Per Confcommercio vanno bene le misure contro il greenwashing, ma servono regole proporzionate per le piccole e medie aziende

Dicembre 5, 2025 - 10:00
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Per Confcommercio vanno bene le misure contro il greenwashing, ma servono regole proporzionate per le piccole e medie aziende
Verranno considerate scorrette e sanzionate le affermazioni ambientali generiche o ingannevoli, come la presentazione di
Verranno considerate scorrette e sanzionate le affermazioni ambientali generiche o ingannevoli, come la presentazione di "prodotti neutri" o "a impatto zero" Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Ia

“Il provvedimento va nella giusta direzione, ma per essere davvero efficace deve tenere conto della realtà operativa delle micro, piccole e medie imprese, che rappresentano la struttura portante del terziario italiano”: queste le parole di Maurizio Grifoni, componente di Giunta di Confcommercio con incarico su Economia circolare e solidarietà, intervenuto ieri in audizione presso la commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera sullo schema di decreto legislativo che recepisce la Direttiva (Ue) 2024/825 in materia di pratiche commerciali ingannevoli.

Nel suo intervento, Grifoni ha espresso apprezzamento per l’obiettivo del provvedimento: contrastare il greenwashing, rendere più trasparenti le informazioni ai consumatori e valorizzare durabilità e riparabilità dei prodotti: “l’impianto generale è condivisibile e mette a disposizione strumenti utili per favorire la transizione verde e tutelare i consumatori ma la sua attuazione richiede un approccio equilibrato e idoneo a garantire oneri proporzionati e realmente sostenibili per le imprese di minori dimensioni”, ha detto Grifoni.

Richieste linee guida nazionali chiare, applicabili e uniformi, che consentano alle imprese di orientarsi e alle autorità di svolgere controlli omogenei

Tra gli elementi più critici segnalati da Confcommercio figurano le nuove definizioni introdotte all’articolo 18 del Codice del Consumo, in particolare, la nozione di “asserzione ambientale generica” che rischia di coinvolgere comunicazioni commerciali ordinarie prive di riferimenti alla sostenibilità ambientale. Da qui la richiesta di prevedere linee guida nazionali chiare, applicabili e uniformi, che consentano alle imprese di orientarsi e alle autorità di svolgere controlli omogenei.

Nel dettaglio, il decreto amplia l’elenco delle pratiche commerciali vietate, aggiornando il Codice del consumo. Verranno considerate scorrette e sanzionate le affermazioni ambientali generiche o ingannevoli, come la presentazione di "prodotti neutri" o "a impatto zero", quando tali dichiarazioni non siano attendibili, comparabili e verificabili. L’obiettivo è rafforzare la tutela dei consumatori e proteggere i settori produttivi più esposti, come moda e tessile, dove una comunicazione ambientale corretta è essenziale per informare il consumatore, difendere il made in Italy e contrastare pratiche sleali che penalizzano i produttori virtuosi.

Il decreto legislativo recepisce la direttiva Ue 2024/825 sulla "responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde"

A novembre il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro delle Imprese e del made in Italy, senatore Adolfo Urso, il decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue 2024/825 sulla "responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde".

Vietate le affermazioni ambientali ingannevoli, come la presentazione di prodotti "a impatto zero", quando tali dichiarazioni non siano attendibili Come si legge in una nota del Mimit, il provvedimento rafforza tutele e strumenti contro le pratiche commerciali scorrette legate alla sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti, i cosiddetti "green claims" ingannevoli, e introduce nuove modalità di informazione chiara e verificabile a beneficio dei consumatori.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia