Quando il game design riesce a unire sfida e accessibilità

Nel mondo del game design di oggi, non è raro che la parola “sfida” venga percepita come opposta all’idea di un gioco accessibile. Eppure, con un po’ di attenzione e almeno stando a ciò che viene suggerito da Microsoft o ripreso in progetti tipo Prince of Persia: The Lost Crown, qualcuno potrebbe dire che una via di mezzo, un compromesso forse non perfetto ma interessante, sia effettivamente possibile. A volte capita di vedere titoli in grado di bilanciare profondità delle meccaniche e scelte pensate per adattarsi a tanti tipi di persone; ok, probabilmente non tutti trovano la stessa esperienza, però la direzione sembra più inclusiva. Non è solo questione di “facilitare”, insomma: parliamo piuttosto di sistemi flessibili che, in teoria, non sacrificano mai l’autenticità della sfida. È interessante notare che, almeno qui in Italia, questo tema è cresciuto: nel 2023, registrato una crescita del 26% nelle ricerche legate all’accessibilità del gaming. Anche chi frequenta le sale di poker online o torna sui grandi classici, a quanto pare, inizia a guardare con più curiosità a questi argomenti.
Accessibilità integrata subito nello sviluppo
Qualcosa che tante produzioni hanno sbagliato, specialmente in passato? Probabilmente l’aggiunta piuttosto tardiva delle funzioni pensate per rendere il tutto più accessibile. I team dietro Prince of Persia: The Lost Crown, almeno stando alle loro dichiarazioni, hanno sottolineato quanto la progettazione dei livelli e l’accessibilità debbano camminare fianco a fianco fin dall’inizio. Ogni dettaglio, dai salti ai nemici fino alle trappole, viene ragionato considerando un ventaglio decisamente ampio di giocatori, dai super esperti a chi gioca una volta ogni tanto. Integrare delle feature accessibili a sviluppo già in fase avanzata non funzioni poi così bene: semplicemente, non c’è abbastanza tempo per prove, feedback, aggiustamenti veri. È per questo (forse), che i giochi davvero aperti nascono da una visione già centrata su questi temi. L’approccio “low floor, high ceiling” non a caso è spesso citato: poche regole, ma tantissimo spazio per chi vuole andare a fondo, un po’ come nei platform che hanno fatto scuola o in certi strategici celebrati. Un’impostazione che, in effetti, ha influenzato anche l’evoluzione di molte piattaforme online, incluso il settore dei poker online, rendendo gli ambienti digitali più inclusivi e personalizzabili.Personalizzazione della sfida per ogni giocatore
Capita spesso che qualcuno pensi: “Accessibilità? Vuol dire semplificare tutto, togliere la vera sfida.” Ecco, di solito non funziona proprio così. Ciò che conta, sembra, è avere delle scelte: poter modificare la velocità del gioco, la quantità di danni subiti, avere più tempo per certi input oppure scegliere aiuti visivi. Sembra quasi scontato, ma il remapping dei controlli resta tra le opzioni più richieste, se si guarda a quello che dice Microsoft; questo consente un adattamento reale su misura di ciascuno, sia per aspetti motori che cognitivi. Nei giochi competitivi, tipo i picchiaduro moderni, l’introduzione di schemi di controllo alternativi non impoverisce l’esperienza. Anzi, la distribuisce, potremmo dire, su più livelli. Chi vuole la complessità se la tiene, chi preferisce una via più semplice non deve sentirsi escluso. Proprio come nel poker online, dove la vasta personalizzazione di tavoli, limiti e interfacce rende il gioco possibile per amatori e professionisti. Qui, le opzioni tolgono solo ostacoli inutili, senza mai sminuire l’aspetto competitivo di base (almeno, questa è la sensazione generale).Interfacce chiare e segnali per tutti i sensi
Pensare al design inclusivo oggi, secondo molti, vuol dire considerare ogni momento di contatto tra il gioco e la persona dall’altra parte dello schermo. Non si limita ai comandi più intuitivi, ma coinvolge anche interfacce leggibili testi che non stancano, icone semplici e indicatori visibili pure a colpo d’occhio. Nelle produzioni meglio riuscite, le info importanti vengono trasmesse in più modi: visivo, sonoro, qualche volta anche tattile. Prendiamo, fra tanti, Frequency Missing, tutto si basa su segnali accessibili sia a chi vede che a chi non vede, il che permette una condivisione dell’esperienza che non si vede spesso. C’è anche chi come Street Fighter 6 ha investito più che mai sul sound design: oggi, sembra, anche chi ha problemi di vista riesce a seguire l’azione in modo davvero dettagliato. Dare strumenti per mettere in pausa con facilità, tutorial che accompagnano gradualmente e HUD che non disturbano fanno una grossa differenza nel ridurre la fatica mentale. Tutte queste soluzioni rendono i giochi più accessibili non solo per chi ha una disabilità documentata, ma anche per chi magari ha meno tempo, si distrae in fretta, oppure non ha più la vista di una volta.Inclusività come motore per nuovi standard
Dai numeri raccolti da Microsoft dal 2021 al 2023, pare che sempre più quello che nasce come soluzione “per pochi” sia diventato la prassi. Rimappare i controlli, avere interfacce modulari, arricchire il feedback sensoriale: tutte cose desiderate, oggi, da una platea molto ampia, ben oltre il solo pubblico con bisogni specifici. In Italia, per dire, tra il 2022 e il 2024 l’adozione di queste pratiche sembra essere cresciuta più del 30% rispetto a prima. C’è da dire che molte soluzioni nate per supportare una minoranza si sono trasformate, strada facendo, in extra apprezzati ovunque: dai tutorial adattativi ai menù più semplici, dagli indicatori di status nei giochi competitivi alle nuove funzionalità nelle sale di poker online digitali. Forse non sarà proprio una rivoluzione, ma è difficile non notare che inclusività qui non vuol dire mai compromesso: piuttosto, pare spingere verso un’evoluzione continua. Curiosamente, a volte sono proprio questi giochi, probabilmente i più accessibili, a risultare anche tra i più divertenti.Giocare responsabilmente
Accessibilità e sfida, tutte e due, contribuiscono a rendere il gioco un’esperienza più interessante, se gestite con consapevolezza. Nei giochi competitivi online, e anche nelle piattaforme di poker online, gestire tempo e denaro con responsabilità protegge il piacere della sfida ed evita rischi inutili. Giocare deve restare un momento di divertimento, non una fonte di stress o pericolo. Prendersi una pausa quando serve, fissare paletti, tenere d’occhio le proprie abitudini: probabilmente è questa la via più sicura per continuare a godersi il gaming senza trasformarlo in un problema.L'articolo Quando il game design riesce a unire sfida e accessibilità proviene da GameSource.
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