Arnault ci riprova con il made in Usa: nuova fabbrica in Texas

Bernard Arnault torna a spingere sulla produzione negli Stati Uniti. Nonostante le recenti critiche emerse nei confronti della produzione di borse Louis Vuitton made in Usa, considerata in un’inchiesta di Reuters come una delle peggiori dal punto di vista qualitativo, il magnate del colosso Lvmh ha riconfermato la volontà di aprire un altro polo manifatturiero in Texas entro il 2027. L’annuncio è stato rilasciato alla testata statunitense Wall Street Journal e contestualmente anche al quotidiano francese Le Figaro nei giorni scorsi, a ridosso della pubblicazione dei dati semestrali che hanno visto il gruppo del lusso chiudere il semestre con un rallentamento dei ricavi del 2% e un utile netto arretrato del 17% rispetto allo stesso periodo del 2024.
“Sto facendo tutto il possibile per raggiungere un accordo con gli americani”, ha dichiarato Arnault al quotidiano americano, aggiungendo che: “Per i nostri clienti americani, acquistare un prodotto Louis Vuitton realizzato negli Stati Uniti non è affatto un problema”.
La manifattura si troverà a Dallas, vicino al laboratorio di Louis Vuitton inaugurato nel 2019 e oggetto, come anticipato, di critiche da parte di lavoratori ed ex dipendenti che avevano segnalato come il sito produttivo fosse in difficoltà “a causa della mancanza di manovalanza specializzata nella lavorazione della pelle in grado di produrre secondo gli standard qualitativi del marchio”, hanno raccontato alcuni ex lavoratori del sito. Dai mille nuovi impieghi nei prossimi cinque anni annunciati al momento della sua inaugurazione, il sito sembrerebbe viaggiare su cifre ben più ridotte, intorno ai 300 dipendenti.
Tuttavia, il rafforzamento della manifattura made in Usa risulta determinante per Bernard Arnault, che non ha mai fatto mistero dei legami che intrattiene con il presidente americano Donald Trump. Il tycoon era infatti presente all’inaugurazione di Rochambeau Ranch (questo il nome del laboratorio texano) nel 2019 e, in occasione dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca, Arnault aveva parlato di un “vento di ottimismo” nel Paese a stelle e strisce, in contrasto con una “doccia fredda” di tasse aziendali potenzialmente più elevate in Francia.
Negli Usa, oltre al laboratorio texano e a quello che aprirà nel 2017, Lvmh possiede anche due siti Louis Vuitton in California, aperti nel 1990 e nel 2011 e quattro laboratori di gioielleria per Tiffany.
La scelta di Lvmh si scontra con le critiche al made in Usa messe nero su bianco dal numero uno dell’altro colosso francese di lusso, Kering. Durante un’audizione al Parlamento francese, François–Henri Pinault aveva dichiarato: “Non avrebbe senso far produrre borse Gucci in Texas”.
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