Riconoscimento Facciale in Tempo Reale: Cresce l’Uso in UK

Maggio 25, 2025 - 23:00
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Riconoscimento Facciale in Tempo Reale: Cresce l’Uso in UK

Negli ultimi mesi, milioni di cittadini britannici sono stati sorvegliati in tempo reale senza saperlo.
Le telecamere di riconoscimento facciale in tempo reale stanno rapidamente diventando uno strumento centrale nelle attività delle forze di polizia in Inghilterra e Galles.

Con quasi 5 milioni di volti scansionati solo nel 2024, l’espansione della tecnologia è avvenuta in silenzio, spesso senza un dibattito pubblico e – cosa ancora più allarmante – senza un chiaro quadro normativo.

C’è chi applaude alla maggiore sicurezza e chi denuncia una deriva verso la sorveglianza biometrica di massa. Ma cosa sta davvero accadendo nelle strade del Regno Unito?

Riconoscimento facciale: una tecnologia sempre più diffusa nelle città del Regno Unito

Nel Regno Unito, il riconoscimento facciale in tempo reale sta rapidamente diventando una presenza stabile e controversanel panorama urbano.

Secondo una recente inchiesta del The Guardian e di Liberty Investigates, nel 2024 sono stati scansionati quasi 4,7 milioni di volti, il doppio rispetto all’anno precedente.

Una tecnologia una volta riservata a scenari fantascientifici è ormai entrata nella quotidianità di milioni di cittadini a Londra, Cardiff e in numerosi altri centri urbani e trasporti pubblici.

Ma a fronte di un’espansione sempre più rapida, emergono forti preoccupazioni sul piano giuridico, etico e sociale.

Le telecamere LFR (Live Facial Recognition) sono oggi impiegate non solo per identificare sospetti in tempo reale, ma anche per incrociare volti con banche dati di passaporti, immigrazione e custodia, senza un preciso quadro normativo.

Un esempio concreto?

Una telecamera ha recentemente consentito l’arresto di un pedofilo recidivo in compagnia di una bambina. Un risultato importante, certo, ma a quale prezzo in termini di privacy collettiva?

Vediamo nel dettaglio come funziona il sistema, dove viene usato, e perché questa espansione sta generando un dibattito acceso in tutto il paese.

L’espansione del riconoscimento facciale: numeri e zone coinvolte

Le forze dell’ordine di Inghilterra e Galles hanno raddoppiato nel 2024 l’utilizzo del riconoscimento facciale in tempo reale. Sono passate da 2 milioni di volti scansionati nel 2023 a 4,7 milioni.

Questo tipo di tecnologia funziona abbinando i volti ripresi da telecamere mobili o fisse a una watchlist della polizia. Se c’è una corrispondenza, scatta l’allarme. Il sistema è già in uso presso la Metropolitan Police e in altre 7 forze territoriali.

Sempre più spesso, la tecnologia è montata su furgoni mobili che si spostano nei quartieri più affollati: nel solo 2024 ci sono state 256 missioni ufficiali, contro le 63 dell’anno prima.

Nei prossimi mesi, sarà attiva una nuova flotta di 10 furgoni LFR a livello nazionale, mentre a Croydon, sud di Londra, verrà testata la prima infrastruttura fissa di telecamere permanenti.

Il progetto più ambizioso? Una rete di sicurezza facciale continua nel West End di Londra, per creare una “zona protetta” nelle aree turistiche e commerciali più affollate.

Le banche dati usate e il futuro sistema unificato

Una delle novità più preoccupanti riguarda l’accesso sempre più esteso ai database statali da parte delle forze di polizia.

Nel 2024 sono state effettuate 252.798 ricerche retrospettive nel Police National Database (PND), contenente milioni di fotografie segnaletiche – molte delle quali appartenenti a persone mai accusate né condannate.

Oltre a questo, la polizia ha effettuato oltre 1.000 ricerche nella banca dati dei passaporti britannici negli ultimi due anni e 110 richieste di identificazione nel database immigrazione nel solo 2024.

