Venti mesi in carcere perché “scafisti”, assolti per non aver commesso il fatto: a Locri altro processo flop

Maggio 24, 2025 - 01:00
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Venti mesi in carcere perché “scafisti”, assolti per non aver commesso il fatto: a Locri altro processo flop

Assolti dal Tribunale di Locri per non aver commesso il fatto. Dopo venti mesi di carcere. No, non erano scafisti. Gli inquirenti si erano sbagliati anche questa volta. L’accusa ex art 12 del testo unico sull’immigrazione, (favoreggiamento all’immigrazione clandestina) era infondata. la pm aveva chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione. Aveva appena compiuto 18 anni Walid Mohasen El Sayed El Bagoury, egiziano, il 24 settembre del 2023 quando è sbarcato a Roccella Jonica insieme a un altro centinaio di migranti. Sbarcato e sbattuto in cella. È stato rinchiuso dallo Stato italiano 20 mesi ingiustamente nel carcere di Locri per una accusa campata in aria.

Stessa sorte toccata a un suo compagno di viaggio, anche lui egiziano, Ismail Mohamed Ismail Alì, che allora di anni ne aveva 47. Quattro migranti iraniani scesi dalla stessa imbarcazione intercettata dalla Guardia di finanza e arrivata al porto di Roccella hanno firmato allo sbarco accuse contro i due egiziani e subito dopo sono spariti. Messa la firma sotto le cosiddette “dichiarazioni spontanee”, gli accusatori si sono dileguati. Ciò accade tutti i giorni. Chi assiste agli sbarchi racconta di avere chiaro che le forze dell’ordine si comportano come se avessero l’obiettivo di raccattare almeno un sospetto scafista a sbarco. Ai migranti viene chiesto, quasi sempre senza avvocato e spesso senza un interprete che parli davvero la loro lingua, di indicare chi nell’imbarcazione aveva un ruolo nella traversata. O perché stava al timone, o perché distribuiva acqua.

Molto spesso – raccontano sia migranti sia testimoni diretti – vengono più o meno sottilmente incoraggiati a indicare qualcuno. Li si lascia pensare (e gli interpreti in ciò hanno spesso un ruolo fondamentale) che se indicano qualcuno che ha avuto un ruolo nel viaggio non passeranno altri guai, metteranno una firma e saranno lasciati andar via subito. E poiché quasi tutti quelli che arrivano vogliono dileguarsi alla svelta – molti hanno già un passaggio concordato per raggiungere alla svelta il Nord Europa, molti hanno parenti o amici in attesa – non è difficile trovare qualcuno che, spesso senza capire bene le conseguenze di quel che sta facendo, accetta di mettere la sua firma in fondo alla dichiarazione spontanea che di spontaneo ha molto poco. Puntualmente i dichiaranti spontanei spontaneamente spariscono. In quello sbarco del 24 settembre di due anni fa a sparire furono in tanti, all’istante. Successe qualcosa di strano.

Erano un centinaio a bordo e, appena scesi, subito dopo esser stati fotografati dalla polizia, 59 di loro si sono dissolti nel nulla senza che gli venissero prese generalità né impronte. Walid Mohasen El Sayed El Bagoury e Ismail Mohamed Ismail Alì additati come scafisti, sono finiti invece dritti in galera senz’altro elemento in mano all’accusa che quei due foglietti firmati dai quattro iraniani scappati subito via. Il Tribunale di Locri li ha assolti per non aver commesso il fatto. Dice l’avvocato Giancarlo Liberati, difensore di Walid oggi ventenne: “L’orientamento del collegio giudicante del tribunale di Locri presieduto dal giudice Sobbrio si è ormai stabilizzato sul rispetto delle regole costituzionali, dell’articolo 111 in particolare e dell’articolo 6 della Cedu che impongono di non comminare sentenze di condanna in presenza delle sole dichiarazioni di soggetti che si sottraggono al contraddittorio delle parti. Questo è meritevole da parte loro”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia