Moda (-7,1%) e design e arredo (-3,6%) pesano sul prodotto interno lordo dell'industria brianzola
Nel 2024, il Pil di Monza a Brianza è cresciuto solo dello 0,2%, una netta decelerazione rispetto agli anni precedenti, dovuta alla stazionarietà dell’industria (produzione manifatturiera a -0,3%) e al rallentamento dei servizi (fatturato corrente in aumento contenuto del 3,3%). Nonostante ciò, l'export è rimasto un punto di forza, crescendo del 4,4% in valore (raggiungendo 14,4 miliardi di euro), nettamente superiore alla media lombarda. Hanno trainato farmaceutica (+17,1%), elettronica (+14,6%) e meccanica (+4,5%), mentre settori come moda (-7,1%), design-arredo (-3,6%) e automotive (-6,4%) hanno mostrato debolezza. Sul fronte occupazionale, i lavoratori sono diminuiti marginalmente (-0,5%) e il tasso di disoccupazione è salito leggermente al 3,3%, pur rimanendo molto basso.
Il secondo trimestre ha segnato una contrazione: la produzione manifatturiera è calata del 5,2%
La debolezza è proseguita nella prima metà del 2025. Dopo una produzione industriale di fatto stazionaria (-0,5% annuo) e un export dinamico nel primo trimestre (crescita del 9,0% dovuta quasi esclusivamente alla farmaceutica), il secondo trimestre ha segnato una forte contrazione: la produzione manifatturiera è calata del 5,2% e l'export in valore è diminuito dell'1,2% (con cali a due cifre per elettronica, -36,6%, e meccanica, -14,4%).
Sono queste alcune delle principali evidenze dell’edizione 2025 di Top 1000, il progetto di ricerca e di analisi economico-finanziaria delle 1000 maggiori imprese per fatturato, realizzato dal Centro studi di Assolombarda, in collaborazione con Pwc Italia e con il sostegno di Banco Bpm.
Il fatturato complessivo delle 1.000 aziende che compongono la classifica top 2025 ammonta a 69,8 miliardi di euro (ricavi 2024), in lieve contrazione del 2,3% rispetto all'anno precedente, un calo relativamente contenuto in un contesto di generale rallentamento dell'economia in Lombardia e in Italia. La quota di aziende in utile tra le Top 1000 resta importante, al 92%, a dimostrazione di una solida tenuta del tessuto imprenditoriale di Monza e Brianza. Anche la redditività, misurata dall’Ebit si conferma su livelli storicamente elevati, al 5,6%.
Nel prossimo anno rispetto al 2025, il 58% delle imprese prospetta un incremento delle vendite
Il sentiment delle imprese per il 2025 non si discosta molto dall’andamento del 2024: il 46% dei rispondenti prevede di chiudere l’anno con un aumento di fatturato rispetto all’anno scorso, il 20% prospetta stabilità e il 34% una diminuzione, riflettendo delle indicazioni polarizzate coerenti con l’attuale scenario globale. Nonostante l'incertezza, i margini operativi mostrano una tenuta, con due terzi delle imprese che stimano un Ebit stabile o in crescita. In questo contesto, i principali ostacoli per il 2025 sono stati la difficoltà di reperimento di personale adeguato (rischio alto per il 43%) e l'insufficienza di domanda (rischio alto per il 42%), in aumento rispetto al 2024 e dovuta ai modesti ritmi globali e alla debolezza europea; l'elevato costo dell’energia è percepito come rischio medio. In prospettiva, le previsioni di fatturato per il 2026 sono più favorevoli, riflettendo le attese che si manifesti concretamente la ripartenza economica fino ad ora posticipata. Nel prossimo anno rispetto al 2025, il 58% delle imprese intervistate prospetta un incremento delle vendite e il 33% una stabilità, mentre solo il 9% stima un calo.
“Monza e Brianza, con Milano, Lodi e Pavia, forma un quadrilatero che vale 304 miliardi di euro, il 13,6% del Pil italiano", ha sottolineato Alvise Biffi, presidente di Assolombarda. "Nello specifico, Monza e Brianza è un unicum nel panorama italiano grazie alla sua straordinaria densità e diversificazione di manifatturiero avanzato e servizi knowledge intensive radicati sul territorio. Oggi, però, la crescita economica rischia di essere limitata, oltre che dal contesto geopolitico instabile, anche dalla crescente difficoltà nel reperire personale qualificato".
