Usa: corsa alle importazioni prima dei dazi, a marzo deficit commerciale record a 140,5 miliardi di dollari

Il deficit commerciale degli Stati Uniti è salito a un livello record nel mese di marzo, raggiungendo i 140,5 miliardi di dollari, in netto aumento rispetto ai 123,2 miliardi di febbraio. Lo rende noto il dipartimento del Commercio, spiegando che l’impennata è dovuta all’aumento delle importazioni da parte delle imprese, che hanno accelerato gli acquisti di beni stranieri in vista dell’introduzione di nuovi dazi decisa dal presidente Donald Trump. Nel dettaglio, le importazioni statunitensi sono cresciute del 4,4 per cento su base mensile, attestandosi a 419 miliardi di dollari, mentre le esportazioni sono diminuite dello 0,2 per cento, scendendo a 278,5 miliardi di dollari (circa 258,6 miliardi di euro). L’incremento del deficit, superiore alle attese degli analisti, è stato trainato soprattutto dai beni di consumo, con un picco nelle importazioni di prodotti farmaceutici. Livellare il disavanzo commerciale è uno degli obiettivi centrali della politica economica dell’amministrazione Trump. Tuttavia, l’anticipazione dell’entrata in vigore dei dazi ha avuto un effetto opposto, inducendo le aziende a importare quanto più possibile prima che scattassero le nuove misure.

Secondo gli analisti di Wells Fargo, è probabile che la tendenza prosegua per alcune settimane, dato che le merci spedite prima del 2 aprile – giorno della cosiddetta “Giornata della liberazione” proclamata dalla Casa Bianca – potranno entrare nel Paese senza dazi fino al 27 maggio. “Le imprese stanno chiaramente cercando di orientarsi in un momento di cambiamenti senza precedenti”, ha commentato Christopher Rupkey, capo economista di FwdBonds. “Ma il peggio deve ancora arrivare, perché la raccolta effettiva dei dazi inizierà solo con le spedizioni successive all’annuncio del presidente Trump”. Nel mese di aprile, l’amministrazione ha applicato un dazio generalizzato del 10 per cento su tutte le importazioni, rafforzato le misure tariffarie contro i prodotti cinesi e introdotto misure differenziate nei confronti di decine di partner commerciali. Queste ultime, definite “tariffe reciproche” e calcolate in base al disavanzo bilaterale, sono state temporaneamente sospese per 90 giorni. I dati di aprile, attesi per l’inizio di giugno, forniranno un quadro più preciso dell’impatto delle nuove politiche tariffarie sul commercio statunitense.

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