E non è finita: il Home Office sta collaborando con la polizia per sviluppare un sistema nazionale unificato chiamato Strategic Facial Matcher, che integrerà tutte queste banche dati in un’unica piattaforma di sorveglianza facciale.

Secondo i documenti interni ottenuti dal Guardian, le autorità considerano l’uso del database dei passaporti “non rischioso e non controverso”. Un’affermazione che ha fatto sollevare più di un sopracciglio tra attivisti e giuristi.

Fonte ufficiale:
Liberty Investigates – Facial Recognition in the UK

Il vuoto legislativo: una tecnologia senza leggi chiare

Ad oggi, non esiste alcuna legge approvata dal Parlamento che regoli l’uso del riconoscimento facciale nel Regno Unito.

L’intero sistema opera sulla base di linee guida emesse dal College of Policing, che raccomandano solo di “impostare soglie per evitare falsi positivi”.

Questo però non è vincolante, e ogni forza di polizia può di fatto autoregolamentare la propria soglia di tolleranza agli errori.

Nel 2020, la Corte d’Appello ha dichiarato illegittimo l’uso delle telecamere LFR da parte della polizia gallese, ma ciò non ha frenato l’espansione.

Il policing minister, Diane Johnson, ha recentemente ammesso davanti al Parlamento che serve una cornice legislativa specifica.

Tuttavia, il Home Office non ha ancora presentato alcuna proposta concreta.

Rischi per la privacy e impatti sulle minoranze

Le critiche maggiori arrivano da attivisti, giuristi e ONG come Liberty, che parlano apertamente di “sorveglianza biometrica di massa”.

Un confronto inquietante è stato fatto con la raccolta sistematica delle impronte digitali: ora avviene in strada, senza mandato né accusa.

Preoccupazioni maggiori emergono per la discriminazione algoritmica.

In passato, uno dei sistemi LFR impiegati dalla polizia ha mostrato un tasso sproporzionato di falsi positivi tra cittadini neri, suscitando accuse di razzismo sistemico algoritmico.

Alcuni esperti, tra cui Silkie Carlo di Big Brother Watch, sottolineano che “la sorveglianza tecnologica sta superando il controllo democratico”.

Un’opinione pubblica divisa tra sicurezza e libertà

Secondo i sondaggi riportati da Lindsey Chiswick, direttore dell’intelligence del Metropolitan Police, l’80% dei londinesi sarebbe favorevole all’utilizzo di tecnologie innovative, incluso il riconoscimento facciale.

Ma il consenso non è unanime. I cittadini che vivono in quartieri a forte presenza etnica, o che partecipano regolarmente a manifestazioni, si sentono più esposti e sorvegliati.

Un caso recente ha suscitato emozione e consenso: una telecamera LFR ha individuato e fatto arrestare David Cheneler, 73 anni, già condannato per pedofilia, mentre si trovava da solo con una bambina di sei anni.

Tuttavia, anche questo successo operativo non ha spento il dibattito: dove finisce la sicurezza e dove comincia la violazione del diritto alla privacy?

Un bivio per la democrazia digitale britannica

Il Regno Unito è oggi tra i paesi più avanzati al mondo nell’uso del riconoscimento facciale, ma anche tra i meno regolamentati in Europa.

Paesi come Francia, Germania e Italia impongono restrizioni severe a questi sistemi, mentre il Regno Unito li sta adottando su larga scala senza legge, senza consultazione pubblica e senza garanzie chiare.

Il futuro potrebbe essere segnato da due strade:

  1. Una legalizzazione sistematica, che definisca limiti, soglie, audit, trasparenza e diritti di opposizione.

  2. Oppure, una normalizzazione silenziosa, dove la sorveglianza diventa parte integrante della vita urbana senza mai essere discussa seriamente.

La differenza la farà la consapevolezza dei cittadini e la pressione democratica per leggi chiare, inclusive e trasparenti.


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