Nella moda è cambiato tutto: la guida definitiva ai nuovi direttori creativi
Cambia tutto (di nuovo). In un settore che vive ormai di accelerazioni continue, anche la figura del direttore creativo moda si fa fluida, nomade, a tratti instabile. Il 2025 conferma questa tendenza, disegnando una mappa in continuo aggiornamento: debutti molto attesi, ritorni clamorosi, uscite silenziose e case di moda che riscrivono la propria identità attraverso le mani, e le visioni, di nuovi creativi.
Questo settembre sarà il mese dei debutti: da Gucci a Chanel passando per Dior e Versace. Il mondo della moda non sarà più lo stesso. Cambia volti e aspetto per ritrovare nuovo interesse in un mercato in perdita: mossa strategica o suicidio premeditato? Facciamo il punto della situazione.
Le grandi manovre
Le nomine più fragorose sono arrivate dai big. Jonathan Anderson è il nuovo direttore creativo moda di Dior, dove succede a Maria Grazia Chiuri (uscita a maggio, dopo la sfilata Cruise a Roma). Anderson debutterà già a giugno 2025 con la collezione uomo alla Paris Fashion Week, per poi firmare anche la donna e l’haute couture. È il primo creativo a unificare tutte le linee della maison dai tempi di Galliano. Da Gucci, dopo Sabato De Sarno, il testimone è passato a Demna, che prenderà ufficialmente servizio a luglio dopo aver lasciato Balenciaga, per poi debuttare a settembre 2025 a Milano. Infine, Chanel ha affidato la propria eredità a Matthieu Blazy, in uscita da Bottega Veneta. Subentrato a Virginie Viard, il suo primo défilé è atteso a ottobre 2025. Le aspettative sono altissime: Blazy è considerato uno dei designer più raffinati della sua generazione, ma Chanel è una sfida a sé.

Jonathan Anderson, nuovo direttore creativo moda 2025 di Dior, uomo e donna.
I debutti di settembre 2025
Settembre sarà il mese delle prime volte, un banco di prova collettivo per valutare se le tante scommesse stilistiche degli ultimi mesi porteranno nuova linfa o nuovi inciampi. Insieme a quelli già citati, a Milano il calendario segnerà l’esordio di Dario Vitale per Versace, chiamato a raccogliere l’eredità ingombrante di Donatella e a dimostrare di saperne rileggere i codici senza cadere nella replica. Sempre nel capoluogo lombardo, farà il suo ingresso ufficiale anche Louise Trotter da Bottega Veneta, dopo mesi di transizione che hanno visto la maison astenersi dalle passerelle per concentrarsi su un rilancio silenzioso ma mirato. A completare il quadro milanese, il primo défilé di Simone Bellotti da Jil Sander, in carica da marzo (dopo Bally), e il ritorno di Peter Copping sulla scena internazionale, ora alla guida di Lanvin dopo anni di vuoto creativo.
A Parigi, invece, sarà la volta di Glenn Martens per Maison Margiela, chiamato a succedere a John Galliano in un ruolo che richiede tanto rigore quanto libertà. E infine, l’attesissimo debutto di Pierpaolo Piccioli da Balenciaga, previsto per ottobre: un ritorno alla couture poetica dopo l’era iper-concettuale di Demna. Tanti debutti in contemporanea, pochissimi margini d’errore. Per molti, sarà il momento in cui visione, coerenza e capacità di adattamento verranno finalmente misurati con il metro della realtà. E dei compratori. Sebbene, come la storia ci ha insegnato, a nessuno è mai bastata una sola stagione per fare breccia nel cuore del brand.

I volti della moda che verrà
Altri cambi, altre attese
Al di fuori del calendario ufficiale, c’è chi ha già iniziato a costruire il nuovo corso. Jack McCollough e Lazaro Hernandez, fondatori di Proenza Schouler (ora orfana di stilista), hanno preso in mano le redini di Loewe e pur non avendo ancora sfilato, stanno già tracciando la direzione del marchio spagnolo. Anche altre maison approfitteranno dei prossimi mesi per rivelare le loro nuove firme: Duran Lantink debutterà da Jean Paul Gaultier con la sua prima collezione ready-to-wear a Parigi, Miguel Castro Freitas è già subentrato a Casey Cadwallader da Mugler, mentre Mark Thomas è il nuovo volto di Carven, maison che conosce bene, essendo stato parte del team creativo interno. Nomi meno chiacchierati, ma non meno strategici.
Chi è senza casa
In questa nuova geografia creativa ci sono nomi eccellenti ancora a piede libero. Maria Grazia Chiuri, uscita da Dior a maggio, resta in silenzio, anche se i rumor la vedono da Fendi. Riccardo Tisci, dopo la fine del suo incarico da Burberry, non ha ancora assunto nuovi ruoli e continua a essere tra i nomi più corteggiati del settore. Jeremy Scott, dopo l’uscita da Moschino, si muove tra capsule ironiche e incursioni pop, ma non ha ancora una nuova maison da guidare. John Galliano, archiviata l’esperienza con Margiela, ha scelto il silenzio e lascia intendere un possibile ritorno. Kim Jones, dopo aver lasciato sia Dior Men che Fendi (ancora in cerca di un nuovo direttore creativo), è attualmente senza incarico ufficiale, ma non certo fuori dai giochi (e dalle speculazioni). E poi c’è Hedi Slimane, che lo scorso ottobre ha lasciato Celine dopo sette anni: una delle poltrone che sembravano più salde e invece, al suo posto, è già arrivato Michael Rider, ex Polo Ralph Lauren, ma con un passato proprio in Celine sotto Phoebe Philo.
Le anticipazioni dalla Haute Couture di luglio
L’edizione estiva dell’haute couture a Parigi, prevista per luglio 2025, sarà meno una passerella di conferme e più un termometro dei cambiamenti in atto. Sarah Burton, dopo il debutto nel ready-to-wear per Givenchy, non sarà in calendario, rimandando alla prossima stagione la sua Alta Moda. Demna presenterà la sua ultima collezione per Balenciaga prima di passare il testimone a Piccioli, mentre da Chanel sfilerà l’ultima collezione realizzata dallo studio interno, in attesa del debutto ufficiale di Matthieu Blazy. Riflettori puntati anche su Glenn Martens, che porterà in scena la sua prima couture per Maison Margiela, e sull’assenza di Dior, che dopo la Cruise romana ha scelto di non esserci. A margine, Michael Rider svelerà la sua prima collezione ready-to-wear per Celine, il giorno prima dell’apertura ufficiale della Paris Fashion Week: un debutto fuori calendario, ma perfettamente sincronizzato con il nuovo corso.

Balenciaga Haute Couture autunno/inverno 2022-23
Reset creativo: perché il 2025 è l’anno delle svolte (e delle scommesse)
Mai come ora la moda si gioca tutto sull’identità. In un mercato sotto pressione, che fatica a riconnettersi con il pubblico e con i dati di vendita, tutte le speranze sono riposte sui direttori creativi. Ai quali è richiesto molto più che disegnare abiti: devono raccontare storie, ricostruire desiderio, e possibilmente farlo in fretta. Poiché, sempre più spesso, il tempo non è concesso.
Il 2025 sembra segnare un punto di svolta. Questo grande rimescolamento di carte racconta la voglia di cambiamento, in certi casi persino di azzeramento del passato. Alcune scelte virano verso designer superstar che ci si augura abbiano i super poteri per invertire l’andamento delle vendite di un brand nel più breve tempo possibile. Altre ai creativi delle retrovie, quei nomi finora tenuti lontani dai riflettori che si spera si rivelino fuoriclasse come lo sono stati Alessandro Michele o Daniel Lee in passato. Le strategie sono diverse, persino opposte, ma tutte condividono un’urgenza comune: trovare nuove strade per sopravvivere, e magari rinascere. Chi ha fatto la mossa giusta? Chi ha solo spostato il problema? Solo il tempo, e gli abiti, ce lo diranno. Ma una cosa è certa: la posta in gioco non è solo lo stile, è il futuro stesso del sistema moda.
Ricapitolando
Debutti imminenti
– Dior: Jonathan Anderson – giugno 2025
– Gucci: Demna – settembre 2025
– Chanel: Matthieu Blazy – ottobre 2025
– Balenciaga: Pierpaolo Piccioli – ottobre 2025
– Versace: Dario Vitale – settembre 2025
– Bottega Veneta: Louise Trotter – settembre 2025
– Maison Margiela: Glenn Martens – luglio 2025
– Jean Paul Gaultier: Duran Lantink – settembre 2025
– Jil Sander: Simone Bellotti – settembre 2025
– Celine: Michael Rider – luglio 2025 (fuori calendario)
– Lanvin: Peter Copping – settembre 2025
– Carven: Mark Thomas – settembre 2025
– Loewe: Jack McCollough & Lazaro Hernandez – ottobre 2025
Senza guida (per ora)
Fendi – Proenza Schouler – Helmut Lang
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