Martedì della settimana della Domenica che precede il martirio di san Giovanni il Precursore
ALL’INGRESSO
Il Signore mi ha liberato,
mi ha salvato perché mi ama.
ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA
O Dio, rifugio dei poveri, speranza degli umili, salvezza degli infelici, ascolta con bontà il popolo che ti supplica e concedi a tutti il conforto di sentirsi raggiunti e guariti dalla tua grazia. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
LETTURA 2Mac 4, 7-12a. 13-17a
Lettura del secondo libro dei Maccabei
In quei giorni. Essendo passato all’altra vita Selèuco e avendo preso le redini del governo Antìoco, chiamato anche Epìfane, Giasòne, fratello di Onìa, volle procurarsi con la corruzione il sommo sacerdozio e, in un incontro con il re, gli promise trecentosessanta talenti d’argento e altri ottanta talenti riscossi con un’altra entrata. Oltre a questi prometteva di versargli altri centocinquanta talenti, se gli fosse stato concesso di erigere di sua autorità un ginnasio e un’efebìa e di costituire una corporazione di Antiocheni a Gerusalemme. Avendo il re acconsentito, egli, ottenuto il potere, fece subito assumere ai suoi connazionali uno stile di vita greco, annullando i favori concessi dai re ai Giudei per opera di Giovanni, padre di quell’Eupòlemo che compì l’ambasciata presso i Romani per negoziare il patto di amicizia e di alleanza; quindi, abolite le istituzioni legittime, instaurò usanze perverse. Intraprese con zelo a costruire un ginnasio, proprio ai piedi dell’acropoli. Ciò significava raggiungere il colmo dell’ellenizzazione e passare completamente alla moda straniera, per l’eccessiva corruzione di Giasòne, empio e non sommo sacerdote. Perciò i sacerdoti non erano più premurosi del servizio all’altare, ma, disprezzando il tempio e trascurando i sacrifici, si affrettavano a partecipare agli spettacoli contrari alla legge nella palestra, appena dato il segnale del lancio del disco. Così, tenendo in poco conto l’onore ricevuto in eredità dai loro padri, stimavano nobilissime le glorie elleniche. Ma appunto per questo li sorprese una grave situazione ed ebbero quali avversari e punitori proprio coloro le cui istituzioni seguivano con zelo e ai quali cercavano di rassomigliare in tutto. Non resta impunito il comportarsi empiamente contro le leggi divine.
SALMO Sal 93 (94)
Dio ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore.
Àlzati, giudice della terra,
rendi ai superbi quello che si meritano!
Fino a quando i malvagi, Signore,
fino a quando i malvagi trionferanno?
Calpestano il tuo popolo, Signore,
opprimono la tua eredità. R
Intendete, ignoranti del popolo:
stolti, quando diventerete saggi?
Chi ha formato l’orecchio, forse non sente?
Chi ha plasmato l’occhio, forse non vede? R
Colui che castiga le genti, forse non punisce,
lui che insegna all’uomo il sapere?
Il Signore conosce i pensieri dell’uomo:
non sono che un soffio. R
Beato l’uomo che tu castighi, Signore,
e a cui insegni la tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura,
finché al malvagio sia scavata la fossa. R
VANGELO Lc 3, 15-18
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
DOPO IL VANGELO
Esulta il mio cuore per la tua salvezza,
canto al Signore che mi dà ogni bene
e inneggio all’Altissimo.
A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA
O Dio forte ed eterno, che sempre guidi e sostieni le tue creature con amore di Padre, porgi l’orecchio alla voce di chi ti supplica e guarda ai desideri dei tuoi servi con volto sereno.
Per Cristo nostro Signore. Amen
SUI DONI
Accogli, o Padre, questi santi doni che ci hai comandato di offrire in onore del tuo nome e fa’ che nell’obbedienza fedele alla tua parola anche la nostra esistenza diventi un’offerta gradita.
Per Cristo nostro Signore. Amen
PREFAZIO
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre, qui e in ogni luogo, a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Tu volesti associare alla sofferenza redentrice di Cristo la Vergine Madre e tutti gli uomini che credono in lui, perché condividessero la sua condizione di gloria come membra di un unico corpo. Egli subì volontariamente la morte, perché fosse il primo dei nuovi viventi e davanti a tutti varcasse vittorioso le soglie del regno, donando ai credenti la certezza di partecipare con lui alla vita divina.
Questi segni del tuo amore infinito ci infondono, o Padre, serenità anche di fronte alla morte e ci inducono a unirci a tutte le creature beate che in cielo già contemplano il tuo volto per elevare insieme l’inno di lode: Santo…
ALLO SPEZZARE DEL PANE
Dio, mio Signore, in te mi rifugio;
salvami da chi mi perseguita e liberami.
ALLA COMUNIONE
Gli angeli stanno intorno all’altare
e Cristo porge il pane dei santi
e il calice di vita a remissione dei peccati.
DOPO LA COMUNIONE
O Dio vivo e santo, la celebrazione di questo mistero, che ci ha fatto pregustare le realtà eterne del cielo, ci ottenga i benefici necessari alla vita presente e ci confermi nella speranza dei beni futuri.
Per Cristo nostro Signore. Amen
Qual è la tua reazione?






