Smantellata rete di finanziatori di Hamas: le intercettazioni e le ‘dichiarazioni d’amore’ ai terroristi

Dicembre 28, 2025 - 14:02
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Smantellata rete di finanziatori di Hamas: le intercettazioni e le ‘dichiarazioni d’amore’ ai terroristi

Nove misure cautelari in carcere, delle quali sette già eseguite, mentre altri due indagati risultano latitanti: è il bilancio di un’inchiesta sulle associazioni che raccoglievano fondi in apparenza per supporto umanitario, dirottandoli in realtà al finanziamento delle attività terroristiche di Hamas. Ha scoperchiato un sistema che negli anni avrebbe fruttato più di 7 milioni di finanziamenti ad Hamas l’indagine coordinata dalla Procura di Genova insieme alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, che ha setacciato l’attività di tre associazioni, due delle quali con sede nel capoluogo ligure, che avrebbero inviato gli aiuti raccolti per finanziare l’organizzazione terroristica e le sue attività.

I provvedimenti sono scattati nell’ambito di un’indagine nata su impulso della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, con l’analisi di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette e sviluppata grazie a scambi informativi con altri uffici inquirenti italiani, le autorità dei Paesi Bassi e di altri paesi Ue.

Tra gli arrestati Mohammad Hannoun

Tra gli arrestati c’è anche Mohammad Hannoun, architetto giordano-palestinese 62enne residente a Genova, presidente dell’Associazione palestinesi in Italia, considerato membro del comparto estero di Hamas, vertice della cellula italiana dell’organizzazione e negli anni legale rappresentante e amministratore dell’associazione benefica La Cupola d’Oro e dell’associazione benefica La Palma.

Smantellata rete di finanziatori di Hamas: le intercettazioni e le ‘dichiarazioni d’amore’ ai terroristi
Perquisizioni da parte di Polizia e Guardia di Finanza nella sede dell’associazione filo palestinese Cupola d’oro, a Milano (Foto Claudio Furlan/LaPresse)

Era sotto la lente fin dagli anni ’90, quando diverse indagini identificarono la presenza presso il Centro islamico genovese di una cellula di Hamas coordinata da Hannoun, il cui nome nel 2003 finì in una black list del Dipartimento del Tesoro Usa, tra i finanziatori del terrorismo. Le indagini avevano evidenziato come continuasse a mantenere un ruolo di primaria importanza all’interno del Centro, impegnato nelle raccolte fondi da destinare ai Territori occupati, mentre organizzava congressi in cui venivano invitate personalità di spicco del mondo islamico, i cui interventi esaltavano la strategia del terrore.

Hannoun stava per fuggire in Turchia

Hannoun aveva in programma di partire per la Turchia proprio ieri, come emerso da alcune intercettazioni, per poi essere raggiunto dai familiari a breve. Un modo di sottrarsi che rivelerebbe secondo gli inquirenti la consapevolezza delle condotte tenute, della loro gravità e dell’indagine in corso. Per il profilo, il contenuto delle conversazioni finite agli atti, il comportamento avuto, la giudice Silvia Carpanini nell’ordinanza motiva l’applicazione della misura cautelare in carcere ravvisando pericolo di fuga, nelle intenzioni da tempo, e di reiterazione. Sarebbero stati documentati anche tentativi di ripulire pc e device elettronici per nascondere le prove e le ricevute che censivano i flussi economici illeciti.

Le ‘dichiarazioni d’amore’ al terrorismo

Nelle intercettazioni gli indagati parlano di Hamas, del loro supporto, in una sorta di ‘dichiarazione d’amore’ al terrorismo. Come Abu Deiah Khalil (detto Abu Safiya), che captato in una conversazione in cui un anonimo gli chiede cosa pensi di Hamas, risponde: “Ti dico una cosa: i loro scarponi sono disposto a farli marciare sopra alla mia testa… questo è il mio parere. Io li amo e li adoro“. Le indagini e i fatti ricostruiti “non possono in alcun modo togliere rilievo ai crimini commessi ai danni della popolazione palestinese successivamente al 7 ottobre 2023”, hanno sottolineato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e il procuratore di Genova Nicola Piacente, al contempo “tali crimini non possono giustificare gli atti di terrorismo compiuti da Hamas e dalle organizzazioni terroristiche a questa collegate ai danni della popolazione civile, né costituirne una circostanza attenuante”. Plaude il governo israeliano, con il ministro della Diaspora Amichai Chikli che definisce l’inchiesta “un passo importante nella lotta contro il terrorismo di Hamas”.

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Redazione Redazione Eventi e News