Secondo Biffi è fondamentale agire sull’attrattività per risolvere questa criticità: senza competenze non è infatti possibile sostenere i processi di innovazione, in particolare quelli legati all’intelligenza artificiale, che stanno trasformando in profondità le nostre industrie. "L’innovazione è la leva decisiva per quell’aumento di produttività di cui il Paese ha urgente bisogno, ed è su questo fronte che ci aspettiamo un impegno forte e concreto da parte del Governo. Le risorse sono limitate, lo sappiamo. Proprio per questo servono misure semplici, certe e facilmente applicabili, evitando di ripetere gli errori del passato, come quelli legati a Transizione 5.0. Alle imprese vanno forniti strumenti chiari e immediati per continuare a crescere, innovare e competere, sviluppando nuove eccellenze capaci di misurarsi con successo sui mercati globali”.
Germania, Svizzera e Usa sono i primi partner commerciali
In termini di mercati, la Germania si conferma il principale partner commerciale (1,5 miliardi di euro di export nel 2024), seguita da Svizzera e Stati Uniti. L'alta dipendenza dalla Germania rende la manifattura locale sensibile alla ripartenza dell'industria tedesca, mentre l'elevata proiezione sul mercato americano amplifica i rischi legati ai dazi statunitensi. Assolombarda stima una perdita potenziale di 146 milioni di euro in esportazioni verso gli USA in un anno per effetto delle tariffe più elevate (-1,0% di export totale, variazione quindi contenuta), che potrebbe salire fino a 315 milioni di euro nel lungo periodo.
Nel complesso, le stime di crescita del Pil per l’intero 2025 sono, quindi, ridimensionate rispetto a inizio anno e pari a un modesto +0,3%, con attese di stagnazione per la manifattura e servizi ancora deboli. Per far fronte ai rischi globali, come l'esposizione ai dazi, è cruciale per le imprese diversificare le geografie di esportazione e investire in innovazione e qualità.
“Nei numeri di oggi, seppur in un panorama internazionale in continuo cambiamento", ha sottolineato Matteo Parravicini, presidente della sede di Monza e Brianza di Assolombarda, "emerge ancora una volta l forza del nostro manifatturiero avanzato, fondato sulla capacità di creare valore in filiere complesse e di sviluppare l'attrattività del territorio come hub per l'innovazione. Ma per supportare i processi che le imprese stanno portando avanti per essere sempre più competitive, occorrono competenze sempre più aggiornate. Una concreta e condivisa integrazione tra il mondo delle imprese e il sistema universitario è la leva per attrarre giovani talenti e garantire la produttività delle nostre aziende".
Difficoltà di reperimento di personale adeguato e l’insufficienza di domanda
Nei primi dieci mesi del 2025, i principali fattori di rischio percepiti dalle aziende sono stati la difficoltà di reperimento di personale adeguato e l’insufficienza di domanda. Sul primo fronte, per il 43% delle imprese rispondenti alla survey si tratta di un rischio alto. Infatti, con un tasso di disoccupazione provinciale basso (circa 3%), la ricerca di candidati è una "competizione" intensa. Basti pensare che, nella prima metà del 2025, il 53% delle figure professionali ricercate è stato difficile da trovare, un dato superiore alla media lombarda e italiana.
L’Insufficienza di domanda (42% rischio alto) è in aumento rispetto al 2024 (dove era al 32%), a causa dei modesti ritmi del commercio mondiale e della debolezza dell'industria europea.
Tra gli altri ostacoli, l'elevato costo dell’energia è stato percepito prevalentemente come fattore di medio rischio (livello indicato dal 42% del campione, rischio alto per il 22%). I vincoli finanziari (rischio alto solo per l'11%) e i prezzi di materie prime/componenti (9% rischio alto) sono risultati meno impattanti.
