Migrantes, l’Italia fanalino di coda Ue per l’accoglienza di rifugiati: e il modello Albania “ai margini della democrazia”

Dicembre 10, 2025 - 05:03
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Migrantes, l’Italia fanalino di coda Ue per l’accoglienza di rifugiati: e il modello Albania “ai margini della democrazia”

Bruxelles si blinda contro una presunta “invasione” di migranti, con l’Italia che si intesta il cambio di paradigma europeo parlando di “modello Albania”, ma in realtà proprio il nostro Paese è il fanalino di coda per l’accoglienza, mentre nell’Unione i flussi irregolari in entrata di rifugiati e migranti ai suoi confini esterni continua a diminuire.

Lo spiega con i numeri il rapporto sul diritto d’asilo della fondazione Migrantes.

L’Italia e il “modello Albania” ai margini della democrazia

Secondo dati provvisori Eurostat, nei primi otto mesi del 2025 hanno chiesto protezione in Italia circa 85mila persone, il 20% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fine giugno i richiedenti registrati erano poco meno di 64 mila. Secondo i dati Unhcr, ospitando alla fine del 2024 313mila rifugiati in senso “lato” (beneficiari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria, umanitaria o temporanea), l’Italia si colloca per numerosità di questa composita categoria di persone in coda alla Germania, alla Polonia, alla Francia, al Regno Unito e anche alla Spagna. Ma il nostro Paese è superato anche da Paesi quali Svezia, Grecia e Bulgaria per “densità” di rifugiati in rapporto al totale della popolazione.

Eppure da Palazzo Chigi come a Bruxelles da una parte ci si lamenta di una presunta “invasione”, dall’altra si dà seguito a misure come il protocollo Italia-Albania che Migrantes pone “ai margini della democrazia”. Un modello che per il rapporto “piuttosto che essere visto come un ‘mostro’ isolato, va collocato nel continuum delle politiche europee di esternalizzazione del controllo migratorio e della detenzione amministrativa”.

Nel dossier si evidenzia come “il progetto rappresenti un laboratorio per l’estensione extraterritoriale del controllo e una messa in scena del potere sovrano sui corpi migranti. L’opacità sistemica, alimentata dall’esclusione di società civile e media, diventa essa stessa strumento di governo, mentre l’inefficacia in termini di rimpatri si trasforma in efficacia politica e disciplinare”.

I morti nel Mediterraneo e la prigionia in Libia

Mentre l’Europa si blinda come una fortezza, nel Mediterraneo non si fermano i morti. Alla fine del settembre 2025 la stima (per difetto) dei rifugiati e migranti morti o dispersi nel Mediterraneo nell’anno sfiora già le 1.300 unità, secondo Migrantes. A pagare il tributo di gran lunga più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale, con 885 vittime.

Per chi non ha la “fortuna” di raggiungere le coste dell’Europa, e di sfuggire alla morte in mare, si apre invece l’incubo libico. Nel 2025 il numero di migranti e rifugiati deportati dai guardiacoste libici, ex banditi finanziati lautamente dall’Unione Europea e riforniti di mezzi dall’Italia, è in crescita: fra gennaio e settembre ne sono già stati fermati in mare quasi 20mila, contro i 22mila scarsi di tutto il 2024.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia