Ofgem taglia il tetto dell’energia: cosa cambia davvero
Il nuovo annuncio di Ofgem, l’autorità per l’energia nel Regno Unito, segna una tappa importante nella gestione della crisi energetica che da anni affligge le famiglie britanniche. A partire dal 1° luglio 2025, entrerà in vigore un nuovo tetto massimo del prezzo dell’energia che dovrebbe, almeno sulla carta, ridurre le bollette per milioni di cittadini.
Il valore annuale del price cap scenderà a £1.568 per una famiglia tipo, il punto più basso dal 2021. Tuttavia, il sollievo è solo parziale. Se da un lato questo intervento porta un leggero miglioramento, dall’altro non risolve le profonde disuguaglianze e le difficoltà strutturali che il settore energetico britannico continua ad affrontare.
Mentre le autorità parlano di un segnale positivo, le organizzazioni per la tutela dei consumatori e molti economisti sottolineano che il problema resta, e si chiama povertà energetica.
Un price cap più basso, ma ancora lontano dalla normalità
Il tetto del prezzo dell’energia stabilito da Ofgem sarà di £1.568 all’anno per una famiglia media che utilizza gas ed elettricità in modo standard, con pagamento tramite addebito diretto e in tariffa variabile. Il limite precedente, in vigore da aprile, era di £1.690, quindi il calo è di circa il 7%.
Questa misura si applica alle tariffe non fisse, ossia a chi non ha stipulato contratti bloccati con i fornitori. La buona notizia è che si tratta del livello più basso da quattro anni, segno che il costo all’ingrosso dell’energia ha subito una diminuzione.
Ma la notizia, in sé, non basta a nascondere il fatto che le bollette restano altissime rispetto al periodo pre-crisi. Per fare un paragone, nel luglio 2020, il price cap era sotto le £1.200, quindi siamo ancora a livelli molto superiori.
Ofgem, attraverso il suo amministratore delegato Jonathan Brearley, ha sottolineato che “questa riduzione rappresenta un passo nella giusta direzione”, ma ha ammesso che i consumatori continuano a pagare molto più del normale.
Per chi volesse approfondire la metodologia e gli aggiornamenti trimestrali del tetto energetico, tutti i dettagli tecnici sono disponibili sul sito ufficiale di Ofgem.
Perché non basta: povertà energetica e disuguaglianze crescenti
Nonostante il calo annunciato, oltre 6 milioni di famiglie britanniche restano in povertà energetica, secondo i dati di Citizens Advice e National Energy Action (NEA).
Il price cap serve da protezione contro tariffe abusive, ma non garantisce un prezzo sostenibile per tutti. Molte famiglie che vivono in case poco isolate o che usano sistemi prepagati, spesso perché a basso reddito o con precedenti debiti, non riescono a beneficiare pienamente del price cap.
Gli esperti di NEA hanno dichiarato che “le persone vulnerabili continueranno a dover scegliere tra riscaldamento e cibo”, e che il prezzo unitario dell’energia, seppur più basso, rimane proibitivo per chi ha già bollette arretrate.
Inoltre, il sistema dei contatori prepagati è considerato penalizzante: in molti casi, chi ha bollette scadute si trova costretto ad anticipare i pagamenti, senza garanzie di accesso costante all’energia.
La Commissione per la povertà energetica ha più volte richiesto al governo un bonus strutturale per le famiglie a rischio, che compensi l’insufficienza del price cap nei mesi invernali, quando il consumo è naturalmente più alto.
Una panoramica approfondita delle iniziative sociali e delle richieste degli enti di supporto si può trovare sul sito di National Energy Action e della Citizens Advice.
Il contesto economico e la reazione dei mercati
Il nuovo tetto è stato annunciato in una fase di rallentamento generale dei prezzi all’ingrosso dell’energia, causato in parte da una diminuzione della domanda globale e in parte dalla stabilizzazione delle forniture europee dopo la crisi russo-ucraina.
Nonostante il calo dei costi, l’impatto sui mercati è stato limitato. Le aziende energetiche quotate al FTSE 100, come Centrica (British Gas) e SSE, non hanno registrato flessioni significative.
Gli analisti ritengono che i fornitori abbiano già previsto questo ribasso nei loro margini operativi e che il vero business stia ormai nei servizi premium e nei piani a lungo termine, più che nelle tariffe variabili sotto price cap.
Molti operatori come Octopus Energy, EDF UK e E.ON hanno confermato che rispetteranno il nuovo limite, pur continuando a promuovere contratti fissi a prezzi superiori, ma stabili nel tempo.
Il settore rimane comunque estremamente volatile, come dimostrato dai precedenti aumenti a picco tra il 2022 e il 2023, quando le famiglie si sono ritrovate con bollette fino a £4.000 all’anno, poi calmierate dai sussidi governativi.
Per chi monitora l’andamento dei prezzi e degli indici di mercato, è utile consultare i dati aggiornati attraverso la London Stock Exchange.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi: scenari e incognite
Secondo gli esperti del settore, questo calo potrebbe non durare. I costi dell’energia rimangono legati a molte variabili geopolitiche:
i prezzi all’ingrosso di gas ed elettricità possono variare in modo repentino, soprattutto con l’arrivo della stagione fredda.
Ofgem ha chiarito che continuerà a rivedere il price cap ogni trimestre, e potrebbe aumentarlo già da ottobre 2025 in caso di rialzo dei prezzi internazionali.
La vulnerabilità del Regno Unito, che importa ancora gran parte del gas naturale e deve compensare le carenze infrastrutturali delle energie rinnovabili, fa sì che il mercato sia estremamente esposto agli shock esterni.
Allo stesso tempo, la transizione energetica è rallentata: i grandi progetti per la decarbonizzazione, le centrali nucleari e l’adozione di fonti rinnovabili procedono lentamente, sia per questioni politiche che burocratiche.
Il governo ha annunciato nuovi investimenti nel settore green, ma la loro realizzazione richiederà anni, mentre le famiglie hanno bisogno di soluzioni immediate.
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