Under Armour archivia un full year in calo (-9%) ma “sopra le previsioni”
Si è chiuso in calo dell’11%, a 1,2 miliardi di dollari (circa un miliardo di euro), il quarto trimestre di Under Armour. Un risultato accompagnato da un segno negativo ma inferiore alle attese precedentemente stimate, con un titolo che nell’after market ha segnato un +0,16 per cento. Sul fronte della marginalità, nel periodo terminato lo scorso 31 marzo il gruppo americano dello sportswear ha accusato una perdita pari a 67 milioni di dollari, in peggioramento del 5,7% rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente.
Guardando alle performance delle aree geografiche presidiate, tutte sono apparse in calo: il Nord America è calato dell’11%, l’America Latina del 10,3%, l’Emea si è contenuta a una flessione del 2% mentre l’Asia-Pacifico è decresciuta del 27,3 per cento.
Riguardo, invece, all’intero fiscal year contestualmente terminato, Under Armour ha contato ricavi pari a 5,2 miliardi di dollari, in diminuzione del 9 per cento, con un rosso di 201 milioni, contro l’utile netto pari a circa 232 milioni totalizzato nel precedente fiscal year.
“A un anno dall’inizio del nostro riposizionamento strategico – ha dichiarato a margine dei risultati il CEO e presidente Kevin Plank – stiamo gettando le basi per un marchio più focalizzato”. Aggiungendo: “Siamo nel processo di riaccendere la rilevanza del marchio e posizionare l’azienda per una crescita sostenibile e redditizia, e stiamo dimostrando progressi”.
A fonte delle incertezze legate alle politiche commerciali in evoluzione, che contemplano ovviamente anche potenziali impatti sulla domanda e sui costi derivanti dai dazi, la società si è limitata a delineare previsioni per il primo trimestre 2025-26, per il quale è atteso un calo single digit delle vendite del 4-5%, con un margine lordo in aumento di 40-60 punti base rispetto all’anno precedente grazie a “un mix di prodotti più favorevole, costi inferiori di produzione e trasporto ed effetti positivi dei cambi valutari”.
A proposito dello spettro dei dazi, tra i fattori d’incertezza che rendono complesso il prossimo futuro, si legge su Reuters che Under Armour avrebbe dichiarato l’intenzione di voler aumentare i prezzi di alcuni dei suoi prodotti proprio per attutire l’impatto dell’imminente regime tariffario, temporaneamente in stand-by. Finora, il player si è concentrato sull’aumento delle vendite a prezzo pieno di abbigliamento e calzature, riducendo al contempo promozioni, scorte e personale per invertire il calo del fatturato subito negli ultimi due anni.
Under Armour pianificherà ora aumenti mirati dei prezzi e diversificherà la sua catena di approvvigionamento nei Paesi che si trovano ad affrontare imposte relativamente inferiori sotto l’amministrazione Trump, ha dichiarato il CFO David Bergman in una conference call post risultati finanziari. Attualmente l’azienda si rifornisce di circa il 30% del suo volume complessivo di merci dal Vietnam, circa il 20% dalla Giordania e del 15% dall’Indonesia.
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