Perché sono esplose le proteste a Los Angeles: le retate anti-migranti di Trump e gli scontri in strada

Bilancio da guerriglia quello dei tre giorni di scontri a Los Angeles. Proteste innescate dalla politica anti-immigrati del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che hanno scatenato manifestazioni e violenza in strada con polizia e Guardia Nazionale. Proprio l’invio di quest’ultima sul campo da parte del Presidente ha aperto il dibattito sull’opportunità politica di ricorrere ad alcuni poteri. Le proteste hanno portato a 56 arresti. Manganellati i manifestanti, utilizzati proiettili di gomma e al peperoncino, lanciati lacrimogeni. I governatori democratici accusano il Presidente di abuso di potere.
“Sembra che le cose stiano andando davvero male a Los Angeles. MANDATE I SOLDATI!!!”, ha postato Donald Trump ieri sera sul suo social network Truth Social. “ARRESTATE LE PERSONE MASCHERATE, SUBITO”. E in un post precedente. “Non lasciate che questi delinquenti la facciano franca. RENDIAMO L’AMERICA DI NUOVO GRANDE!!!”. Trump aveva parlato di una città “invasa” e “occupata” da “un’orda violenta e rivoltosa”, della necessità di “liberare Los Angeles dall’Invasione dei Migranti”. Il Presidente ha già inviato la Guardia Nazionale, non ha escluso di inviare anche i Marine. Secondo alcuni osservatori ha colto l’occasione per innescare uno scontro contro uno Stato tradizionalmente democratico e anche il più ricco della Federazione.
Le proteste sono esplose venerdì scorso. Oltre a Los Angeles, si sono allargate anche alle cittadine di Paramount e Compton e sono arrivate anche a San Francisco. A scatenare le manifestazioni alcuni raid dell’ICE, l’Agenzia Federale Statunitense per il controllo delle Frontiere e dell’Immigrazione, in cui erano state arrestate decine di persone considerate presunti migranti irregolari. Le proteste sono esplose davanti al Metropolitan Detention Center. Gli scontri si sono consumati con lanci di pietre e auto incendiate da parte di circa un centinaio di manifestanti. Diversi commercianti hanno segnalato saccheggi nei loro negozi nel quartiere finanziario. Attaccati anche dei Waymo, i taxi senza conducente della società di Alphabet, casa madre di Google.
Già sabato la polizia di LA scriveva sui social che la situazione era rientrata, ormai era pacifica. Il Presidente degli USA ha comunque deciso di mandare la Guardia Nazionale, il principale corpo di riservisti dell’esercito, per mantenere l’ordine e la sicurezza ma contro la volontà delle autorità locali. Non succedeva dal 1965 in dissenso con le autorità del posto: il governatore, il democratico Gavin Newsom, e la sindaca di Los Angeles, Karen Bass. Newsom ha parlato di una provocazione, da parte di Trump, e ha chiesto il ritiro immediato della Guardia Nazionale.
È considerato uno degli avversari più credibili del tycoon, possibilmente prossimo candidato alla Casa Bianca per i democratici. “Questi sono gli atti di un dittatore, non di un presidente”, ha scritto sul social X. Ha chiesto formalmente di ritirare l’ordine a suo dire “illegale” di schierare duemila soldati della Guardia Nazionale nella contea di Los Angeles. “Non avevamo alcun problema fino a quando Trump non è intervenuto. Questa è una grave violazione della sovranità statale, che alimenta le tensioni sottraendo risorse ai luoghi dove sono realmente necessarie”.
Qual è la tua reazione?






