Tre condanne per esplosione a Ercolano, rabbia in aula dei parenti delle vittime

Dicembre 10, 2025 - 19:48
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Tre condanne per esplosione a Ercolano, rabbia in aula dei parenti delle vittime

Due condanne a 17 anni di reclusione e una terza condanna a 4 anni per l’esplosione che il 18 novembre 2024 è costata la vita a tre giovani in una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio a Ercolano, in provincia di Napoli. I tre ragazzi, il 18enne di origini albanesi Samuel Tafciu e le 26enni sorelle gemelle Aurora e Sara Esposito, di Marigliano, lavoravano nella fabbrica abusiva. Il gup del Tribunale di Napoli ha inflitto le condanne più pesanti a Pasquale Punzo e Vincenzo D’Angelo, titolari della fabbrica abusiva e datori di lavoro dei tre giovani, imputati per omicidio volontario con dolo eventuale. Per loro il pm aveva chiesto la condanna a 20 anni di reclusione. Il terzo imputato, Raffaele Boccia, è stato condannato a 4 anni per detenzione di esplosivo. Alla lettura della sentenza i parenti delle vittime hanno reagito duramente, ritenendo troppo lieve la condanna per i due datori di lavoro, e in un moto di rabbia hanno tentato di aggredire le persone presenti, venendo bloccati dalle forze dell’ordine. 

Cgil Campania: “Sentenza storica, riconosce infortunio omicidio”

“La sentenza di oggi è sicuramente storica perché riconosce l’infortunio mortale sul lavoro come omicidio volontario. La Cgil Campania, rappresentata dall’avvocato Sergio Tessitore, si è costituita parte civile e continuerà ad essere al fianco delle famiglie delle vittime”. Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, commenta la sentenza del processo con rito abbreviato a carico dei datori di lavoro e del fornitore della polvere pirica che provocarono l’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio ad Ercolano (Napoli), causando la morte delle gemelle Sara ed Aurora Esposito di 26 anni e del 18enne Samuel Tafciu. “Questo verdetto – ricorda Ricci – può rappresentare per il legislatore un precedente, non solo di natura giuridica, ma il presupposto per ottenere la certezza della pena nei procedimenti a carico di chi commette questo tipo di reati in contesti in cui – conclude – si registra l’assenza di qualsivoglia forma di sicurezza, tutela e legalità nei confronti dei lavoratori”. 

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Redazione Redazione Eventi e News