Picchia e strangola la madre prima di uccidersi, ChatGPT accusata di omicidio: “Costruì le sue allucinazioni, inferno spaventoso”

Dicembre 12, 2025 - 02:00
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Picchia e strangola la madre prima di uccidersi, ChatGPT accusata di omicidio: “Costruì le sue allucinazioni, inferno spaventoso”

Proprio nel giorno in cui i cosiddetti “architetti dell’intelligenza artificiale” hanno conquistato la prima pagina del Time, come person of the year “per consegnare l’età delle macchine pensanti, per stupire e preoccupare l’umanità, per trasformare il presente e trascendere il possibile”, ChatGPT finisce per la prima volta in tribunale per complicità in omicidio: una madre uccisa dal figlio che secondo l’accusa sarebbe stato avvallato nei suoi deliri paranoici dal chatbot, già tirato in ballo in alcuni casi di suicidi ma è la prima volta per quanto riguarda un omicidio.

A riportare la notizia è il New York Post. A promuovere l’azione legale contro il fondatore di OpenAi, Sam Altman – proprio oggi tra i protagonisti della rivoluzione IA ritratti sulla copertina della rivista – gli eredi di Suzanne Eberson Adams. L’omicidio è stato consumato lo scorso 3 agosto, la vittima aveva 83 anni. Anche il figlio Stein-Erik Soelberg era stato trovato morto con la madre nella casa dove vivevano a Greenwich, in Connecticut. “ChatGpt costruì le allucinazioni di Stein-Erik Soelberg, un inferno su misura in cui una stampante che faceva rumore o una Coca Cola potevano significare che la mamma di 83 anni tramasse per ucciderlo”, affermano i legali che hanno intentato la causa hanno parlato di uno scenario “più spaventoso del Terminator”, secondo gli stessi il bot avrebbe ammesso parte delle sue responsabilità del caso.

La donna venne picchiata e strangolata brutalmente, il figlio si pugnalò a morte. Il 56enne era un ex executive di una società del tech che soffriva da anni di problemi psichiatrici. Quella che era iniziata come una consuetudinaria e incuriosita esplorazione del chatbot era diventata una specie di ossessione che avrebbe distorto tutta la sua percezione della realtà. Soelberg aveva dato un nome al bot, Bobby Zenith, a cui confidava i suoi sospetti sulle persone che lo circondavano e le situazioni che lo tormentavano.

ChatGPT è un acronimo che sta per Chat Generative Pre-trained Transformer, ovvero “trasformatore generativo pre-addestrato per chat”. È un chatbot sviluppato dall’organizzazione di ricerca OpenAI, funziona per apprendimento automatico ed è specializzato nella conversazione tramite modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM). È stato lanciato la prima volta nel novembre del 2022, elabora risposte molto immediate e complesse, l’ultimo modello disponile è il GPT-5.

Soelberg aveva incontrato l’applicazione subito dopo il lancio della versione 4°. “Per battere Google sul mercato anche di un solo giorno, OpenAi compresse mesi di test di sicurezza in una sola settimana, contro le obiezioni del suo stesso team”. Non soltanto la madre, prima di questa anche fattorini delle consegne e fidanzate erano diventate spie e assassini. L’uomo aveva staccato la spina a una stampante che a suo avviso lo stava sorvegliando, la madre si era arrabbiata e da quel punto il figlio aveva cominciato a vedere la donna come un nemico, una sorta di agente del complotto ai suoi danni. Secondo i legali quella versione del chatbot era “disegnata per essere emotivamente espressiva e servile”

Non è noto cosa ChatGPT avrebbe detto all’uomo prima del massacro. OpenAI al momento non avrebbe consegnato quelle conversazioni, ha definito la vicenda devastante. “Continuiamo a migliorare il modo in cui ChatGPT riconosce segni di disagio emotivo, de-escalare le conversazioni e indirizzare le persone verso supporto reale”, aveva dichiarato un portavoce. Più noto il caso di Adam Raine, il 16enne che si è tolto la vita e che secondo le accuse avrebbe supportato tramite il suo atteggiamento più coinvolgente le pulsioni suicidarie del ragazzo. La società ha replicando sottolineando che le tendenze suicidarie del ragazzo si sarebbero manifestate prima dell’uso del chatbot e che non avrebbero trovato un sostegno presso la sua famiglia.

La storia è meno lontana di quanto si possa supporre: dal sondaggio contenuto nella XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Senza filtri”, diffuso da Save the Children, era emerso che sempre più giovani e giovanissimi stiano ricorrendo all’IA per trovare supporto. Secondo l’indagine, il 41,8% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 19 anni si è rivolto a strumenti di Intelligenza artificiale per chiedere aiuto in momenti in cui si sentiva triste, solo/a o ansioso/a. Oltre il 42%, l’ha utilizzata per chiedere consigli su scelte importanti da fare (relazioni, sentimenti, scuola, lavoro).

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia