Sanità: l’11 giugno presidio sotto la sede della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
“La mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori con Cgil Cisl e Uil non si ferma e non si fermerà. Dopo il grande sciopero nazionale del 22 maggio scorso, mercoledì prossimo, 11 giugno, saremo in presidio a Roma, in Piazza della Repubblica, sotto la sede della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome (nei pressi di via Parigi) per pretendere il sacrosanto rinnovo del CCNL Sanità Privata, fermo da 6 anni, e per il contratto unico delle Rsa, negato da 13 anni”. Così in una nota Giancarlo Cenciarelli, Giancarlo Cosentino e Sandro Bernardini, vertici di Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma Lazio.
“Il blocco dei rinnovi è una vergogna da parte delle centrali datoriali Aris e Aiop e una vera ingiustizia perpetrata nei confronti di lavoratrici e lavoratori che rappresentano un pezzo fondamentale del sistema sanitario e che ogni giorno svolgono servizio pubblico, garantendo cura e assistenza ai cittadini”, prosegue la nota. “Nel Lazio stiamo parlando di 25mila dipendenti delle strutture accreditate e di 10mila dipendenti delle residenze sanitario-assistenziali. Persone e professionisti che hanno diritto a stesso lavoro, stesso salario e stesse tutele dei colleghi della Sanità pubblica”.
“Di fronte a questo, il silenzio del Ministero della Salute e della Conferenza delle Regioni è inaccettabile. Tanto più quando si tratta di imprenditoria sanitaria che vive di risorse pubbliche e che non può comportarsi impunemente come un pessimo datore di lavoro”, dichiarano ancora Cenciarelli, Cosentino e Bernardini. “È il momento di interrompere questo stallo e di riaprire la trattativa sui contratti. Noi faremo crescere ancora la protesta portando la mobilitazione anche sotto la sede della Conferenza delle Regioni e chiedendo un impegno serio che preveda che le singole Regioni chiedano il rispetto di regole certe, su tutto il territorio nazionale, agli imprenditori che vogliono esercitare il diritto d’impresa in un servizio pubblico così importante per la popolazione. A partire dal riconoscimento dei contratti di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative e dal rispetto delle dotazioni organiche, evitando il ricorso ad esternalizzazioni selvagge dei servizi, con l’applicazione al ribasso dei costi contrattuali e del dumping contrattuale. Niente accreditamento a chi non rinnova i contratti”.
“Dalla Regione Lazio che, oltre ad assicurare sostegno alla nostra vertenza, ha garantito che da settembre provvederà ad aumentare le tariffe per le prestazioni territoriali, togliendo così ogni alibi ad Aris e Aiop, ci aspettiamo che mantenga gli impegni presi: quello a vincolare gli incrementi tariffari ai rinnovi contrattuali e quello di farsi parte attiva proprio all’interno dell’organismo collegiale di raccordo tra Stato e Regioni per far ripartire il negoziato nazionale sui contratti. Le lavoratrici e i lavoratori della Sanità privata e delle Rsa meritano risposte concrete”, concludono i segretari regionali di categoria. “E noi andremo avanti finché non avranno garantiti giusti contratti, giuste retribuzioni e giusti diritti”.
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