Emergenza carceri continua, nelle minorili si dorme a terra

Lug 30, 2025 - 20:00
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Emergenza carceri continua, nelle minorili si dorme a terra

L’emergenza è adesso è il titolo che come Antigone abbiamo dato al Rapporto di metà anno sulle condizioni di detenzione. Il termine emergenza indica una situazione critica e improvvisa che richiede un intervento immediato a causa di un pericolo imminente per la vita, la salute, o la sicurezza di un gruppo di persone. Tuttavia, l’emergenza carceraria è un’emergenza senz’altro atipica poiché non si è verificata in maniera improvvisa. Anzi, si protrae da anni, o meglio da decenni. Si tratta di un’emergenza costante, che ha eroso le condizioni di vita delle persone detenute e, di conseguenza, anche la loro dignità.

Il quadro che emerge dalle 86 visite realizzate negli ultimi dodici mesi dagli Osservatori e dalle Osservatrici di Antigone è drammatico, ma certamente non nuovo.
Ogni estate, ciclicamente le condizioni di detenzione si fanno ancora più critiche perché al sovraffollamento, che ha superato il 134%, si aggiunge il caldo che letteralmente toglie il respiro. Ad esempio, presso la Casa circondariale di San Vittore a Milano le temperature raggiungono i 37 gradi nei piani più alti dell’istituto. L’unico modo per avere un ventilatore è acquistarlo autonomamente al costo di circa 30 euro, una cifra spesso fuori portata per chi non ha mezzi propri. Anche in celle da 8 posti, i ventilatori non possono essere più di 2. In 62 istituti su 190, il tasso di sovraffollamento supera il 150%, con punte oltre il 200% in 8 strutture, come all’interno della sezione femminile proprio di San Vittore (236%) e Foggia (214%). Dalla Casa Circondariale di Regina Coeli di Roma arrivano di frequente notizie drammatiche; le temperature elevate aggravano le già precarie condizioni igienico sanitarie all’interno dell’istituto, in cui tra l’altro l’acqua corrente non è disponibile in alcune ore del giorno.

L’estate è anche un periodo in cui la solitudine è percepita in maniera ancora più forte dalle persone ristrette a causa della sospensione di molte attività, delle ferie di parte del personale e degli accessi meno frequenti dei volontari. Si riducono così le occasioni di occupare il tempo in maniera costruttiva e di uscire dalle celle, possibilità ormai più unica che rara. Secondo i dati pubblicati dal Garante Nazionale aggiornati al 30 maggio 2025, il 60,3% della popolazione penitenziaria totale, infatti, è sottoposto alla custodia chiusa, trovandosi a trascorrere quasi la totalità delle ore del giorno chiusa in cella. Le ore d’aria, 4 secondo quanto previsto dall’art. 10 dell’ordinamento penitenziario, spesso sono previste nei momenti più caldi della giornata, convertendo quindi anche questo momento in un’esperienza soffocante a cui molti detenuti scelgono di rinunciare, finendo per trascorrere ancora più tempo chiusi in celle roventi e sovraffollate. La situazione è altrettanto drammatica negli istituti di pena per minorenni (IPM), dove al 15 giugno 2025 erano 586 – di cui 23 ragazze – i giovani detenuti. Erano invece 392 i ragazzi detenuti nell’ottobre del 2022, quando si insediò l’attuale governo. Su 17 IPM, attualmente 8 sono sovraffollati; per far fronte alla mancanza di posti letto in alcuni istituti i ragazzi dormono su materassi per terra in contesti dalle condizioni igieniche precarie. Anche in molti IPM si opta per la custodia chiusa, rendendo così il sistema penitenziario minorile sempre più simile a quello degli adulti.

All’interno di questa tragica situazione complessiva si distingue la tradizionale assenza di strategie efficaci da parte del governo. Ad esempio, l’ampliamento delle telefonate concesse ai detenuti (che passerebbero da una a settimana a 6 al mese) non è una novità: il “Decreto carceri” del luglio 2024, che aveva propagandato l’aumento delle telefonate come un urgente e necessario miglioramento della vita interna anche in chiave di prevenzione dei suicidi, prevedeva che il regolamento penitenziario venisse modificato in questa direzione entro sei mesi. Ma ciò non è ancora stato fatto. Inoltre, il piano di edilizia penitenziaria illustrato dal commissario governativo durante il Consiglio dei Ministri, che prevede la disponibilità di almeno 7.000 nuovi posti all’interno degli istituti penitenziari per adulti entro il 2027, appare tanto sbagliato quanto irrealistico. Irrealistico se pensiamo che nell’ultimo anno la capienza è aumentata di soli 42 posti; infatti, ne sono stati creati 450, ma nel frattempo 394 sono diventati indisponibili. Sbagliato poiché, in parte, questi 7.000 posti sarebbero all’interno di container; una soluzione che non rispetta la dignità delle persone detenute, da non tollerare nemmeno in un contesto emergenziale, figurarsi come provvedimento definitivo, come appare nelle intenzioni del Governo.

*Associazione Antigone

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia