rivelando più del necessario. La già citata Bella Hadid ne sa qualcosa, ma ormai ne ha fatto un punto di orgoglio. Sarà per questo che nella primavera 2025 il Festival di Cannes ha modificato il regolamento, vietando nudità e abiti troppo ingombranti?

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Cher e Bob Mackie negli anni ’70

Ma oggi che più o meno abbiamo visto tutto, fatto tutto, cos’è che ci scandalizza? Il topless? Un’opinione diversa? I segni dell’età mostrati senza essere corretti, la moda genderless? Marco Mengoni è stato ingiustamente criticato per essersi esibito in tour con un corsetto, pur non essendo né il primo nell’ultimo artista ad averlo fatto: pensiamo a Sam Smith o ai Maneskin a Sanremo…

La risposta, alla fine, è sempre la stessa: dipende. Da chi lo fa, da quando lo fa, da quanti fotografi sono lì ad immortalare il momento. La stagione dei red carpet sta per iniziare e non c’è tappeto rosso senza almeno uno scandalo…

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Redazione Redazione Eventi e News