Un consigliere di Putin ha rivelato l’intenzione genocidaria della guerra in Ucraina

«Vogliamo che l’Ucraina cessi di esistere come Stato. Vogliamo che la sua gente se ne vada, diciamo che dovrebbe emigrare o andare da qualche parte lontano. Questo è il nostro obiettivo». Le parole da distopia geopolitica sono di Bogdan Bezpalko, membro del Consiglio per le relazioni interetniche della Federazione russa. Quelle parole le ha pronunciate in diretta alla tv russa.

Bezpalko non è solo uno degli uomini di fiducia di un dittatore con una visione imperialista, è anche il presidente dell’Autonomia Nazionale e Culturale Federale degli “Ucraini di Russia”. Quasi tutte le sue apparizioni pubbliche sono accompagnate da una retorica fortemente propagandistica: nega l’esistenza dell’identità ucraina, per lui il nazionalismo ucraino è una minaccia, sostiene che non esista una vera nazione, storia o cultura ucraina autonoma. Bezpalko è la personificazione del tentativo di pulizia etnica che sta mettendo in campo la Russia da tre anni e mezzo, da quando è iniziata l’invasione su vasta scala il 24 febbraio 2022.

Per i russi e per gli utili idioti di Putin in occidente, Bezpalko è solo un “esperto di Ucraina”. Per tutti gli altri è uno che invoca uno sfollamento di massa e la cancellazione di un intero Paese, e riesce a farlo sorridendo in camera in diretta nazionale. Lo stesso che, a tempo perso, quando non parla di Ucraina, minaccia attacchi nucleari contro Germania, Finlandia e Italia, con la stessa semplicità con cui si ordina cibo da asporto.

Il punto è che Bezpalko non è un estremista invasato ai margini della società russa, è un pezzo grosso del Cremlino. È un consigliere presidenziale a cui vengono concessi spazio, prestigio e potere per parlare a nome del regime.

A Mosca nessuno nasconde più l’obiettivo di cancellare l’Ucraina. Come d’altronde scriveva Ria Novosti, la principale agenzia di stampa russa, di proprietà del governo, in un articolo della settimana scorsa intitolato: “Non c’è altra scelta: in Ucraina nessuno deve rimanere vivo”, manifestando l’intento genocidiario della guerra all’Ucraina.

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