Dior destinerà 2 mln in 5 anni a progetti contro lo sfruttamento sul lavoro
Christian Dior Couture insieme a Christian Dior Italia e Manufactures Dior sosterrà con due milioni di euro in cinque anni iniziative “per identificare le vittime di sfruttamento lavorativo e accompagnarle in percorsi dedicati di protezione, formazione, assistenza e inclusione socio-lavorativa”. È quanto stabilito a termine dell’istruttoria dell’Antitrust avviata a luglio 2024 contro le società del marchio che fa capo a Lvmh ai sensi del Codice del consumo “in considerazione della diffusione di dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale potenzialmente non veritiere, in particolare per quanto riguarda le condizioni di lavoro e il rispetto della legalità presso alcuni fornitori di prodotti di pelletteria”.
A un anno dall’imputazione, Dior si impegna entro i prossimi cinque anni a destinare la cifra sopracitata a specifiche iniziative con l’obiettivo di accompagnare le vittime di sfruttamento lavorativo in percorsi di protezione, formazione, assistenza e inclusione socio-lavorativa. A questo, secondo quanto riportato da BorsaItaliana, si aggiungeranno anche: “modifiche alle dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale e nuove procedure per rafforzare il processo di selezione e controllo dei fornitori; attività di formazione interna sulla normativa in materia di tutela dei consumatori per i dipendenti che si occupano di comunicazione e marketing e attività di formazione esterna, rivolta a fornitori e subfornitori, in materia di diritto del lavoro e sui principi etici previsti dal Codice di Condotta dei Fornitori adottato dalle società del gruppo Dior”.
A tal proposito, il prossimo 26 maggio sarà il giorno della firma del protocollo sul caporalato nella moda, documento voluto dalla Prefettura e dal Tribunale di Milano per contrastare il caporalato nel comparto moda all’interno della regione Lombardia. Proprio a seguito di alcuni casi di sfruttamento del lavoro in Italia, che oltre Dior coinvolgevano anche Giorgio Armani Operations e Alviero Martini – soggette alla misura preventiva dell’amministrazione giudiziaria dopo che la Procura della Repubblica poi revocata – è stato necessario per le due istituzioni realizzare un documento che ne regoli la corretta condotta.
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