Le attese per il 2026 sono più ottimistiche, in linea con le previsioni macroeconomiche di Assolombarda che indicano un'accelerazione del Pil provinciale al +0,8%. Per quanto riguarda il fatturato, il 58% delle imprese prospetta un incremento delle vendite nel 2026, il 33% stabilità e solo il 9% stima un calo.
Le percezioni sui rischi rimangono simili al 2025: le difficoltà di reperimento di personale (48% rischio alto) e l'insufficienza di domanda (44% rischio alto) si confermano le principali sfide. Ci si aspetta che i vincoli finanziari (rischio alto per il 14%) e i costi/reperimento di materie prime/componenti (rischio alto per il 18%) rimangano gestibili, anche grazie a politiche monetarie più accomodanti.
Le prime 16 imprese per fatturato: 9 oltre il miliardo di euro. Ottava Decathlon Italia srl (Lissone); nona Intercos spa
L'analisi conferma la presenza di un nucleo di imprese di eccellenza. Per la prima volta, ben 16 aziende superano la soglia degli 800 milioni di euro di fatturato (erano 15 nell'edizione precedente). Di queste, 9 raggiungono ricavi superiori al miliardo di euro annuo (una in meno rispetto all'anno precedente).
Prima è nuovamente Esprinet spa (Vimercate); seconda Stmicroelectronics srl (Agrate Brianza); terza Mediamarket spa (Verano Brianza); quarta Gaia Holding srl (Desio); quinta Candy spa (Brugherio); sesta Basf Italia spa (Cesano Maderno); settima Sol spa (Monza); ottava Decathlon Italia srl (Lissone); nona Intercos spa (Agrate Brianza), che entra a far parte delle imprese “miliardarie”. Seguono decima Roche spa (Monza); undicesima Sacchi Giuseppe spa (Desio); dodicesima Euroitalia srl(Cavenago di Brianza); tredicesima Gruppo Sapio (Monza); quattordicesima Gruppo Fontana (Veduggio con Colzano); quindicesima Prenatal Retail Group spa (Cogliate); sedicesima Ds Smith Holding Italia spa (Vimercate).
Le startup innovative sul territorio sono 136
La provincia di Monza e Brianza si conferma un ambiente fertile per l'imprenditoria ad alto contenuto tecnologico, con le startup innovative che fungono da indicatori chiave del dinamismo economico locale. Queste realtà non solo creano competenze avanzate e facilitano la collaborazione con la ricerca, ma rappresentano anche i potenziali protagonisti delle future classifiche Top. Ne è un esempio Carsoon srl, un anno fa prima per fatturato tra le startup della provincia e oggi presente nella Top 1000 (505esima, con 17,8 milioni di euro di fatturato).
Il numero delle startup innovative con sede in provincia è stabile a quota 136. Un terzo di queste realtà è concentrato nel capoluogo, Monza, mentre un altro polo significativo è Seregno, che ospita 14 startup. Le restanti 77 sono distribuite in modo capillare sul territorio provinciale. La maggior parte (l'82%, pari a 111 realtà) è attiva nel settore dei servizi knowledge-intensive, con una netta prevalenza per il comparto Ict. Solo 15 startup, invece, operano nell'industria e nell'artigianato.
Le prime 15 startup, di cui nove già presenti lo scorso anno e sei che entrano per la prima volta nella top 15, totalizzano da sole 13,1 milioni di euro di ricavi. Sebbene le realtà con fatturato 2024 superiore al milione di euro siano scese a 3 (rispetto alle 4 precedenti), si nota un trend positivo di "spostamento verso l'alto" dei valori economici.
"L’Intelligenza artificiale cambierà il modo di fare impresa in Italia. La sfida non è capire se innovare, ma come innovare subito: investendo su persone, competenze e modelli organizzativi. Nei prossimi anni il lavoro sarà più flessibile, collaborativo e attento al benessere. Chi saprà adeguarsi ai cambiamenti attirerà i migliori talenti. Il territorio di Monza e Brianza può diventare un hub nazionale dell’innovazione, se imprese e istituzioni collaboreranno. È il momento di passare dall’analisi all’azione", ha osservato Stefano Bravo, Partner di Pwc Italia.
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