Puma soffre i cambi e rivede la guidance: Q2 in calo dell’8,3% a 1,94 mld

Puma conferma il rallentamento comunicato nei giorni scorsi con i dati preliminari. Il terzo colosso dello sportswear soffre ancora a causa dei cambi, archiviando un secondo trimestre in calo del 8,3% a cambi correnti (-2% a cambi costanti) a quota 1,94 miliardi di euro. L’effetto cambio ha inciso negativamente per circa 135 milioni di euro, portando appunto i ricavi a soffrire a -8,3%. Il rallentamento ha interessato tutte le aree geografiche, pur con alcune eccezioni.
Il calo delle è dovuto maggiormente a quelli che sono i mercati chiave, Nord America (circa -9%), Europa (-4%) e Greater Cina (-4%). Nell’area Apac le vendite sono diminuite del 2,9%, mentre segnali positivi sono sono arrivati da America Latina (+16 per cento).
Sul fronte dei canali distributivi, il wholesale ha subito una contrazione del 6,3% a cambi costanti, attestandosi a 1,34 miliardi di euro, penalizzato dalla debolezza in Stati Uniti, Cina ed Europa. In controtendenza il canale direct-to-consumer, che è cresciuto del 9,2% a 601,1 milioni di euro. A trainare la performance è stato soprattutto l’e-commerce, in crescita del 19,4%, mentre i negozi diretti hanno segnato un +3,4 per cento. La quota del dtc sul totale delle vendite è salita al 30,9% rispetto al 27,8% dello stesso periodo dell’anno precedente.
Per quanto riguarda le categorie di prodotto, le calzature si confermano in crescita (+5,1%), spinte dalle linee Running e Sportstyle. In calo invece l’abbigliamento (-10,7%) e gli accessori (-6,4 per cento).
Male la redditività: il margine lordo è sceso di 70 punti base, attestandosi al 46,1 per cento. La contrazione, spiega il report finanziario, è stata causata da un incremento dell’attività promozionale e da effetti valutari sfavorevoli, parzialmente compensati da benefici sul fronte sourcing, logistica e mix dei canali di distribuzione. La perdita netta è stata di 247 milioni.
L’azienda, inoltre, non prevede più di raggiungere la crescita delle vendite precedentemente stimata per l’intero anno ma suppone un calo low double digit (in precedenza stimava un aumento percentuale al netto degli effetti valutari tra bassa e media cifra).
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