Storia dello shampoo, il cosmetico che ci ha cambiato la vita
Lo usiamo quasi tutti i giorni (il consiglio è due volte a settimana, salvo casi eccezionali) eppure, forse, diamo per scontata la funzionalità che ha nelle nostre vite. Lo shampoo è entrato a far parte della nostra quotidianità, e non potremmo più stare senza. L’avreste mai detto che dietro questo gesto quotidiano per la cura capelli si nasconde una storia culturale lunga e affascinante?
Lavare i capelli non è sempre stato scontato, né semplice, né tanto meno efficace come lo è oggi. Anche perché, in realtà, lo shampoo non nasce come prodotto cosmetico. Ma come rituale.
Comprendere le sue origini e la storia è importante: può farci capire come lavare i capelli sia diventato un gesto non scontato, ma consapevole. Tre… due… uno… via con il racconto!
Le origini dello shampoo
La parola shampoo affonda le sue radici lontano dall’Occidente. Deriva dal termine hindi chāmpo, che significa letteralmente “massaggiare”, “premere”. Era usato per indicare un rituale di massaggio del cuoio capelluto praticato in India già secoli fa. Un gesto di cura spesso accompagnato dall’uso di oli, erbe e polveri naturali (la cura dei capelli era considerata molto importante per la salute della persona).

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Come si può dedurre, non parliamo del cosmetico liquido di oggi. Lo shampoo dell’epoca – circa di metà Settecento – era una miscela a base di piante, spezie, sostanze detergenti naturali come il sapone vegetale o il shikakai, una pianta ayurvedica originaria dell’India (nota anche come “frutto per i capelli” per via delle sue straordinarie proprietà detergenti e curative).
Più che lavare i capelli come lo intendiamo oggi, lo shampoo serviva a riequilibrare lo stato di benessere e di salute della persona.
L’arrivo dello shampoo in Europa e nel resto del mondo
Dall’India, lo shampoo si è presto diffuso in Europa e nel resto del mondo. Il suo arrivo in terra europea è legato al periodo coloniale e agli scambi culturali tra Oriente e Occidente: nel XVIII secolo, alcuni viaggiatori e mercanti iniziarono a raccontare il fascino dei rituali indiani, e nel corso dell’Ottocento comincia a diffondersi davvero. In Inghilterra, in particolare, il termine venne adottato per indicare trattamenti di massaggio e lavaggio del cuoio capelluto, inizialmente praticati nei saloni e nei bagni pubblici.
Tuttavia, lavare i capelli rimaneva un gesto sporadico: si utilizzavano saponi molto aggressivi, pensati più per il corpo o per i tessuti che per i capelli. Anche perché fino ai primi del Novecento la pulizia del cuoio capelluto non avveniva tramite l’acqua, ma con la spazzola. Si usavano spazzole con setole naturali (spesso di cinghiale) per distribuire il sebo dalle radici alle punte. O, in alternative, polveri e ciprie per assorbire il grasso della cute.
Lo shampoo, così come lo intendiamo oggi, era ancora lontano dall’essere un prodotto di uso comune.
Il Novecento e i progressi della chimica cosmetica
Ma dovremmo aspettare il Novecento per assistere alla vera trasformazione dello shampoo. Com’è stato possibile? Grazie allo sviluppo della chimica cosmetica: arrivano le prime formule specifiche per i capelli, delicate e soprattutto liquide. Negli Anni 30 e 40 iniziano a comparire sul mercato i primi shampoo industriali, seguiti dalla nascita di prodotti pensati per esigenze diverse. Dai capelli secchi a quelli più trattati. La cura dei capelli diventa un vero e proprio rituale e, soprattutto, raggiunge per la prima volta la sfera domestica.
Negli Anni 70 e 80 lo shampoo diventa protagonista delle campagne pubblicitarie di brand che promettono volume, lucentezza e morbidezza. E lavare i capelli acquisisce un’importanza estetica, identitaria: cura personale ma anche immagine.
E oggi?
Al giorno d’oggi, lo shampoo è protagonista della nostra routine quotidiana. Più complessa di quanto sembri. Perché lavare i capelli oggi significa scegliere le formule adatte al tipo di capello, gli ingredienti e le texture. È interessante notare come questo cosmetico sia spunto di riflessione anche per la sostenibilità: rispetto del microbioma cutaneo, ma anche dell’ambiente e riduzione degli sprechi.

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E quando si parla di shampoo si parla anche di personalizzazione: non è un prodotto unico e universale, ma anzi, sul mercato la scelta è davvero vasta. Dopo secoli di evoluzioni, lo shampoo torna anche alle sue origini.
Sarà questo il segreto della sua longevità?
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