Meloni: “Non vedo incrinarsi i rapporti Usa-Ue, ma l’Europa deve difendersi da sola”
Non un problema, bensì un’occasione. Giorgia Meloni non sembra preoccupata dalla nuova strategia di sicurezza nazionale degli Usa diffusa dalla Casa Bianca, fortemente critica nei confronti degli alleati europei. “Non parlerei di un incrinarsi dei rapporti tra Stati Uniti ed Europa – spiega la premier -. Penso che quello che c’è scritto in questo documento strategico, al di là di quelli che sono i giudizi sulla politica dell’Unione Europea, dica magari con toni più assertivi, qualcosa che nel dibattito tra Stati Uniti e Europa va avanti da molto tempo. E penso che parli di quello che alcuni di noi hanno avuto il coraggio di definire molto tempo fa, un processo storico inevitabile. Cioè che l’Europa a un certo punto deve capire che se vuole essere grande, deve essere capace di difendersi da sola, e non può dipendere dagli altri”. L’inquilina di palazzo Chigi rivendica il fatto di aver detto queste cose “da molto prima che me lo segnalassero gli Stati Uniti. Perché quando tu appalti la sicurezza a qualcun altro, devi sapere che c’è un prezzo da pagare. Allora il punto è: quanto puoi difendere i tuoi interessi? Gli americani decidono oggi come difendere i loro interessi perché hanno la forza per farlo. Credo che l’Europa debba fare la stessa cosa. E quindi, non perché ce lo dicono gli americani, francamente, ma perché noi dobbiamo essere convinti di farlo”. Insomma per la presidente del Consiglio si tratta di “un’occasione per noi, che chiaramente ha un costo, ma è un costo economico che produce una libertà politica, che è esattamente quello che un soggetto politico sovrano deve fare”.
“Sull’Ucraina la linea è chiara, costruiamo la pace”
Passando al dossier Ucraina, poi, Meloni ribadisce che “la linea del governo è stata molto chiara sin dall’inizio. Abbiamo sostenuto Kiev per costruire pace. E la pace si costruisce con la deterrenza. Oggi a maggior ragione quella deterrenza serve perché finalmente ci sono degli embrioni negoziali, grazie a quel lavoro di sostegno che è stato fatto, e quindi la linea del governo a mio avviso deve rimanere la stessa”. Nonostante i distinguo di Matteo Salvini che anche oggi è tornato a mettere in dubbio il sostegno a Kiev. “Sono quattro anni che ci dicono che la Russia si sta per stancare. Bisogna essere pragmatici – la linea del vicepremier leghista -. Abbiamo approvato 19 pacchetti di sanzioni, 12 volte l’invio di armi. A questo punto la domanda è: l’invio di altre armi avvicina la pace o la allontana? La risposta mi sembra evidente. Io penso che sia più prudente fermarsi, come dice il Santo Padre”. Meloni non sembra però dare troppo peso all’alleato, e anzi rimarca un dato, ovvero che “l’Italia ha potuto avere” sul dossier Ucraina “una postura seria e forte grazie a una maggioranza compatta. Ragione per la quale io ascolto sempre quello che dicono i miei alleati, perché è giusto, aiuta a ragionare, aiuta anche a prendere delle decisioni più consapevoli”.
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